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Channel: Mara Pettignano, Autore presso Dissapore
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Nivarata 2018: le 3 granite che ci sono piaciute di più

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Freschezza e semplicità. Volete una granita siciliana diversa dalla versione pappa e fuggi ahinoi diffusa oggi? Cercate freschezza e anche semplicità. Diversamente da quel che succede con la classica pasticceria siciliana, emozionante da perderci la testa ma ricca e decadente.

Acireale è tra le città siciliane in cui gli attentati all’incolumità della granita autentica ottengono meno successo.

Non a caso la densità di granite fresche e semplici è assai elevata, specie se parliamo di gusti essenziali come mandorla e limone. E non a caso 3 delle 10 migliori granite tra le 50 che compongono la uber classifica 2017 di Dissapore, provengono proprio da Acireale.

[Le 50 migliori granite siciliane del 2017: da 10 a 1]

Che di suo, invece, vanta un centro barocco e alcuni imponenti edifici pubblici, una città bella ma poco turistica che mantiene il suo naturale contegno anche quando ospita, come in questi giorni, dal 25 al 27 maggio, la Nivarata, festival internazionale della granita.

Nivarata 2018

NIVARATA: COS’E’

Quest’anno quindici gelatieri hanno presentato le loro granite. Alcuni siciliani, altri del continente, qualche giapponese e un inglese.

Il pubblico di Acireale è uno spettacolo a parte.

Nivarata 2018

Nivarata 2018

I numeri non fanno ancora gridare al miracolo ma, sette edizioni dopo il debutto, la sfida dei tre organizzatori per promuovere un prodotto tipico della tradizione siciliana, non contagiato dagli abomini della modernità, sembra essere vincente.

[Nivarata: le migliori granite siciliane del Festival che non spicca il volo]

Essere alla Nivarata, nonostante i problemi tecnici, la difficoltà a reperire sponsor, gli imprevisti e le decisioni prese all’ultimo, restituisce il senso di un omaggio a neviere (le conche in cui si accumulava la neve caduta per solidificarla e trasformarla in ghiaccio) e nivaroli (i mercanti del ghiaccio).

NIVARATA 2018: LE GRANITE MIGLIORI SECONDO DISSAPORE

Il titolo di “granita dell’anno” premia i gusti personalizzati dai partecipanti al concorso, non i classici dunque, messi alla prova dai giurati su un palco sistemato al centro della grandiosa piazza Duomo, circondata su tre lati da edifici monumentali.

Il pubblico assiste, oppure ne approfitta per visitare la cattedrale, o la Basilica dei santi Pietro e Paolo, o il Palazzo Municipale. Oppure si disperde per corso Umberto I, l’arteria principale di Acireale.

Il verdetto è atteso per stasera, ma dopo aver provato tutte le proposte in concorso, anticipiamo i giurati (alcuni tra i migliori gelatieri italiani), impigriti dal sole e dal paesaggio marino di Acitrezza, dicendovi quali sono le 3 granite che ci sono piaciute di più alla Nivarata 2018.

Nivarata 2018

PICNIC ON BRIGHTON BEACH

Fragola, limone, pepe nero, zucchero, acqua

Nivarata 2018

Non possiamo definirci esterofili, anzi, ma qui parliamo di un abbinamento fragola – limone, completato dall’aroma di basilico, che fa gridare al miracolo.

Specie se consideriamo che arriva da Brighton, Inghilterra, dove non è scontato che conoscano la cremosità perfettamente calibrata di questa granita, che resta tale anche mentre si scioglie al sole.

[Le migliori granite di Catania: non avrai altra guida al di fuori di questa]

Con anche un pizzico di speziato che rinfresca ulteriormente.

Nivarata 2018

CASSATA SBAGLIATA

Mandorla, scorze di arancia, limone candito, zucchero, acqua

Nivarata 2018

Nivarata 2018

Nivarata 2018

Peppe Flamingo è un siciliano giovane e scaltro. Ha aperto Tasta, la sua gelateria, in un sacco di posti, addirittura a Miami. Ma invece di gustarsi in santa pace il meritato successo si iscrive a diversi concorsi, sgomitando anche per farsi notare.

Alla Nivarata 2018 ha portato una bella idea, secondo alcuni scontata, ma dirlo dopo è facile.

Una cassata sbagliata di nome e di fatto. Senza ricotta, poco addomesticabile in una granita, ma (inizialmente) con il cioccolato bianco, ingrediente non ammesso per la presenza del latte, che nella granita ortodossa è tabù.

Quando l’ha saputo non si è perso d’animo, ha sostituito il cioccolato bianco con le mandorle. E sorpresa!  È venuto fuori un sapore che bacia l’idea di cassata siciliana, intenso ma non stucchevole. Il cioccolato a pezzetti arriva da Modica. Accompagnano canditi e granella.

LIMONE PROFUMATO ALLO ZENZERO

Limone e zenzero

Nivarata 2018

Vuole farsi spazio fra i gelatieri, Gentian Ashiku, ragazzo albanese dall’insolito accento milanese che partecipa per la prima volta alla Nivarata, per niente intimorito.

Un pizzico di zenzero in più non sarebbe guastato nella sua granita.

Ma il terzo posto se lo è guadagnato perché molto preciso nel restituire il sapore solare della granita al limone.

Nivarata 2018

Visto che alla Nivarata abbondano le menzioni speciali, aggiungiamo anche le nostre.

Tra una granita e l’altra, le proposte diverse dei cosiddetti “chef con la coppola”, in rappresentanza di tutto ciò che granita non è, hanno regalato sollievo al palato.

Per dire, il pensiero del panino con la porchetta di Giuseppe Raciti, giovane chef di Zash, ristorante di Riposto (Ct) o della pizza fritta di Simone Strano, siciliano pure lui, executive chef al Senses di Palazzo Montemartini, a Roma, ci fa seriamente pensare a un ritorno in piazza Duomo.

Seduta stante.


A Catania fanno di gran lunga la colazione più memorabile d’Italia

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Ditemelo subito se avete alternative, e nel caso, vi prego di argomentarle. Perché secondo me non esistono altre città italiane dove le colazioni sono altrettanto varie, ricche, smodate, dolci, salate, impanate, spesso fritte, come a Catania (che casualmente è la città dove vivo).

Non parlo di granita e brioscia, no, sarebbe troppo facile. Ma della clamorosa serie di “pezzi” che i catanesi hanno a disposizione ogni mattina, da non confondere con i dolci più noti della pasticceria siciliana, vedi cannolo e cassata. 

[Guida passionale per comprare e mangiare alla Pescheria di Catania]

La tesi che a Catania facciano la colazione più memorabile d’Italia non vi convince? Continuate a leggere, mi limiterò a esporre le mie ragioni, lasciando che siate voi a giudicare.

CIPOLLINA

Colazione a Catania - Interno cipollina

La varietà che lo attende al bar ogni mattina prima di andare a lavorare, fa sì che il catanese non abbia un’idea precisa di cosa consumerà. Entrando, l’occhio si dirige fulmineo verso la vetrina dei pezzi da colazione.

Ma è proprio quando il barista sta per chiedergli cosa gradisce, che l’altro occhio va sulla vetrina della tavola calda. E credetemi, non passa giorno che il catanese entrato al bar pensando di chiedere un cornetto s’interroghi dubbioso: “stamattina mi calassi ‘na cipollina.”

Tutto contribuisce al potere di seduzione della cipollina: la forma a fagotto piegato in quattro alla sanfasò, la consistenza da pasta sfoglia e il ripieno di formaggio, prosciutto, pomodoro e soprattutto cipolla, star tra gli ingredienti per sapore e profumo.

Si consuma abbinata con una bibita frizzante.

INVOLTINO

Colazione a Catania - Involtino

Chiusa la parentesi cipollina, spezzafame per ogni ora del giorno, andiamo ai tipici pezzi da colazione di Catania.

L’involtino è una pasta sfoglia dolce a strati. Un fagotto quadrato “riempito” di crema. Ho messo riempito tra virgolette perché a Catania riempire significa farlo senza mezze misure. Abbondare è la regola.

[La guida ai migliori arancini di Catania]

I ripieni più frequenti sono crema pasticciera e crema al cioccolato. Per distinguerli, l’involtino alla crema pasticciera ha una ciliegia candita al centro dei quattro lati. L’altro è invece spolverato con il cacao.

PANZEROTTO

Colazione a Catania - PanzarottoInterno panzarottoInterno panzarotto

Avete presente il panzerotto pugliese? Allora dimenticatelo.

Il panzerotto a Catania è uno dei pezzi da colazione più richiesti, complice la perfezione quasi ingegneristica della sottile calotta di pasta frolla, che riesce a sostenere miracolosamente, non si sa come, una quantità monstre di crema.

Tra gli ingredienti stravaganti del panzerotto figura l’ammoniaca per dolci. Che è una polvere bianca sul genere del “bicarbonato” impiegata in pasticceria per aumentare la friabilità.

Crema o cioccolato o morbida ricotta completano il sapore dell’impasto, un po’ biscottato, spolverato di cannella in superficie, dove spunta un piccolo bernoccolo croccante.

RAVIOLA

Colazione a Catania - Raviola con la ricottaColazione a Catania - Raviola con la ricotta

Colazione a Catania - Interno raviola fritta

Pare che il termine raviolo sia apparso per la prima volta in un documento vergato nel 1158 in Sicilia. Ma sposterei volentieri l’attenzione dalle contese storiche per passare direttamente alla raviola, che al singolare femminile è un imperdibile pezzo da colazione. Questo sì siciliano, al punto che in tanti nell’isola si ostinano a prepararlo in casa.

La raviola è una frittella morbida impastata con la farina di grano tenero, cui viene data forma circolare, per poi essere chiusa a mezzaluna e tagliata nei lembi con il raviularuu (che è l’arnese da cui prende il nome).

Frittura e ricotta sono le due chiavi di volta, come nel cannolo. Una volta lavorato il ripieno con zucchero o miele, la raviola viene spolverata di zucchero e spesso anche di cannella.

Difficile ignorare la tentazione del fritto, anche a colazione, anche per chi subisce il richiamo delle sirene salutiste. In onore delle quali esiste anche una blasfema alternativa al forno. Ma lasciate perdere: quando dev’essere raviola, che raviola sia.

IRIS

Se possiamo definire la raviola come un pezzo da colazione siciliana, l’iris catanesissimo è. A iniziare dall’impasto, quello tipico della brioscia da inzuppare nella granita, ma schiacciato ai poli, come un mappamondo.

All’interno, segue le stesse identiche forme rotonde, un generoso ripieno di crema bianca o cioccolato.

Non basta, a quel punto l’iris, impanato con pastella liquida e mollica, viene preso e fritto tutto intero in abbondante olio. Ma non chiamatelo arancino, questo è l’iris e basta.

[Il Buonappetito: il meglio di Catania, cibo oltre la strada]

Come si distingue dall’esterno l’iris farcito al cioccolato da quello alla crema? Grazie a un cerchio inciso dai pasticcieri nel polo superiore della scorza fritta, che cambia colore a seconda del ripieno.

Scopriamo ora dove vanno i catanesi avveduti per mangiare i tipici pezzi da colazione.

BAR DELLA REGIONE

Bar della Regione - CataniaBar della Regione - Catania - PAnzerottiBar della Regione - Catania - Interno raviola

Praticamente sconosciuto ai residenti del centro, nella periferica zona Fortino, il Bar della Regione è un concentrato di semplicità, arguzia e prontezza di spirito, oltre che di sapore.

Anche notturno, visto che al Bar della Regione spesso si va per addentare una raviola appena fritta dopo la mezzanotte, mettendosi così l’anima in pace per almeno un mese. Ma che soddisfazione, ragazzi!

Pasta dalla morbidezza disarmante farcita con una cascata di ricotta, e la cannella a coronare il sogno calorico. Questa è al di là da ogni ragionevole dubbio la migliore raviola di Catania.

BAR ALECCI

Colazione a Catania - Bar AlecciColazione a Catania - Bar AlecciRavioli con la ricotta - Colazione a Catania

Non vi stupite, se avrete voglia di abbinare alla granita un pezzo da colazione, invece della tradizionale brioscia. Al bar Alecci, dove pure il set da granita (granita stessa e brioscia, appunto) è di prim’ordine, i pezzi da colazione sono un richiamo esagerato.

Tra tutti primeggia l’involtino, che può essere alla crema e al cioccolato. Una crema particolare, come difficilmente la trovate altrove: lucida, vagamente gelatinosa e dal sapore vanigliato. La sfoglia, suddivisa in strati, è burrosa al punto giusto.

[Cosa rende speciale la Street Food Fest di Catania]

Da provare anche panzerotto alla crema e raviola (fritta) mignon, termine che sottintende dimensioni inconsuete: dolci piccoli a Catania non se ne fanno. La tradizione impone ricotta grezza e spolverata di zucchero semolato.

BAR LANZAFAME

lanzafame

A Catania, la popolare via Plebiscito disegna una lunga curva di piacere gastronomico, dall’inizio alla fine. Proprio lungo la strada trovate l’iris al cioccolato migliore della città, sempre super richiesto.

A mettere in circolazione la meritata fama del Bar Lanzafame tra i catanesi è stata una tappa della processione di Sant’Agata, con i devoti che per ricrearsi durante la lunga camminata notturna entrano al bar Lanzafame uscendo con l’iris in mano.

La consistenza della pasta, altrove troppo spessa, qui è perfetta; la crema sovrabbondante completa il quadro. Da provare anche la cartocciata, altro pezzo imperdibile della varia, ricca, smodata, dolce, salata, impanata, spesso fritta colazione di Catania.

La più memorabile d’Italia.

Il Cappero a Vulcano: la cucina è un algoritmo impazzito, per non parlare del tramonto

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Recensioni che non siano telegrammi in forma gastronomica, per trasmettere briciole di quel sentimento che proviamo alle tavole del fine-dining.

Ecco cos’è “Il ristorante della settimana“, la serie di Dissapore da usare come fiero antidoto alla mediocrità di TripAdvisor.

Oggi siamo in mezzo all’incanto dell’isola di Vulcano, la più a sud delle Eolie, distante appena cinquanta minuti di aliscafo da Milazzo.

[Il ristorante della settimana: la serie]

Pochi abitanti, vissuta in funzione dei turisti, li accoglie in un modo che non si dimentica: il piccolo porto di Levante, una breve salita e l’odore di zolfo diversamente piacevole, addirittura nauseabondo nei pressi dei fanghi, dove la sensazione di trovarsi dentro un cratere si fa concreta.

Una strada asfaltata percorre l’isola dalla scalo, all’inizio tra bancarelle, souvenir e spiagge nere. Poi diventa vieppiù spopolata, selvatica e affascinante.

Chiude il percorso Therasia, il resort con terrazza dove la vista lascia senza respiro: Lipari galleggia maestosa sull’acqua con i due faraglioni a punteggiare il mare come gocce d’inchiostro in un foglio bianco.

Il ristorante del resort –una stella Michelin– si chiama Il Cappero, come molto altro sull’isola. Da due anni lo chef è il trentenne palermitano Giuseppe Biuso. Curriculum in ordine, certo, ma chi si aspettava che tra i suoi piatti si annidassero piccole prelibatezze che da sole valgono il viaggio fino a qui?

Design & Ambiente

Le maioliche della cucina a vista colorano la quiete dello spazio dominato dalla pietra color zolfo.

Ma qualunque scelta d’arredo, per quanto originale o riuscita, passerebbe in secondo piano davanti allo spettacolo del tramonto.

Se c’è un primato che le Eolie contendono al resto del mondo è quello dei tramonti più spettacolari, e su questo vale la pena soffermarsi un attimo.

[Signum a Salina: ecosistema di bellezza e gusto]

Attira. Ipnotizza. Stordisce. Accende il colore turchese del mare di calde nuance dorate. Regala una vista incomparabile su tutte e sette le isole. Merita di essere visto una volta nella vita.

Il servizio

All’inizio il tono declamatorio del maître nel presentare “Cucunci”, uno dei menu degustazione, così come la teatralità del servizio imbarazza parecchio. Battute e risolini contenuti, poi ci si abitua, anzi, la cosa diventa divertente.

Più sbarazzino ma volutamente sopra le righe anche Andrea Prizzi, che presenta una carta dei vini dalla fattura originale, un tomo che strappa sorrisi proponendo vini “cantati in versi” o “versi d’amore” di cui il sommelier è l’autore, alternate a immagini di opere classiche.

La cucina e tutti i piatti provati

Rosso si SFERA

Prezzo 35 euro

Con irruenza, Giuseppe Biuso ruba la scena al tramonto, che in un posto come questo è suo alleato ma anche avversario. Lo mette direttamente nel piatto.

Barbabietola e crumble di lamponi all’esterno, dentro invece gambero rosso di Mazara. Quindi maionese di teste di gambero, peperoncino, tartare cruda e cotta.

Un’altra caponata di melanzane

Prezzo 35 euro

Dalle sfere ai cubi: accomodamento minimal degli ortaggi fritti che compongono la caponata siciliana.

La melanzana, cioè l’ingrediente principale, si trova al centro del piatto (è quella che sembra un barbapapà) ricostruita grazie a una crema ricavata dalla sua buccia arrostita.

Caldo e freddo si alternano, per rispettare l’abitudine di servire la caponata in entrambi i modi. Anche la forma cubica di altri elementi del piatto ricorda il classico taglio a dado della melanzana.

Il cubo più grande racchiude gli ingredienti della caponata, insaporiti da una doppia panatura e fritti di nuovo.

Completano il piatto: alcune gocce di salsa agrodolce, la parte fresca, cioè il sedano croccante, infine la polvere di olive e capperi.

U sceccu… non è una bufala

Prezzo 30 euro

Omaggio all’asino, ancora oggi impiegato, specie nelle isole più remote, come mezzo di trasporto.

L’infantile cialda d’asino rappresenta l’animale nudo e crudo. La tartara d’asina è avvolta da un involucro di mozzarella di bufala sormontata da sfilacci di carne d’asino affumicata.

Sopra viene fatta colare una centrifuga di arance, carote e mele: alimenti dati agli asini per spronarli a lavorare che qui incidono su acidità e dolcezza del piatto

Bianco mangiare

Prezzo 30 euro

Il gioco dei piatti, da intendersi qui come meri contenitori di cibo, inizia a farsi serio.

La cloche raffigura un cappello da chef, all’interno del colletto c’è il bianco mangiare, qui in versione salata.

La trasformazione del tipico dolce siciliano a base di mandorle prevede gnocchi di seppia oltre a quelli di patate, sopra i quali svetta un croccante di mandorla. Intorno: crema di mandorle, albume e olio; sul fondo del piatto una fonduta di caciocavallo ragusano.

Trovate il tutto eccessivo? Può darsi. Ma le difese intellettuali cadono al primo boccone, resta solo un pensiero: passare a quello successivo.

Il tortello a tutto riccio

Prezzo 35 euro

Riccio, ricciola e finocchiu rizzu.

Il ripieno del tortello mette insieme caviale e succo del riccio di mare, salicornia, a parte una ricciola leggermente grigliata e marinata con la liquirizia. La riproduzione del riccio di terra in mezzo al piatto è fatta con maionese al finocchio selvatico.

Una portata irresistibile, vero momento di gloria del menu degustazione, e non solo per appagare la vostra relazione voyeuristica con il cibo.

Anche se, riguardando queste foto, viene voglia di fiondarsi di nuovo verso il Cappero.

La vongola casca proprio a fagiolo

Remake della pasta e fagioli con le vongole. Vongole, fagioli badda di Polizzi, presidio Slow Food tipico del parco delle Madonie, rosmarino.

Pietanza verace, mantecata come fosse un risotto, e accompagnata da una cialda di fagiolo.

Risotto allo sfincione

Fuori menu chiediamo un piatto curioso. Mai capitato un cameriere che porta al tavolo un’ape car? Da queste parti succede ogni sera (tutto materiale per “We Want Plates” il profilo Twitter nato per riportare le pietanze nei loro contenitori naturali, i tanto bistrattati piatti).

Nella lapa (ape) in ceramica il risotto richiama una tipica focaccia palermitana –lo sfincione– street food venduto proprio dalle ape car. Gli ingredienti ci sono tutti: pane, focaccia, risotto mantecato con formaggio ragusano e acciuga, cialda di pomodoro, cipolla e pomodoro in chips.

Pisci spatula “allinguato”

Rappresentazione culinaria di una leggenda locale con accenni pulp.

Passando ogni mattina sotto il balcone dove una bella donna siciliana annaffia il basilico, un moro se ne invaghisce. I due diventano amanti, ma quando la donna capisce che il moro sta per tornare dalla moglie lo condanna a restare per sempre con lei. Come? Decapitandolo.

Un taglio netto che fa schizzare sangue, fuoco e passione dalle viscere dell’isola, immagine figurata di una deliziosa arancia locale, la sanguinella.

Che in Sicilia, insieme al finocchio si mette in insalata, in questo caso allargata alle olive, a una crema di finocchio cotto alla base e alla spatola (pesce diffuso al sud noto anche come pesce sciabola o bandiera) fritta “a linguata”, cioè dopo una marinatura sotto aceto. Il cui aroma, come vuole la vulgata dei ristoranti d’alta cucina, proviene da una nebulizzazione dell’aceto.

L’agnello in doppia cottura

Prezzo 40 euro

C’è un non detto tra i super impallinati che frequentano i ristoranti stellati dell’isola. I cuochi siciliani, specie se di rango, hanno più di un problema con la carne. Non detto confermato: ecco il piatto meno riuscito del nostro percorso.

Agnello in doppia cottura: terrina panata con lenticchie e lombo. Al contrario di quel che succede nel mangia-e-bevi, piatto tipico palermitano con il cipollotto avvolto nella pancetta, qui è la cipolla a contenere la pancetta. Il ruolo di co-protagonista è affidato alle piccole lenticchie di Ustica, in crema e in insalata, oltre a una riduzione di marsala.

Made in Sicily

Né cassata, né cannolo, ad ogni modo made in Sicily. Come potrebbe essere altrimenti visti gli ingredienti? Zucchero, mandorla, cioccolato.

Mentre assaggiate il più scenico dei dolci chiudete gli occhi: non lo sentite questo suono di marranzano? (Sapete cos’è, vero?)

Prezzi

I menu degustazione principali sono addirittura cinque: “Cucunci” è il più complesso e costoso (140 euro per 9 portate), seguono “Fior di Cappero” (120 euro) e “Siculo” (cinque portate per 100 euro).

[Sicilia: i 25 ristoranti migliori di Sicilia]

Altri due menu degustazione –”Spinoso” e “Inermis”– prevedono solo due portate e costano 60 euro ognuno. Da segnalare “Rupestris”, il menu degustazione vegetariano, e quello senza glutine –”Ovato”– entrambi dal costo di 100 euro.

Per mangiare alla carta si spendono tra 65 e 125 euro.

Conclusioni

La cucina di Giuseppe Biuso è figlia di un algoritmo impazzito: fantasiosa, sorprendente, eccessiva, soprattutto nelle presentazioni dei piatti.

Lo chef palermitano s’iscrive di diritto alla lista prorompente dei giovani cuochi italiani che cucinano benissimo, con la sua rappresentazione giocosa della Sicilia, immersa nell’aura d’incanto che si vive solo intorno a certi tavoli, in certi posti.

Tutto il contesto ci è piaciuto moltissimo. Dovete provarlo.

La classifica delle 50 granite siciliane migliori del 2018 sta arrivando

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Bar, camion, baracchini improbabili, pasticcerie in mezzo al nulla: la nostra classifica delle 50 granite siciliane migliori del 2018 è popolare. Certo, non mancano luoghi di consumo più consoni, ma per noi collocare la granita nell’ordine dei piaceri per raffinati gourmet sarebbe una forzatura.

Il nostro credo resta il sapore, arricchito da un concentrato di passione, storia e tradizione.

Abbiamo iniziato nel 2016 con le 10 migliori granite siciliane di CataniaMessina e del Resto dell’Isola. Tutto è evoluto l’anno dopo nella classifica delle 50 granite siciliane migliori del 2017, diventata la coperta di Linus per evitare disavventure che rovinano una gita, nonché la più nota guida di settore sul web (e anche no).

[Le migliori granite di Catania: non avrai altra guida al di fuori di questa]

[Le migliori 50 granite siciliane del 2017]

Tutto ciò premesso, abbiamo due cose da annunciarvi, la prima è questa: la venuta della classifica 2018 squadernata in 2 giorni:

– mercoledì 25 luglio con le posizioni dal numero 50 al 26;
– giovedì 26 luglio con le posizioni dal numero 25 all’1.

[Messina: 10 granite siciliane senza rivali]

Ancora una cosa: come per il gelato (con annessa classifica delle 100 gelaterie migliori d’Italia appena pubblicata), anche in fatto di granite siamo spocchiosi e perfezionisti. Certi che capirete, un attimo prima di mandarci a quel paese, condividiamo con voi i comandamenti per entrare nel “regno della granita”, insomma, i criteri che chiediamo di soddisfare a chi è interessato alla nostra classifica.

1. SOPRATTUTTO BUONA

Il sapore è il criterio principale, quello che Dissapore mette sempre davanti agli altri. La natura è stata generosa con la Sicilia garantendo profumi e gusti –frutta e verdura in particolare– altrove sconosciuti.

VENDITORE DI GELSI - granite2018

Anche in questo, come nel grado di maturazione della frutta quando viene impiegata, sta il segreto della granita siciliana.

2. NIENTE AIUTI MALANDRINI

Di regola, gli ingredienti della granita sono tre: acqua, zucchero e frutta (o l’ingrediente principale, quello che ne determina il gusto, dunque anche caffè o cioccolato).

Granita gelsi - granite2018

Questo ingrediente principale è davvero naturale? Il sapore che percepisco in una granita alle fragole arriva solo dalle fragole o viene esaltato con l’aiuto malandrino di qualche ingrediente artificiale? E quel colore acceso che ha la granita, è merito esclusivo delle fragole?

3. EQUILIBRIO E CONSISTENZA

EQUILIBRIO: lo zucchero non va aggiunto come in una formula magica, ma dosato a seconda del tipo di frutto. Il sapore della granita al limone deve mantenersi aspro, come il frutto. Basta poco zucchero se bisogna mitigarne l’eccesso di asprezza.

[Le migliori granite siciliane fuori da Messina e Catania]

CONSISTENZA: la granita siciliana non è una bibita, la sua texture è cremosa non cristallizzata (come a volte capita nella zona occidentale). Rinfrescante e morbida, ha poco a che vedere con la una struttura grassa e schiumosa. Qualche pezzo di frutta può capitare, ma la granita non è neanche una macedonia.

Granita ricotta - granite2018

Possono esserci piccole differenze di vedute sulla consistenza, per esempio i catanesi preferiscono una granita pastosa, i messinesi più delicata e liquida. Ma una consistenza corretta segnala la lavorazione accurata degli ingredienti, alla temperatura giusta.

4. ANNESSI E CONNESSI: BRIOSCIA E PANNA

In alcuni santuari del dolce siciliano è impensabile rinunciare alla panna, in altri metterla è considerata un’eresia. E poi c’è la brioscia, il sicilianissimo lievitato fedele compagno della granita, col tuppo (il cappello al centro) oppure senza.

Brioscia - granite2018

Panna e brioscia non sono diktat, ma in caso di panna leggera e saporita, o di brioscia soffice, pastosa, con la crosta leggera e scura aggiungeremo un bonus al punteggio.

5. COSA NON RIENTRA NELLE VALUTAZIONI

Non abbiamo considerato il servizio, anche granite siciliane servite all’impiedi da personale improvvisato potrebbero conquistare le posizioni migliori.

Non abbiamo considerato ai fini della valutazione neanche i prezzi, che in Sicilia si aggirano tra un euro e 3 euro.

Granite2018

Tutto ciò detto e ribadito, vi diamo appuntamento a mercoledì 25 luglio (posizioni 50/26) e giovedì 26 luglio (posizioni 10-1) per scoprire la classifica delle 50 granite siciliane migliori del 2018 secondo Dissapore. 

Le 50 granite siciliane migliori del 2018: da 50 a 26

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La granita è una e una soltanto: siciliana, il resto è ghiaccio tritato. Dentro ci si inzuppa la brioscia, non un modo diversamente corretto di scrivere brioche, ma proprio brioscia, il lievitato con il tuppo, che poi è il cappello.

Di solito la granita si prende ai gelsi, alla fragola, alla mandorla e al caffè, i più ghiotti chiedono la panna ma non è un diktat.

I siciliani ci fanno colazione durante i mesi caldi dell’anno, a Catania ci si pranza, prenderla di pomeriggio o sera è più da vacanzieri, ma i residenti sono comprensivi: siccome sanno quant’è buona non vi guarderanno come turisti che inzuppano la pizza rossa nel cappuccino.

[Le migliori 50 granite siciliane del 2017]

[Le migliori granite di Catania: non avrai altra guida al di fuori di questa]

Dissapore ha coltivato l’ossessione per la granita dal 2016, con le 10 migliori granite siciliane di CataniaMessina e del Resto dell’Isola. L’anno dopo è arrivata la cliccatissima classifica delle 50 granite siciliane migliori del 2017, una specie di coperta di Linus per andare a colpo sicuro.

Ora, finalmente, è il momento dell’edizione 2018:

— oggi scopriamo le posizioni dal numero 50 al 26;
— giovedì 26 luglio, cioè domani, le posizioni dal numero 25 all’1.

[La classifica delle 50 granite siciliane del 2018 sta arrivando]

Se vi state consumando nell’attesa di scoprire il bar-pasticceria numero uno –nel 2017 il bar Fiumara Giovanni, di Villafranca Tirrena, provincia di Messina– distraetevi ripassando quali sono i criteri da soddisfare per chi è interessato ad apparire nella nostra classifica. E ora, si comincia.

La classifica da 50 a 26

#50 BAR PAPOTTO – SANT’ALFIO (CT) | Nuova Entrata

Sant'Alfio

Il commendatore Vittorio Papotto –pace all’anima sua– è stato per decenni titolare del bar che si trova di fronte alla chiesa di Sant’Alfio –tanto bella da fare dell’estetica un tema di conversazione– nel paese omonimo, la patria della ciliegia.

Oggi gestisce il locale il figlio Giovanni, che sbriga le faccende della pasticceria da quando aveva sei anni, e di ramanzine per arrivare puntuale la mattina ne ha sentite tante. Siccome alle tradizioni quelli di Sant’Alfio ci tengono, con lui nel laboratorio c’è il figlio del fedele pasticciere di suo padre.

I pregi evidenti della granita sono morbidezza e freschezza, il difetto l’eccesso di zucchero.

Voi comunque non andate via senza aver provato le paste di noci, nocciola, arancia e limone.

Bar Papotto - Santalfio - Granite2018

Gusto consigliato: limone
Consiglio per intenditori: le paste di noci, nocciola, arancia e limone.

Pasticceria Bar Vittorio Papotto – Piazza Duomo, 12, Sant’Alfio (CT)

#49 NINY BAR – LETOJANNI (ME) | Nuova Entrata

Niny Bar - Letojanni - Granite2018

Niny Bar - Letojanni - Granite2018

Chi fosse davvero il tacchino non si è saputo mai. La citazione arriva da “Jonny Stecchino”, il film di Roberto Benigni, e riguarda la famosa scena del barbiere, che c’è davvero, si trova a Letojanni, nella stessa grande piazza del Niny Bar.

È opinione generale che la granita non sia più quella di una volta: in effetti concentrare di più il sapore non guasterebbe. In compenso, dopo essersi sbarbati anche per scoprire chi fosse “sto minchia di tacchino“, si gode di una piacevole frescura.

Gusto consigliato: limone

Niny Bar – Via Vittorio Emanuele 216, Letojanni (ME)

#48 BAR VITELLI – SAVOCA (ME) | + 2

Bar Vitelli - Savoca - Messina
Bar Vitelli - Savoca - Messina

Granite e citazioni cinematografiche in Sicilia non mancano di sicuro: stavolta il film è “Il Padrino”.

Il paese in cui si trova il bar Vitelli, nella finzione cinematografica quello in cui Al Pacino chiede la mano di Apollonia, non è Corleone ma Savoca, in provincia di Messina.

I residenti anziani conservano tutti qualche aneddoto sul regista Francis Ford Coppola, se amate il cinema e le suggestioni dovete consumarla qui la vostra granita. Peraltro, la granita al limone si serve su richiesta con aggiunta di zibibbo, così come fu inventata dalla defunta zia degli attuali proprietari.

Bar Vitelli - Savoca - Messina

Bar Vitelli - Savoca - Messina

Gusto consigliato: limone con zibibbo

Bar Vitelli – Piazza Fossia 7, Savoca (ME)

#47 BAR VENTIMIGLIA – CATANIA | Nuova Entrata

Bar Ventimiglia - Catania - Granite2018

Bar Ventimiglia - Catania - Granite2018

Questo bar solitario e silenzioso nei pressi del Teatro Massimo, con l’esterno dell’edificio che lo ospita in perenne ristrutturazione, è un indirizzo da tenere presente per la granita alla mandorla, delicata e fresca, e per la devozione del proprietario verso la ricca storia culinaria siciliana.

Buona anche la granita al gusto di caffè, di solito a Catania troppo concentrata, tanto che i catanesi chiedono quel gusto caffè quasi solo per macchiare la granita alla mandorla, la cui consistenza nella città di Bellini è invece perfetta.

Il titolare, signor Nicotra, è un tipo discreto, ma se lo stuzzicate sui suoi argomenti preferiti –la pasta alla norma e al nero di seppia–  diventa un fiume in piena.

Gusto consigliato: mandorla, mandarino 

Bar Ventimiglia Via Monsignor Ventimiglia 8, Catania

#46 EL CUBANO – SIRACUSA | – 4

La geografia della granita può sembrare incongrua: prendete il bar El Cubano, in una piazzola nella zona balneare a sud di Siracusa: da fuori sembra un distributore di benzina. All’interno invece riserva grandi sorprese ai fissati della granita, specie per la varietà dei gusti.

A gestire El Cubano da oltre cinquant’anni sono due fratelli, uno alla cassa e uno in laboratorio, che a dispetto dei colori tenui, realizza granite molto saporite. Se solo il posto si mimetizzasse meno.

Gusto consigliato: ananas 

El cubanoViale dei Lidi 309, Siracusa

#45 BAR PELLEGRINO – CATANIA | Nuova Entrata

Bar Pellegrino - Catania - Granite2018

Un posto alla buona come se ne trovano tanti nella parte più popolare di Catania popolare, ma fuori dalla Catania popolare. I clienti sono soprattutto i molti professionisti della zona che pranzano con la granita.

Provate quella ai gelsi, uno dei gusti più tecnici perché trovare la quadra tra dolcezza e consistenza non è semplice. Sempre audaci ma meno entusiasmanti gli altri gusti.

Gusto consigliato: gelsi

Bar Pellegrino – Piazza dei Martiri, Catania

#44 BAR RITROVO REMIGIO – VULCANO (ME) | Nuova Entrata

Dicono che Vulcano, prima isola delle Eolie dalla bellezza sconvolgente, sia ormai troppo turistica. Sarà pure così, ma da Remigio, una volta girato l’angolo del porto, la tradizione messinese è pienamente rispettata.

La granita è simile alle migliori che si trovano nella città dello Stretto, ancor più a quelle di Milazzo, note e amate per i colori accesi. Manca la foto, scusate ma l’abbiamo persa.

Gusto consigliato: fragola, fichi

Bar Ritrovo Remigio – Via Provinciale, Vulcano, Lipari (ME)

#43 BAR ROMA – SCIACCA (AG) | + 4

Aurelio Licata - Sciacca - Granita limone

Il massimo del progetto esistenziale a Sciacca? La granita al limone con verdelli di Menfi del Bar Roma da consumare sotto il sole. Non fatevi ingannare dall’aspetto candido e cremoso come poche altre, la granita al limone dello Zio Aurelio non perde d’asprezza né di profumo.

Anche perché il proprietario, che porta quasi sempre una piccola scorta di limoni al tavolo, ve lo fa proprio respirare.

Gusto consigliato: limone

Bar RomaVia delle Dogane 8, Sciacca (AG)

#42 BAR SCIARRONE – MESSINA | Nuova Entrata

Bar Sciarrone - Messina - Granite2018

Bar Sciarrone - Messina - Granite2018

Quattro generazioni per oltre cento anni di storia, prima con un chiosco, poi con la pasticceria vera e propria, rivoluzionata dopo il terremoto.

Ancora oggi il titolare è uno Sciarrone, giovane e appassionato.

Con un po’ di sapore in più, forse un maggiore impiego di frutta, la granita del bar Sciarrone si troverebbe più in alto nella classifica. In compenso la panna è leggiadra e gustosa.

Bar Sciarrone - Messina - Granite2018
Gusto consigliato: fragola con panna

Bar Sciarrone – Via G. Garibaldi 246, Messina

#41 BAR MESSINA STELLARIO – MESSINA

Granita Fragola con panna - Messina Stellario - Granite2018

Granita Fragola con panna - Messina Stellario - Granite2018

Nessuno tocchi la pasticceria Messina Stellario, lungo via Garibaldi. Sarà perché omonima della città sullo stretto, o perché qui la consistenza è una specie di manifesto della granita messinese –non troppo densa, molto rinfrescante– ma il via vai della movida è garantito.

Aggiunta non trascurabile, il gusto pistacchio è tra i migliori di Messina.

Gusto consigliato: fragola, pistacchio

Pasticceria Messina Stellario – Via Consolare Pompea – Piano Chiesa 6, Messina

#40 BAR FORTUNATO – NASO (ME) | Nuova Entrata

Bar Fortunato - Naso - Granite2018

Specialità granita al limone, recita l’insegna del bar sul bivio di “Ponte Naso” che separa il Tirreno dai Nebrodi. Pavimento a scaglia, piano in granito, panciute bottiglie di Vecchia Romagna in bella vista, e habitué della granita al limone che non ne vogliono saperne di andare altrove.

In realtà, il bar Fortunato riserva un paio di  sorprese niente male.

La suggestiva vista delle Eolie che spuntano tra un limoneto e un altro, e il giovane titolare, che prepara la granita solo con i limoni dei dintorni appena colti.

Come alternativa alla brioscia, per accompagnare la granita, il bar propone lunghi biscotti rigati che danno assuefazione. Dei crumiri ruvidi che una volta immersi nella granita s’impregano dell’essenza di limone. Uno spettacolo!

Bar Fortunato - Naso - Granite2018

Gusto consigliato: limone

Bar Fortunato  – Strada statale 113, Naso (ME)

#39 BAR FLORIO – LICATA (AG) | – 3

Bar Florio - Licata

Bar Florio - Licata

Nei pressi de La Madia, il ristorante due stelle Michelin di Pino Cuttaia, Florio è tra i pochi bar dell’agrigentino a fare solo granita, mantenendone alto il livello fin dal 1952.

Ai classici gusti caffè, pistacchio, fragola, mandorla, limone e gelsi (raccolti nella zona di Licata) ha aggiunto da poco tempo un delizioso mandarino.

Insoliti ma gradevoli i recipienti di servizio, delle piccole ciotole d’acciaio, mentre su richiesta si può avere la granita direttamente dentro la brioscia

Gusto consigliato: gelsi, mandarino

 Bar Florio – Corso Filippo Re Capriata 13, Licata (AG)

#38 CAFFE EUROPA – CATANIA | – 15

Caffe Europa - Catania - Granite2018

Caffe Europa - Catania - Granite2018

Caffe Europa - Catania - Granite2018

Se in Italia si facesse ancora serio “giornalismo di costume” qualcuno avrebbe scritto decine di “pezzi frivoli” su Corso Italia, la via del bon ton catanese. E ovviamente sul Caffè Europa, la più elegante pasticceria della città.

Dove ancora oggi signore âgée dalle acconciature diversamente attuali si danno appuntamento per una granita con la Crema Europa, panna fresca buona ma non ai livelli delle migliori graniterie messinesi.

Gusto consigliato: melone cantalupo

Caffe Europa – Corso Italia 302, Catania (CT)

#37 PLAZA DEL SOL – PORTOPALO (SR) | – 13

Plaza del Sol

Granite Plaza del sol

Chi ama parlare seriamente di cose frivole sentenzia che se non viene conservata nei pozzetti la granita non è veramente tale. Eppure non ne abbiamo trovate molte all’altezza di questa del Plaza del Sol, in bella mostra nelle classiche vaschette del gelato.

Una granita ai fichi paragonabile a questa si trova solo alle Eolie (un caldo simile invece solo in Africa).

Plaza del sol

Gusto consigliato: fichi 

Plaza del sol – Via Scalo Mandria, Portopalo (SR)

#36 BAR PRINCIOTTA – BRUCOLI (SR) | – 6

L’incongrua geografia della granita parte seconda. Se è al limone e diabolicamente buona si trova nei posti più improbabili, statene certi. Il bar Princiotta, che con il suo terrazzo in stile gruppo vacanze Piemonte (cit.) affaccia sulla spiaggia di Brucoli, tiene orgogliosamente distante la modernità cara alla movida megarese che affolla i dintorni.

Princiotta - Granite2018

Princiotta - Granite2018

Del resto il signor Princiotta –che sia benedetto– è un tipo solitario e silenzioso, al punto che nessuno ha il permesso di entrare nel suo laboratorio quando lavora le granite.

Ebbene, la granita al limone, oltre che siciliana Doc, sarà la vostra dannazione (nel senso che ne chiederete una dopo l’altra senza riuscire a smettere, e convincerete chiunque sia con voi a fare altrettanto).

Gusto consigliato: limone

Bar Princiotta – Via Libertà 127, Brucoli (SR)

#35 L’ANGOLO DELLE DELIZIE – GLIACA (ME) | Nuova Entrata

Granita Angolo delle Delizie - Piraino - Granite2018

Granita Angolo delle Delizie - Piraino - Granite2018

Di questo Angolo delle delizie urge dire che le decorazioni non sono sempre una buona cosa, parliamo comunque granite, non di tele impressioniste. Sopra c’è così tanta frutta che affondare il cucchiaino dentro la granita –piacere sommo– diventa un rompicapo.

Per completezza d’informazione diciamo anche questo: una volta riposta tutta quella macedonia nel piattino, abbiamo scoperto una struttura da capi supremi della granita, anche il sapore è stato una bella scoperta.

Riassumendo: la granita è meglio senza (tante) decorazioni.

Gusto consigliato: Lampone

L’angolo delle delizie – Via del Sole 1, Gliaca (ME)

#34 PASTICCERIA GRASSO – MACCHIA DI GIARRE (CT) | Nuova Entrata

Bar Grasso - Macchia di Giarre - Granite2018

Bar Grasso - Macchia di Giarre - Granite2018

Torniamo ancora una volta sull’incoerente geografia della granita. Dove si trovano le granite migliori di Catania se non fuori Catania? Ovvero nei paesi della cinta marinara, da Acireale a Giarre (che si considerano altra cosa rispetto al capoluogo di provincia).

La pasticceria Grasso a Piazza di Macchia, frazione di Giarre, lungo la strada che dall’Etna porta al mare di Riposto, è l’esempio virtuoso. Un classico a gestione familiare che non tramonta mai.

Vito Grasso, il granitiere, si desteggia con movimenti bradipi e sicuri. La case-history della brioscia è particolare, il risultato risulta diverso da qualunque altro nella zona etnea. E parlando del sapore, pur avendo le sembianze tipiche delle briosce catanesi, ricorda quelle che si fanno nel siracusano.

Morbida e voluminosa sembra più un panino al latte che un dolce da pasticceria.

Bar Grasso - Macchia di Giarre - Granite2018

Gusto consigliato: pesca
Consigli per intenditori: gelato al torrone pasta di mandorle.

Pasticceria Grasso – Via Pacinotti 1, Macchia, Giarre (CT)

#33 EDEN BAR – ACI TREZZA (CT) | – 6

Granita Eden Bar - Acitrezza - Granite2018

Granita Eden Bar - Acitrezza - Granite2018

Granita Eden Bar - Acitrezza - Granite2018

Il catanese si assoggetta di buon grado al rito collettivo della prima granita di primavera consumata all’Eden bar. Se poi era giovane e rampante negli anni Ottanta, al solo pensiero rischia pure la botta di nostalgia.

Ma la granita non passa di moda, specie quella espressionista dell’Eden Bar, appena rinnovato e specializzato nel gusto gelsi.

Bando al kitsch, questa granita viene sormontata solo dalla panna, che anche questa volta si è dimostrata superiore alla media dei bar-pasticceria catanesi.

Gusto consigliato: gelsi

Eden Bar – Via Provinciale 89, Aci Trezza (CT)

#32 BAR KENNEDY – ACIREALE | + 2

Bar Kennedy - Acireale - Granite2018

Bar Kennedy - Acireale - Granite2018

Bar Kennedy - Acireale - Granite2018
Acireale, detto e sottoscritto, è zona di scultoree granite in puro stile sicilian-style, di quelle che mandano fuori di testa i turisti e chi se la tira con discorsi da gran gourmet. Questa vocazione scultorea ha però uno spiacevole effetto collaterale: spesso rende la granita troppo compatta, soprattutto quella alla mandorla.

La perizia dei granitieri del bar Kennedy scongiura il rischio, e se non fate troppo caso alla folla onnipresente, troverete anche una granita alla mandorla fresca e saporita.

Gusto consigliato: pistacchio, mandorla

Bar Kennedy – Via John Fitzgerald Kennedy 39/L, Acireale (CT)

#31 NUOVO CAFFE AL PORTICO – CARRUBA (CT) | + 1

Caffe Al Portico - Granite2018

Carrubba: frazione di Giarre. Abbiamo capito che la sempre valida equazione paese sgarrupato/ottima granita funziona poco con i pezzi da colazione, ancora meno con la tavola calda.

Poi c’è l’eccezione che conferma la regola. Questo bar sotto i portici di fronte alla chiesa del paese, è luogo di trionfi per la granita come per il cornetto che l’accompagna. Non basta, siamo anche tornati per portare via gli arancini, specie la versione con i funghi porcini dell’Etna.

Caffe Al Portico - Granite2018

Caffe Al Portico - Granite2018
Gusto consigliato: Mandorla, gelsi
Consigli extra: Arancino ai porcini dell’etna.

Nuovo Caffè al Portico – Via S. Martino 1, 95014 Carruba CT

#30 U TEDESCO – MESSINA | – 1

U tedesco - Messina

U tedesco - Messina

Il messinese a cui chiedete lumi di Andrea Soffli si chiederà chi diavolo sia. Ma ditegli che cercate U Tedescu e il suo volto s’illuminerà.

Lo conoscono e lo amano tutti, prima delle recenti elezioni comunali girava in città il suo santino elettorale: alla fine è stato eletto al consiglio di quartiere. Ma continua a fare granite stupende circondato dall’atmosfera allegra che regna intorno al furgoncino da abile venditore di strada

I gusti che si trovano da U Tedescu sono caffè, caffè e panna, fragola, fragola e panna, e così via, nel senso che la granita senza panna è considerata un gusto a parte.

Se i gourmet messinesi storcono la bocca per un un presunto eccesso di informalità, i numerosi fan de U Tedesco non hanno dubbi: la granita autentica è questa non ce n’è per nessuno.

Gusto consigliato: caffe e panna

U tedesco – Viale Europa, Messina

#29 BAR F.LLI AVERNA – RIPOSTO (CT) | – 10

Bar F.lli Averna - Riposto - Granite2018

Bar F.lli Averna - Riposto - Granite2018

L’arredo è quello del bar strapaesano che vuole darsi un tono. Del resto, si viene qui per comprare i dolci di Riposto (inteso come paese), anche se, come in un gioco di assonanze, si tratta di dolci farciti con la confettura adatti a essere posati, conservati.

La presenza incombente dell’Etna e dei suoi frutti influenza le granite, si sente in particolare nei gusti gelsi e limone.

Novità di quest’anno: il dehors con piccoli tavoli in ferro battuto, ricavato in una viuzza ombreggiata dalle abitazioni.

Gusto consigliato: gelsi, cioccolato
Consigli per intenditori: dolci di riposto.

Bar F.lli Averna – Corso Italia 41, Riposto (CT)

#28 BAR CAMPIDOGLIO – S.AGATA DI MILITELLO (ME) | + 11

Bar Campidoglio

Bar Campidoglio

Sant’Agata di Militello. La storia del bar Campidoglio inizia con il triciclo refrigerato per vendere la granita al limone.

Oggi che prosegue in un bar più confortevole ci resta una certezza: non troverete panna migliore di questa in tutta la Sicilia. Chiedetela insieme alla granita di fragole o fragoline di bosco, due proposte di una delicatezza rara.

Non guasterebbe più cremosità.

Gusto consigliato: fragola e panna
Consigli per intenditori: cannolo di ricotta

Bar Campidoglio – Via Campidoglio 25, Sant’Agata di Militello (ME)

#27 PASTICCERIA IRRERA 1910 – MESSINA | – 6

Irrera - Messina - Granite2018 Irrera - Messina - Granite2018

Breve inciso sulle abitudini di consumo delle singole città: a Messina, anche nelle pasticcerie di gran blasone come questa, la mezza (nome in codice della granita) con panna, si prende al bancone.

Le discussioni sulla granita al caffè messinese sono infinite. I sostenitori della versione liquida, quasi come un caffè, non si accordano mai, manco morti, con chi predilige la cremosità, sul genere della crema di caffè.

La granita con panna di Irrera è la miracolosa via di mezzo che mette tutti d’accordo. Anche se resta comunque identitaria, insomma tipicamente messinese.

Dalla granita di Catania, quella della città sullo stretto si distingue per l’intensità del caffè e per la panna vellutata, che anche da Irrera, come in tutto il messinese, si spalma con la spatola e si livella con il bicchiere. Peraltro accompagnata da una splendida brioscia preparata con burro olandese.

Irrera - Messina - Granite2018

Gusto consigliato: caffe con panna

Pasticceria Irrera 1910 – Piazza Cairoli 12, Messina (ME)

#26 PASTICCERIA RIZZO – SIRACUSA | + 8

Pasticceria Rizzo - Siracusa - Granite2018

Pasticceria Rizzo - Siracusa - Granite2018

Il femminello IGP di Siracusa, usato per una delle granite al limone più buone che si trovano in Sicilia, è il simbolo di questa nota pasticceria, presa d’assalto da siracusani e turisti a qualunque ora del giorno.

I limoni, prima spremuti a mano uno per uno quando sono perfettamente maturi –il periodo migliore per concentrare il sapore– vengono poi abbattuti. Di usare la spremiagrumi elettrico manco se ne parla, perché, come si dice da queste parti, il limone si “brucia”.

Pasticceria Rizzo - Siracusa - Granite2018

Brioscia mandorlata - Bar Rizzo Siracusa

Gusto consigliato: limone

Pasticceria Rizzo – Via Polibio 72-80, Siracusa

La classifica delle migliori 50 granite siciliane di Dissapore, anno di grazia 2018, vi dà appuntamento a domani per scoprire le posizioni che vanno dal numero 25 al numero 1.

Classifica granite siciliane 2018: dalla 25 alla 1

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Non sono i tormentoni musicali a rappresentare un’epoca, ma certe granite siciliane. Volete sapere quale epoca? L’estate naturalmente.

Ne siamo così convinti che coltiviamo l’ossessione per la granita dal 2016, con le 10 migliori granite siciliane di CataniaMessina e del Resto dell’Isola. Poi è venuta la cliccatissima classifica delle 50 granite siciliane migliori del 2017, una coperta di Linus se volete andare per granite siciliane a colpo sicuro.

Ora, finalmente, è il momento dell’edizione 2018:

— ieri abbiamo scoperto le posizioni dal numero 50 al 26;
— oggi, come promesso, scopriamo le posizioni dal numero 25 all’1.

[La classifica delle 50 granite siciliane del 2018 sta arrivando]

[Le 50 granite siciliane migliori del 2018: da 50 a 1]

Non vi consumate nell’attesa di scoprire il bar-pasticceria numero uno, piuttosto, ripassate i criteri da soddisfare per chi è interessato a entrare in classifica.

Nel frattempo, sensibili al ricambio, abbiamo assicurato alla nuova classifica ben 13 nuove entrate, la più alta delle quali si trova al numero 4: complimenti al Caffè Apollo di Ortigia, Siracusa. Gusto dell’anno è l’anguria del Bambar di Taormina. Insospettabilmente cremosa, va provata senza esitazioni.

Detto e sottoscritto tutto ciò, siamo pronti a cominciare.

#25 CHIOSCO DEI CENTO CAVALLI – SANT’ALFIO (CT)

CAstagno dei cento cavalli
Castagno cento Cavalli - Sant'Alfio

In un giorno imprecisato del 1300, seconda metà per i precisini, Giovanna d’Angió, regina di Napoli, insieme a 100 cavalieri, trova rifugio da un violento temporale sotto la gigantesca chioma di un castagno, probabilmente il più antico albero d’Europa. Di quella notte, come facilmente immaginabile, i siciliani narrano momenti di passione, dissolutezze e vergogne.

Il chiosco dei cento cavalli si trova nella piazza antistante il maestoso castagno. Prendersi una granita ascoltando Disperato erotico stomp rappresenta un momento di relax per i viandanti accorsi a visitarlo, come l’inevitabile chiacchierata con i proprietari, orgogliosi dell’amicizia con Lucio Dalla, a loro dire habitué del luogo.

Chiosco cento cavalli - granite2018

Chiosco cento cavalli - granite2018

Classici gusti a parte, fino a metà luglio impazza la ciliegia, imperdibile, preparata non con la classica mastrantonia, ottima varietà local, ma con la biganó di Sant’Alfio, più morbida e voluminosa.

Granite2018

Gusto consigliato: Ciliegia
Consiglio per intenditori: non fermatevi al castagno dei Cento Cavalli, proseguite per vedere il Castagno della Nave, vecchio tremila anni e ancora più maestoso, anche se meno famoso.

Chiosco dei Cento Cavalli – Piazzale 100 Cavalli, Sant’Alfio (CT)

#24 SAVIA – CATANIA

Granita e Brioscia - Savia - Catania - Granite2018

Granita e Brioscia - Savia - Catania - Granite2018

Istituzione catanese, centro del centro etneo, battezzato da Federico De Roberto ne ‘I Vicerè’ Salotto della città.

Ai tavoli i turisti consumano la granita, e visto si trovano nel tempio conclamato dell’arancino catanese, alternano una all’altro con dubbio istinto gourmet (compreso il ministro dell’Interno Salvini).

Gestiscono Savia due gemelli cui il successo della pasticceria sembra far bene, fatto sta che sembrano non invecchiare. Eppure mantenere alto il livello di Savia non è semplice, con quei numeri! Quaranta dipendenti, arancini fritti a chili, file chilometriche (soprattutto nel giorno di Sant’Agata, patrona della città).

Tollerano con signorilità anche qualche malalingua, specie quando c’è di mezzo una classifica delle granite.

Le abbiamo provate anche stavolta, e a ogni gusto dobbiamo riconoscere consistenze ammirevoli. Tra i gusti prevale come ogni anno la fragola. Buona la panna fresca, superiore alla media catanese.

Granita e Brioscia - Savia - Catania - Granite2018

Granita e Brioscia - Savia - Catania - Granite2018

Gusto consigliato: fragola

Consiglio per intenditori: arancino alla catanese, che Savia dopo ampio dibattito chiama arancinU

Pasticceria Savia – Via Etnea, Catania

#23 BAR DE LUCA – BRIGA MARINA (ME) | – 7

Tre generazioni di gelatieri: De Luca è una piccola gelateria posta lungo la via principale a Briga Marina, località balneare a pochi chilometri da Messina.

Nonostante si trovi in un paese balneare, le granite e i gelati qui si trovano tutto l’anno. (Cosa non sempre scontata).

Bar De Luca - Granite2018

Bar De Luca - Granite2018

La grande varietà dei gusti disposti nei tanti pozzetti lungo il bancone, sembra non voler tradire l’autenticità della granita, pur innovando i metodi di lavorazione. Limoni nostrani e prodotti dell’isola sono la parola d’ordine delle granite.

Gusto consigliato: fragole di bosco

Bar De Luca – Via Nazionale 208, Briga Marina, Messina (ME)

#22 QUARANTA – CATANIA

Il caldo del centro catanese è simile a quello che si prova mettendosi in pieno agosto davanti a uno split di aria calda, di diverso ha che è anche terribilmente umido. Per questo il lungomare di Ognina attira come calamita, con l’illusione della frescura portata dal mare.

Quaranta si trova alla fine di questo lungomare, vicino a porticciolo della città che vive di vita propria e in cui ad ogni scoglio viene dato affettuosamente un nome dai vecchi bagnanti.

Quaranta - Granite2018

Il sapore della granita ai gelsi qui non fa una piega: è equilibrato e pulito, è uno di quei casi in cui il colore non inganna.

Gusto consigliato: Gelsi
Consiglio per intenditori: Passate da Nitto, a pochi metri di distanza, per una frittura di pesce o frutti di mare da consumare in piedi

Pasticceria Quaranta – Piazza Mancini Battaglia 17, Catania

#21 BAR NOVIZIATO – MESSINA | – 14

La granita ai gelsi in Sicilia è buona fin dove si vede l’Etna, perché è qui che se ne raccolgono i migliori. Cosa significa? Che nel catanese è migliore rispetto al messinese.

Ne fa eccezione il bar Noviziato: un piccolo chiosco con spazio all’esterno, su una curva in salita talmente ripida che preferiamo farla in auto, e il mare che si vede da lontano.

Bar Noviziato - Messina

Bar Noviziato - granita gelsi

I gestori sono giovanissimi e possiedono una buona dose di quel sano e naturale attaccamento alla tradizione, forse troppo, a tal punto che all’interno rimane arredato alla buona, con un mosaico che fa girare la testa.

In ogni caso pane pane, vino vino, la granita la si serve dalla finestra.

Gusto consigliato: gelsi con panna

 Bar Noviziato – Viale Italia 4, Messina

#20 IL TUO GELATO 2 – MARZAMEMI (SR) | – 5

In Sicilia ci sono i granitieri che fanno la granita e basta, senza fronzoli, come fosse la cosa più naturale del mondo. Ci sono poi quelli che ne seguono le sorti, studiano ogni dettaglio, mitizzando i maestri della granita.

E’ il caso di due giovani fratelli, figli d’arte, coadiuvati da qualche giovane e magra collaboratrice dietro il bancone. Appassionati di granite e gelato, ambiziosi, forse anche troppo.

Sarà che siamo nella provincia delle mandorle, ma la granita mandorla tostata è talmente intensa e ricca di mandorle che rientra appena nei limiti di una granita dalla consistenza leggera.

Sorpresa, quella al limone, che troviamo ottima in un bar che non è di periferia, fatta con limoni spremuti a mano, con spremiagrumi manuale.

Gusto consigliato: limone

Il tuo gelato 2 – Via Letizia 7, Marzamemi (SR)

#19 BAR TORINO – MESSINA | – 7

Bar Torino

Bar Torino

Caffè espresso lungo e zucchero, lavorazione a pala con la campana della Carpigiani, assolutamente tradizionale, il risultato è una mezza con panna cremosa con un intenso aroma di caffè, come Messina comanda.

Tanto da diventarne l’emblema per i messinesi, che da cinquant’anni in questo piccolo bar della Via Cavour consumano la granita velocemente e al bancone.

Gusto consigliato: Caffe con panna

 Bar Torino – Corso Cavour 153, Messina (ME)

#18 CAFFE CIPRIANI – ACIREALE (CT) | – 10

Caffe Cipriani - Acireale - Granite2018

Caffe Cipriani - Acireale - Granite2018

Si potrebbero trascorrere ore ad osservare ogni singolo dettaglio della chiesa di San Sebastiano, un monumento di perfezione barocca scelto spesso dai novelli sposi di Acireale.

Una pasticceria come quella di Cipriani non poteva che essere qui dove è, anche  se perde qualche posizione rispetto allo scorso anno, quando avevamo trovato impeccabile ogni singolo gusto.

I camerieri servono la granita impettiti da gilet e “coppola” elegante, chiedendo se la brioscia la preferiamo fredda o  riscaldata. E dato che ormai in Sicilia l’abitudine di riscaldare la brioscia sta prendendo il sopravvento, ci accontentiamo che lo chiedano direttamente, almeno da fredda ne percepiamo la qualità

Caffe Cipriani - Acireale - Granite2018

Gusto consigliato: Gelsi

 Caffe Cipriani – Piazza Lionardo Vigo 3, Acireale CT

#17 CAFFE SICILIA – NOTO (SR) | – 4

Lo hanno definito il signore delle granite. La puntata di Chef Table trasmessa da Netflix che lo vede protagonista ha ricevuto addirittura una nomination agli Emmy Awards. Eppure, il pedigree televisivo non basta per entrare nella top ten della classifica di Dissapore.

Nel cuore di Noto, elegante e barocca come sempre, abbiamo faticato a trovare un tavolo tra turisti italiani e stranieri che gustavano la granita di Corrado Assenza, lottando contro qualche ape ingolosita dal limone.

Caffè sicilia - granite2018

Caffè sicilia - granite2018

Caffè sicilia - granite2018

Questa volta abbiamo scelto tre gusti di granita -mandorla di Noto, albicocca e gelsi- serviti nelle consuete tazze di ceramica bianca.

Abbiamo trovato la struttura, gradevole agli occhi e al palato, leggermente più solida rispetto al passato. Leggero e aggraziato, il gusto mandorla non ha espresso il sapore atteso, mentre i gelsi sembravano colti in anticipo rispetto al punto ideale di maturazione. Grande assente, nel gusto albicocca, la dolcezza: poco lo zucchero e la frutta eccessivamente aspra.

Caffè sicilia - granite2018

Caffè sicilia - granite2018

Per carità,  sono le scelte consapevoli e nutrizionalmente corrette di un ricercatore inesausto come Assenza, profeta del less is more in una regione, la Sicilia, dove chi sottrae invece di aggiungere in pasticceria corre un bel rischio. Il risultato tuttavia, almeno questa volta, non è stato all’altezza della fama.

Gusto consigliato: fragola e pomodoro

Caffe Sicilia – Corso Vittorio Emanuele 125, Noto (SR)

#16 CAFE SOLAIRE – ACI TREZZA (CT) | + 6

Caffe Solaire - Granite2018
Granita melone cantalupo - Caffe Solaire - Granite2018

Terra epica, Acitrezza. Alzi la mano chi non ha studiato l’inganno di Ulisse a Polifemo, o l’illusione immortale dei Malavoglia, che andarono per arricchirsi e finirono con l’affunnare insieme alla loro barca.

Se ci fosse stata la granita al posto dei lupini, magari il fine sarebbe stato lieto, come dimostra il successo della granita, questa sì senza inganno né illusione, della granita del Cafe solaire.

La piazza è piccolissima, il bar ancora di più: d’estate è affollato di catanesi che da queste parti si bagnano in mezzo agli scogli e adorano pranzare con la granita.

Il pistacchio potrebbe apparire di un verde troppo luminoso, ma il gusto la fa vinta sull’aspetto.

Gusto consigliato: melone cantalupo

Gran Cafè Solaire – Via Provinciale 81, Aci Castello (CT)

#15 DODDIS – MESSINA | + 1

Doddis - Granite2018

La via Garibaldi di Messina è un brulicare di pasticcerie gelaterie, che si trovano tutte lungo i marciapiedi ai lati della via, in un’atmosfera cittadina ma non proprio da sogno.

Doddis cerca di compensare con l’eleganza degli arredi interni, tanto da essere considerato il salotto buono dei messinesi: bancone in legno e i vitelloni della città che consumano la granita.

Sarà per le fragole di bosco poste sopra che fanno la differenza, sarà perché il suo aspetto parla di naturalità indiscussa, ma la fragola con panna rimane un must.

Gusto consigliato: fragola con panna

Doddis – Via G. Garibaldi 414, Messina

#14 BAR F.LLI PATANE’ – POZZILLO (CT) | – 8

“Mi chiamo Franco Patanè, e lei quanto zucchero mette nella granita al limone?”

Occhi azzurri, quasi di ghiaccio, camicia a maniche corte e vacanziera, atteggiamento da Brucaliffo, Franco Patane è il professore delle granite. E ha una naturale predisposizione a interrogare, soprattutto se si tratta del suo argomento preferito.

Franco Patanè - Pozzillo Granite2018

Pozzillo superiore, frazione di Acireale, è terra di limoni verdelli. Patanè aggiunge all’asprezza del verdello le vescicole dei finger lime che coltiva lui stesso.

Messe sulla sua granita al limone ghiacciandosi diventano in bocca come caramelle.

Brioscia - Fratelli PAtane - Granite2018 Brioscia - Fratelli PAtane - Granite2018

Gusto consigliato: Limone e fingerlime
Consiglio per intenditori:  gelato fior di latte

Bar F.lli Patanè – Via Chiusa degli Ulivi, 67, Pozzillo fraz. di Acireale (CT)

#13 PASTICCERIA F.LLI RUSSO – SANTA VENERINA (CT) | – 3

Dal 1880 la pasticceria Russo, con i tre fratelli Russo, è custode dell’autentica tradizione dolciaria siciliana.

Frutta Martorana - Russo - Granite2018

I gusti della granita sono rigorosamente quelli tradizionali: dai gelsi al limone, dalla mandorla alla fragola, tutto ha il sapore di un’Etna calda e antica.

La granita qui si consuma abitualmente con il cornetto al miele dell’Etna. E se non si resiste si può aggiungere un cannolo alla crema, e se non si resiste ancora si può anche provare una tortina paradiso.

Frutta Martorana - Russo - Granite2018

Gusto consigliato: Gelsi
Consigli extra: Cornetti al miele.

Pasticceria F.lli Russo – Via Vittorio Emanuele 105, Santa Venerina (CT)

#12 PASTICCERIA GIULIO – CAPO D’ORLANDO (ME) | – 3

Giulio - Granite2018

Giulio - Granite2018

E’ la migliore pasticceria di capo d’Orlando, per questo entrare per ordinare una granita e resistere alla tentazione di mordere uno dei tanti dolci in vetrina è difficilissimo.

Ma anche la granita al mandarino non è da meno e quest’anno questo gusto conferma il suo primato siciliano: rinfrescante e dall’aroma inconfondibile e intenso, senza mai risultare troppo.

Sarà perché è fatta con mandarini del luogo o sarà perché da Giulio ogni prodotto che abbia a che fare con gli agrumi ha qualcosa di speciale, anche nella pasticceria.

Come il tronchetto al limone, dal colore giallo talmente vivace da far venire il dubbio che sia troppo limonoso. Ma dal gusto e dall’aroma talmente fresco da farsi mangiare a chili.

Giulio - Granite2018

Giulio - Granite2018

Gusto consigliato: mandarino
Consiglio per intenditori: tronchetto al limone o le famose palle del presidente.

Pasticceria Giulio – Via Giovanni Amendola 25, Capo d’Orlando (ME)

#11 BAR SAN DOMENICO – ACIREALE | + 27

Sandomenico - Granite2018

Sandomenico - Granite2018

Pochi sono i gusti reinventati, abbinamenti fantasiosi, interpretazioni e rivisitazioni, frutto di creatività dei granitieri che ci convincono in fatto di granite. La mandorla araba del San Domenico è uno di questi.

Presentata per la prima volta alla Nivarata di qualche anno fa, stravinse l’edizione, e ancora oggi resiste per l’assoluta sensazione di freschezza. E’ a tal punto azzeccata da diventare un classico.

La granita è fatta con la mandorla corrente, o romana, di Avola, più arrotondata della pizzuta, e con una percentuale di mandorle amare molto bassa, anice stellato e infine cannella.

Al San Domenico anche il pistacchio fa la differenza, creata con il pistacchio di Bronte, la cui dolcezza garantita si percepisce ad ogni boccone.

Granita gelsi - granite2018

Gusto consigliato: mandorla araba, pistacchio, gelsi

Bar San Domenico – Piazza S. Domenico 27/28, Acireale (CT)

#10 DELICIOUS CAFE- CAPO D’ORLANDO (ME) | Nuova entrata

Delicious - Granite2018

Delicious - Granite2018

Delicious - Granite2018

Nell’isola pedonale alle spalle del municipio di Capo d’Orlando, sotto alberi di arance, il Delicious cafe è punto di riferimento fino alle prime ore della notte.

Si definiscono non a caso granitieri: provate a immaginare un gusto qualsiasi, da Delicious lo troverete.

La grande quantità di granite e la varietà dei gusti proposti non ha però mutato la qualità dei prodotti, della frutta fresca in particolare. Si va dal lampone al passion fruit, dalla fragola alla pesca, fino a ricotta e alla nutella (la scelta per queste ultime proposte è l’unica sbavatura). Fatto sta che vedere passare questi tanti colori (naturali) di granite è un piacere che rinfresca già alla vista.

Delicious - Granite2018

Delicious - Granite2018

Delicious - Granite2018

Il signor Francesco Lazzara, il titolare, si reca sul luogo per selezionare anche i gelsi dell’Etna. Nel frattempo lo sostituisce egregiamente il nipote, che ci tiene al suo aspetto e per lo scatto cambia la maglietta.

Gusto consigliato: mango
Consigli extra:le granite sono così buone che non hanno bisogno della panna (ma prendete la brioscia, ne vale la pena).

Delicious Cafe – Via Giovanni Amendola 55, Capo d’Orlando

#9 BAR EDEN – MESSINA | – 7

E’ il bar più vicino alla Calabria, che da Torre Faro sembra potersi toccare con la punta di un dito, ma la granita dell’Eden rimane siciliana.

Ristrutturato in soli due mesi, prima della bella stagione, ha assunto uno stile vagamente marinaresco.

Bar Eden - Messina - Granite2018

Bar Eden - Messina - Granite2018

Bar Eden - Messina - Granite2018

Rimane intatta la sostanza: la granita dalla consistenza e gusto impeccabili.

La brioscia merita un capitolo a sé stante. Non tanto per le dimensioni, quanto per il profumo irresistibile di vaniglia, e il fatto che sia sempre calda (cosa non scontata perchè molti granitieri la propongono riscaldata).

La ricetta rimane un segreto affidato solo a due persone: il signor Santo naturalmente, che le prepara a tutto spiano, e il suo fido collaboratore.

Bar Eden - Messina - Granite2018

Bar Eden - Messina - Granite2018

Gusto consigliato: pesca

Bar Eden – Via III Palazzo 3, Messina

#8 BAR DEL SUD – MESSINA | Nuova entrata

Piccolissimo bar nel centro di Messina con due tavoli da bistrot posti fuori. Dietro il bancone due o tre giovani che preparano gelati e granite, e alle casse la signora Elisa: occhi azzurri, bionda e minuta ma con la risolutezza e il coraggio di un uomo.

Inizia la sua storia al Bar del Sud come dipendente, fino a quando i titolari dopo quarant’anni decidono di chiudere. Allora prende il gruzzoletto raccolto in tanti anni e acquista il Bar mantenendone intatti nome e fama.

Bar del sud - granite2018

Bar del sud - granite2018

La granita è leggermente più voluminosa di quella tipica messinese, il gusto morbido e leggero. La brioscia dalle dimensioni standard stupisce per il profumo di vaniglia.

Bar del sud - granite2018

Gusto consigliato: fragola.
Consiglio per intenditori: gelato al gianduia.

Bar del Sud – Via G. Garibaldi 85, Messina

#7 BAR ALECCI – GRAVINA DI CATANIA (CT) | – 2

Alecci è stato tra i primi a rivolgersi ai produttori di Bronte per un gusto ancora poco conosciuto nella granita: il pistacchio.

Anche oggi resta tra i migliori, insieme a tanti altri gusti che per estetica e consistenza fanno del bar Alecci la scuola della granita catanese, nonché l’indirizzo preferito dagli abitanti della città etnea.

Bar Alecci - Granite2018

Unica controindicazione: la multa per il parcheggio selvaggio dell’auto comminata senza soluzione di continuità dai solerti vigili, sempre presenti lungo la via trafficata.

Gusto consigliato: Pistacchio
Consiglio per intenditori: Panzerotto alla crema

Bar Alecci – Via Gramsci 60, Gravina di Catania (CT)

#6 BAR LA TIMPA – SANTA MARIA LA SCALA (CT) | – 3

Ci sono posti, come La Timpa a Santa Maria la Scala, micro frazione di Acireale, in cui il cliente non ha sempre ragione e i convenevoli semplicemente non esistono. Se si riesce a mangiare qualcosa bisogna pure ritenersi fortunati: prendere o lasciare.

Zia Tanina - Granite2018

Zia Tanina - Granite2018

Granita Mandorla - Zia Tanina - Granite2018

Però la ‘ranita alla mantola‘ di Celestino Gaetana, in arte za Tanina (zia Tanina) ha il sapore delle mandorle vere e non di cocoina, la colla in pasta usata anni fa che odorava di mandorle amare.

Meriterebbe un pedigree araldico per quanto è buona, anche se nessuno sa lo zucchero che c’è, né quanta acqua. Di frutta però la zia Tanina ne usa un cesto di quelli grandi, e si sente benissimo nella granita che riempie il bicchiere di carta, da divorare al fresco della piazzetta sotto la “timpa”, il costone lavico dalla natura selvaggia, incantevole e silenziosa.

Per i ceti medi assai riflessivi e molto gourmet, un’esperienza che accarezza il sublime.

(Giusto un paio di avvertenze:

– Le granite vanno a ruba e spesso mancano le brioscie, nel caso provatele con il pane di casa e non tornerete più indietro;

– Se trovate il pavimento bagnato, aspettate che si asciughi. Non fate i permalosi né gli spiritosi, avete di fronte una donna siciliana di grande intelligenza, dalla battuta salace e pronta.

Granita Mandorla - Zia Tanina - Granite2018

Gusto consigliato: mandorla, pesca.
Consiglio per intenditori: parmigiana di tonno.

Bar Trattoria La Timpa – Via Tocco 37, Acireale (CT)

#5 DA ALFREDO – SALINA (ME) | Nuova entrata

Alfredo - granite2018 - Salina

Un monumento alle granite eoliane nel largo e spazioso lungomare di Lingua, frazione di Santa Marina, nell’isola di Salina.

Alfredo ha gli occhi chiari e l’abbronzatura perenne di chi vive ogni giorno nei posti che noi comuni mortali sognamo. È come se avesse scritto in faccia: godetevi l’estate.

Monumento vivente alla granita qual è, oggi gira per i tavoli per rappresentare se stesso e chiacchierare con i clienti sempre numerosi. Al resto pensano i due figli maschi.

Alfredo - granite2018 - salina Alfredo - granite2018 - Salina Alfredo - granite2018 - salina

Quando ha iniziato, cinquant’anni fa, Alfredo faceva solo granite al limone e al caffè, per poi provare e riprovare la fragola, che all’inizio non veniva bene. Adesso l’assortimento è aumentato e varia con le stagioni.

La panna è vellutata e morbida, meno sublime la brioscia.

Due parole sulla famosa granita, simile nello stile a quelle che si fanno a Milazzo, fluida senza essere acquosa, espressiva nella concentrazione del sapore, ancora più enfatizzata, inutile nasconderselo, dalla maestosa vista su Lipari che si gode dal bar di Alfredo, e dal mare cristallino proprio lì, dietro quel muretto.

GUSTO CONSIGLIATO: Granita ai fichi e all’arancia

Consiglio per intenditori:  il pane condito.

Da Alfredo -Via Marina Garibaldi, Lingua (Isola di Salina) ME

#4 CAFFE APOLLO – ORTIGIA | Nuova entrata

Apriamo il capitolo vizi: c’è chi cambia moglie, chi cambia auto, e c’è anche chi, ogni otto anni, cambia bar. È il solo vizio del signor Paolo Fortuna, indomito ricercatore di bar caduti in digrazia, che acquista, ristruttura e porta gli antichi splendori. Per poi ricominciare.

La vicende recenti lo hanno portato al Caffè Apollo. Siamo a Ortigia, antico nucleo di Siracusa che oggi è ormoni, voglia di vivere, sapori di mare e battaglioni di turisti.

Granita caffè apollo - granite2018

Granita caffè apollo - granite2018

Per la granita al limone ne centrifuga due, inclusi di buccia, piuttosto che lasciarla in infusione. E’ questo il motivo di tanta intensità nel gusto, oltre che nella scelta del limone femminello, una razza di limoni di Siracusa riconosciuto con il marchio Igp.

Ma a parte questo, se il limone si può trovare ottimo anche altrove, quel che altrove non si trova così buona è la granita ai fichi d’india: la dolcezza del frutto e i suoi sentori rimangono intatti, nonostante il frutto sia così restio alla lavorazione per via dei semi e la difficoltà di individuarne la maturazione migliore.

Granita caffè apollo - granite2018

Da non perdere la brioscia con granella di pistacchio, e, su richiesta, la granita alla pesca con un po’ di malvasia.

Granita caffè apollo - granite2018

GUSTO CONSIGLIATO: Fichi d’India

Consiglio per intenditori: brioscia con granelle di pistacchio 

Caffe APOLLO– Largo XXV Luglio, 13, Ortigia (SR)

#3 BAR FIUMARA GIOVANNI – VILLAFRANCA TIRRENA (ME) | – 2

Il vincitore della classifica 2017 si trova ora al terzo posto.

Lo scorso anno arrivarono il pubblico encomio del sindaco di Villafranca, la promessa di eterna gratitudine da parte dei lettori entusiasti per la granita, come pure tsunami di critiche, specie dai messinesi, che da intenditori quali sono hanno fatto le pulci al bar Fiumara.

Bar Fiumara Giovanni - Villafranca - Granite2018

Bar Fiumara Giovanni - Villafranca - Granite2018

Noi l’abbiamo rimesso alla prova più volte: siamo ancora convinti di aver fatto la scelta giusta.

Per il concentrato di passione, storia e tradizione che le granite di Sebastiano Fiumara esibiscono: i gusti gelsi, fragola, caffè, cioccolato, fino alla panna e alla brioscia sono Sicilia in purezza. Come la semplicità dei gesti e l’accoglienza sempre sorridente.

Bar Fiumara Giovanni - Villafranca - Granite2018

Gusto consigliato: cioccolato
Consiglio da intenditori: mattonella

Bar Fiumara Giovanni – Via Antonello da Messina 12, Villafranca Tirrena (ME)

#2 PASTICCERIA MUSUMECI – RANDAZZO (CT) | + 2

PAsticceria Musumeci - Granite2018

Musumeci - Granite2018

Capita sempre in Sicilia, nella bella stagione, di incontrare un matrimonio, a volte un pò anomalo. E capita che di fronte a una bellissima chiesa ci sia anche una gelateria d’eccezione, quella di Musumeci.

Questa volta il secondo posto va a Giovanna Musumeci, che nella bella Randazzo, di fronte alla Chiesa di Santa Maria, prepara granite gloriose e raffinate.

Ventesima nella classifica delle 100 gelaterie artigianali migliori del 2018 di Dissapore, è seconda per le sue spumose allegorie (leggi granite). Mica male, visto che replicare un buon gelato con una granita ai limiti della perfezione non è per niente scontato. Ma a Musumeci riesce.

Contribuiscono la scelta della frutta, in arrivo soltanto dall’Etna, un’anima nerd portata con allegria contagiosa e il ruolo conclamato di secchiona della pasticceria siciliana.

PAsticceria Musumeci - Granite2018

PAsticceria Musumeci - Granite2018

Dovete provare la brioscia: l’abbiamo trovato diversa; impressione confermata dalle variazioni apportate dalla pasticciera di Randazzo, a iniziare dalle farine.

Ci trovate tutto, la fragranza del pane e i profumi della pasticceria

Gusto consigliato: lampone, e naturalmente pistacchio di Bronte
Consiglio per intenditori: Una sola raccomandazione: fermatela se parla troppo, ricordatele che siete lì per le sue granite

Pasticceria Musumeci – Indirizzo: Piazza Santa Maria, 5, 95036 Randazzo (CT)

#1 BAMBAR – TAORMINA (ME) | + 13

Bambar - Taormina - Granite2018

Bambar - Taormina - Granite2018

Acqua, zucchero, soprattutto frutta. In generosa quantità e stipata nelle cassette dietro un bancone due metri per due, dove almeno sei addetti danzano come in una finale di nuoto sincronizzato.

Se Taormina è colorata, il Bambar sembra un grande, variopinto carretto siciliano. I dipinti sono di Tino Giammona, artista taorminese che ha portato l’allegria dei fichi d’india e delle arance fino all’ingresso del bagno.

Sullo sfondo delle maioliche colorate, idolo dei turisti che lo amano smodatamente, “Saretto” ha cambiato destinazione d’uso alla bottega di lampadine della sua famiglia. Meglio fare granite, ha pensato.

Bambar - Taormina - Granite2018

Bambar - Taormina - Granite2018

Bambar - Taormina - Granite2018

Bambar - Taormina - Granite2018

Granita fragola e pesca - Bambar - Granite2018

Bambar - Taormina - Granite2018

Da quel giorno prepara 23 gusti di granita, tutti, nessuno escluso, invitanti e saporiti. Il capolavoro è l’anguria –non a caso gusto dell’anno– incredibilmente cremosa nonostante la predisposizione del frutto a cristallizzare.

Una molla più che un uomo, Rosario Bambara, per tutti “Saretto”: serve ai tavoli snocciolando in cinese, turco o giapponese le 23 granite diverse, arrogandosi non senza ragione il ruolo di amabasciatore internazionale della dolcevita siciliana.

Visti anche gli autodichiarati “400 vip” serviti in 22 anni di attività e diventati tutti supporter entusiasti del Bambar. E di “Saretto”, va da sé.

Bambar - Taormina - Granite2018

Gusto consigliato: anguria, lampone e in genere tutti i gusti alla frutta.
Consigli extra: quei 7 gusti in cui “Saretto” aggiunge il latte, che secondo i più ortodossi non sarebbero granita, ma chi riesce a resistere.

Bambar – Via Giovanni di Giovanni 45, Taormina (ME)

Otto Geleng a Taormina: un pasto tutt’altro che indimenticabile

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Per gli arcistufi della mediocrità di TripAdvisor, tornano su Dissapore gli episodi della serie “Il ristorante della settimana”.

[Il ristorante della settimana: la serie]

Questa volta siamo stati all’Otto Geleng, neo “due cappelli” della guida Espresso 2019 (riconoscimento per una cucina di qualità e ricerca), ristorante del Belmond Grand Hotel Timeo di Taormina, lussuoso cinque stelle dallo scenario incomparabile cui mancava, in effetti, un piccolo ristorante esclusivo.

Annunciato dai soliti squilli mediatici cari alla bella gente d’assalto, il ristorante con soli otto tavoli incorniciati in un terrazzo fiorito di buganvillee e affacciati sulla baia di Naxos, è rimasto aperto per soli cento giorni, cento cene dal 7 giugno al 15 settembre 2018.

Il perché non chiedetelo a noi ma al trust di cervelli del marketing che ha partorito l’insolita idea.

Otto Geleng - taormina

Il nome, Otto Geleng, ricorda il pittore tedesco che, intuendo per primo il potenziale turistico di Taormina, consigliò alla famiglia La Floresta di aprire il Timeo, che ancora oggi garantisce ai suoi fortunati ospiti la vista più incantevole della città siciliana.

[Cos’hanno mangiato e bevuto i potenti del mondo al G7 di Taormina]

Lo chef è Roberto Toro, che nel 2017, sempre a Taormina, cucinò per i potenti del G7, insieme a Massimo Mantarro, chef del Principe di Cerami, il ristorante due stelle Michelin posizionato qualche chilometro più avanti.

Atmosfera e ambiente

In Sicilia, tra i ristoranti per così dire altolocati, il Principe di Cerami è ormai un modello. L’Otto Geleng sembra voler lanciare la sfida.

[Sicilia: i 25 migliori ristoranti del 2017]

Qui la vista è ancora più bella: con l’Etna alle spalle e la baia contrappuntata dal Teatro Greco, proprio accanto al Timeo, talmente vicino che d’estate a zittire il piano-bar dell’hotel ci pensa il suono dei concerti.

C’è poi il colpo d’occhio sui magnifici ricami siciliani: il tovagliato è quello dei corredi che le spose di buona famiglia sono solite portare in dote.

Otto Geleng - taorminaOtto Geleng - taormina

Le posate sono in argento intarsiato: una rapida puntata sul sito di Christofle ne rivela il prezzo. Il set “per una persona” costa mille-duecento-ottantacinque euro.

Otto GelengOtto Geleng - taorminaOtto Geleng - Taormina - Timeo

Come dimenticare le lampade a olio di paraffina, realizzate appositamente dagli artigiani di Caltagirone.

È inevitabile che le aspettative sul resto, cioè su cucina e servizio, decollino.

Servizio

Otto Geleng - Taormina - Timeo

La sommelier è Simona Di Goro.

Toscana, spontanea con stile, ha l’aria di essere l’unica presenza rassicurante della sala. Risparmia ai clienti la suspence dell’assaggio, che spesso interrompe la conversazione, riservandosi di chiedere impressioni sul vino nei momenti opportuni della cena.

Otto Geleng - Taormina - TimeoOtto Geleng - Taormina - Timeo

Il resto del personale stenta. Specie nella cantilenante presentazione dei piatti azzoppata da parecchie incertezze. Diciamo che per quanto preziosi, posate e tovagliato non bastano.

La cucina e tutti i piatti provati

Otto Geleng - taormina

Otto Geleng - taormina

Il benvenuto dello chef è il manifesto della sua cucina: ripetitiva e addomesticata. Spennellata di crema al cavolfiore alla base, verdure in pinzimonio all’agrodolce, oliva disidratata e “altre verdure”.

Tonno rosso

Prezzo 35 euro

Otto Geleng - Taormina - Tonno rosso

Tonno rosso di Favignana, con zucchero di canna, sale e spezie, adagiato su quenelle di finocchietto selvatico e completato con cipolla rossa di Tropea, succo di arancia, polvere di olive nere, capperi e marmellata di arancia.

Piatto riuscito, nella scelta degli ingredienti quintessenzialmente siciliani. Pure troppo: idee meno banali sarebbero auspicabili, diversamente l’effetto “deja vu” è inevitabile.

Baccalà sfogliato

Otto Geleng - Taormina - BaccalaOtto Geleng - Taormina - Baccala

Il piatto migliore. Una crema di olive nere alla base, poi spuma di patate e polvere di pomodoro. Esaltato dalla cottura a bassa temperatura il baccalà, immerso nella spuma di patate e da prendere al cucchiaio, è delicato nella consistenza ma si sente eccome.

Olive e capperi? Chi li ha visti. Eppure, se baccalà “alla ghiotta” dev’essere, non dovrebbero mancare.

Tortelli

Prezzo 40 euro

Otto Geleng - Taormina - tortelli G7

Ribattezzati tortelli G7 o anche tortelli Trump, pare che durante la cena siciliana il presidente degli Stati Uniti, conosciuto più per la dipendenza da Diet Coke che per la vocazione gourmet, ne abbia chiesto il bis.

Il tortello è ripieno con pesto di basilico pecorino e parmigiano, insalata di pomodoro pachino, bisque di gambero e gambero crudo di Mazara.

Pacchianata anni Ottanta? Può darsi, ma bella e buona.

Tubetti di pasta

Prezzo 30 euro

Otto Geleng - Taormina - tubetti di pasta Otto Geleng - Taormina - tubetti di pasta

Otto di mare

Prezzo 50 euro

Otto Geleng - Taormina - TimeoOtto Geleng - Taormina - Timeo

(Lungo) elenco degli ingredienti alla base del piatto: carpaccio di cernia, calamaro scottato, e in senso orario, gambero, fasolaro, vongole, triglia, scampo, tentacoli di calamaro e merluzzo. Più salsa a base di pomodoro e di tredici (!) pesci.

Un piatto in cui il gigantismo la fa da padrone, assemblato per impressionare. Non a caso porta il nome del ristorante, e sempre non a caso è il singolo piatto più costoso di tutti i ristoranti siciliani.

Remake della zuppa di mare, che pretende di rinnovare grazie a cotture, consistenze, contrasti e temperature di servizio, la portata fallisce l’obiettivo, con gli ingredienti che sembrano scelti a caso, come in un gioco infantile.

Maialino

Prezzo 40 euro

Otto Geleng - Taormina - Maialino nero Otto Geleng - Taormina - Maialino nero

Dove è finito il maialino nero dei Nebrodi? Dove sono il sapore del grasso sottile, la dolcezza rustica della carne allevata tra i boschi, la morbidezza equilibrata e il colore intenso?

Servito immancabilmente con verdure amarognole e fondo di cottura dolciastro –ormai banalità culinarie– il maialino è diventato un boccone sbiadito dalla consistenza stopposa.

Ricotta

Prezzo 25 euro

Otto Geleng - Taormina Otto Geleng - Taormina

Mela cotta, cioccolato bianco, arancia. Dolce elegante e bello con il cioccolato che una volta spezzato si apre su una spumeggiante ricotta.

Prezzi

Otto Geleng - Taormina - Timeo

Otto GelengOtto Geleng

Un solo menu degustazione da 6 portate al prezzo di 120 euro. Alla carta, considerati i prezzi dei singoli piatti, si spende parecchio di più.

È possibile abbinare calici di vino al menu degustazione.

Per prenotare è obbligatorio comunicare il numero di carta di credito, in caso di no-show, cioè di mancata presenza, è prevista una penale di 50 euro. Ma si può disdire la prenotazione sino alle 18 senza pagare penali.

[No Show: paghereste 50 € al ristorante se prenotate ma non andate?]

Conclusioni

L’ambientazione da antica villa siciliana è il pezzo forte del ristorante, subito coccolato da giornalisti e influencer gastronomici dell’isola. Ma non basta il consenso di chi fa tendenza a rendere indimenticabile un pasto.

Anzi, se paragonata alla maestosità dello scenario, la cucina pigra e poco stimolante, con ingredienti, ricette e abbinamenti inesorabilmente sul filo del “già visto”, diventa un boomerang.

Otto Geleng

Più che dedicarsi a creare miti di carta velina che alla prova si rivelano per quello che sono, la proprietà dell’ambizioso hotel di Taormina dovrebbe concentrarsi sulla crescita dello chef Roberto Toro. Ce l’aspettiamo durante il secondo anno di apertura.

Allora sì che certi conti da ristorante assai stellato diventerebbero comprensibili.

[CREDIT: Foto Alfio Bonina]

Panettoni artigianali: i 20 migliori creativi del 2018

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Influencer golosi che nel 1985, avviata la DeLorean, ritornano al futuro facendo baldoria con i panettoni artigianali in vasocottura, al tartufo o trasformati in babà. Riuscite a immaginare la scena?

Per fortuna non c’erano influencer nel 1985, altrimenti, notata la presenza di albicocche, mele e amarene candite, avrebbero okkupato le pasticcerie, ai tempi tranquille residenze di panettoni alla milanese, i soli conosciuti.

Benvenuti nella classifica dei panettoni creativi di Dissapore, prima edizione.

Come ha scritto Massimo Bernardi ieri, annunciando l’arrivo di questa e delle altre classifiche (qui è dove trovate le regole da osservare per farne parte), gli esperimenti con i panettoni innovativi coinvolgono ormai i pasticcieri più accreditati, il clash modaiolo è partito nel nome del buongusto e della creatività calibrata. Finalmente i risultati sono superiori a quelli a volte scombiccherati degli anni precedenti.

Il prezzo elevato potrebbe essere un deterrente, ma come per i panettoni tradizionali, la tendenza è comprarne uno buono invece di fare scorta al supermercato.

Tendenze 2018

Gli aromi sono al primo posto. Profumano gli impasti cannella, zenzero, zafferano, soprattutto la fava di Tonka, ricavata dai semi di un enorme albero che cresce nella foresta amazzonica. Profumo vanigliato con un sentore appena pronunciato di caramello, sapore simile a quello delle mandorle, con aromi non comuni, speziati e affumicati insieme.

[La fava di Tonka: deliziosa, tossica, illegale]

Altra tendenza: ricreare nel panettone i sapori della colazione di una volta. Allora vai di caffè, orzo e cioccolato.

Candire frutta diversa dalla solita è un diktat ormai. Arancio e cedro sono archeologia, al loro posto i frutti di bosco –amarene in particolare– e i primi frutti esotici.

Bene, ricordandovi che a questa seguiranno le liste dei migliori panettoni tradizionali (domani 5 dicembre) e dei migliori panettoni degli chef (giovedì 6 dicembre), snoccioliamo la classifica dei 20 migliori panettoni creativi di Dissapore. Guardatevi dalle indigestioni.

La classifica

Sette giudici hanno assaggiato e valutato alla cieca oltre 50 panettoni creativi, scelti dopo un’accurata selezione dei migliori pasticcieri italiani. Per arrivare infine a questi 20.

#ESCLUSO: PASQUALE MARIGLIANO

Succede anche ai migliori. Non è una frase di circostanza, Pasquale Marigliano ci ha dato tante dimostrazioni di classe e abnegazione. E fino al taglio, Scoppiettante, il panettone creativo del pasticciere campano –esplosivo nel nome e promettente nel look– sembrava mantenere la tradizione. 

Una volta aperto però, è spuntato un taglio chirurgico a metà della pasta, con la crema spalmata come si farebbe prima di un Nutella party.

Riconoscere in una classifica la creatività dei pasticcieri italiani è sacrosanto, ma non esageriamo. Artigiani del calibro di Marigliano sanno fare sicuramente di meglio.

#20 INFERMENTUM

Miele, fichi e noci

Giovane e innovativa nel DNA, la crew di Infermentum, quattro amici che non si formano in pasticceria ma, uniti dal comune trasporto per i lieviti, decidono di mettersi in gioco, dedica a Verona questo panettone senza uvetta, incartato al solito in un sacchetto che ricorda quelli del pane.

Canditura secondo i metodi della pasticceria tradizionale francese, con acqua e zucchero, lievitazione controllata fin nelle pieghe più insignificanti nonostante l’aspetto leggermente arcigno.

Se il burro non spicca, il resto dei profumi è un invito irresistibile, a iniziare dai sentori di pane, un classico dei prodotti da forno ben congegnati come questo.

Prezzo: €.30,00

Infermentum – Via Copernico 40, 37023 Stallavena (Verona).

#19 PASTICCERIA MAZZALI

Pepita del Po

Unico salato nella classifica dei panettoni creativi, questo in vaso-cottura con il tartufo bianchetto delle golene del Po, nel mantovano, è un’idea di Grazia Mazzali.

Chi non è mai stato nella remota Governolo, frazione di Roncorferraro, parco del Mincio, ignora la piccola ansia che prende i clienti della pasticceria, sempre lì dal 1957, nell’attesa di scoprire cosa si è inventata questa volta la bernoccolata signora del panettone.

Cottura e chiusura ermetica conservano l’intensità del profumo: immaginate cosa possa venir fuori da una vasocottura al tartufo. È l’idea che cercavate per un regalo, o per accompagnare l’aperitivo. Da abbinare a salmone affumicato possibilmente selvaggio e formaggi morbidi.


Prezzo: €. 30,00 (1/2 kg)

Pasticceria Mazzali – Via Matteotti, 47 – 46037 Governolo (Mantova).

#18 ENOTECA POSILLIPO

Liquirizia e zafferano

Cuoco, maître e pasticciere: sono tre le figure che regolano Posillipo Dolce Officina e tutto ciò che ruota intorno, tra enoteca, ristorante e Officina.

Il panettone creativo assembla zafferano e liquirizia con una glassa senza difetti che invoglia solo a vederla. No, lo zafferano che colora l’impasto con alveoli piccoli e numerosi, e si sente (perfino troppo), non è un mondo inconciliabile con la liquirizia: la notizia è che hanno preso a dialogare.

Prezzo: €. 30,00

Posillipo Dolce Officina

#17 DOLCIARTE

Mandarino e zucchero muscovado

Mandarino candito e zucchero di canna Muscovado, di colore scuro. Poi lievito madre, quello donato a Carmen Vecchione –signora campana del panettone– da Rolando Morandin, il caposcuola valdostano che ha tirato su un’intera generazione di ottimi pasticcieri.

Tagliato in due il panettone profuma e si fa apprezzare, senza trucco e senza inganno. Dalla confezione color cartone senza ostacoli (troppo) creativi, alla cupola bassa e tondeggiante come papalina

Nella trama fitta della pasta, in stile campano, un tocco di umidità in più avrebbe dato forza alla freschezza agrumata del mandarino candito.

Prezzo: €. 32,00

Dolciarte – Via Trinita’ 52, Avellino

#16 SAL DE RISO

Ginger

Sembra una torta ma non serve il cucchiaio per provare il panettone creativo in arrivo da Tramonti, del maestrissimo Sal De Riso, farcito con bucce di limone Costa D’Amalfi I.G.P, zenzero candito e crema al limoncello.

Diciamo la verità, l’inserimento dello zenzero ha fatto storcere il naso anche a noi, ma ci siamo lasciati andare a questo peccato di gola.

Dalla scelta del packaging all’aspetto e al colore del panettone, le scelte sono –diciamo così– poco minimaliste, ma Sal De Riso significa fantasia e immaginazione campana. Capriccio, ghiribizzo.

Sbagliavamo a dubitare dello zenzero candito, che punge ma lega bene con il tocco alcolico della crema al limoncello.

Prezzo: €. 35,00

Sal De Riso – via s. Maria La Neve snc, Tramonti (Sa)

#15 PANIFICIO ASCOLESE

Cuore di bosco farcito con crema di latte

Da Tramonti a San Valentino Torio, restiamo in provincia di Salerno. Lo stile dei due panettoni s’incrocia, sembrano uscire dallo stesso laboratorio.

Nella degustazione che ha portato a questa classifica “Cuore di Bosco” di Fiorenzo Ascolese è arrivato subito dopo “Ginger” di Sal De Riso, volto noto della tv nutrional-popolare. Ci è sembrato sempre una torta, ma più delicata e infantile nei colori e nel sapore della crema di latte.

Lampone, more e mirtilli, glassa con cioccolato bianco e frutti di bosco ne fanno un dolce romantico.

Prezzo: €. 30,00

Panificio Ascolese – Via Vetice 53, San Valentino Torio (Sa)

#14 PASTICCERIA F.LLI RIGACCI

Clementino e cioccolatobianco

Un tempo, prima che gli indirizzi del panettone artigianale riempissero gli smartphone dei nuovi foodies, era più facile individuare quelli giusti. Erano meno, più che altro, i pasticcieri che si cimentavano.

Ma la pasticceria Rigacci sforna dolci dal 1948 e da tre generazioni a Cerbaia Val di Pesa, Firenze. Eppure si difende bene anche con gli esperimenti.

Cioccolato bianco e clementine nel dolce natalizio dalla cupola bassa e sgonfia, che ricopre la pasta color senape dalla trama poco vaporosa, ma fitta e pastosa. Il sapore d’orzo che si alterna al cioccolato bianco richiama uno dei trend 2018 del panettone : i sapori della colazione.

Prezzo: €. ,00

Pasticceria Fratelli Rigacci ’48 – via Pablo Picasso 14, 50020 Cerbaia Val di Pesa (FI)

#13 ANGELO GRIPPA PASTICCERIA

Percoche e vino

La mania del panettone artigianale dilaga, e nonostante sia tutto iniziato a Milano, la temperie consiglia di puntare sulle province campane, in questo caso con ricadute letterarie.

Le percoche, una varietà di pesche a polpa gialla, sono imbevute –quasi sciroppate– nel vino aglianico. Si sente subito, e si vede dalle macchie color porpora che spuntano qua e là nella pasta, con un effetto che non esalta lo sguardo.

Ma la creatività di Angelo Grippa è radicata nella tradizione, e il risultato è tutt’altro che disprezzabile.

Prezzo: €. 31,00

Angelo Grippa Pasticceria, Via S. Bernardino 21, Eboli (SA)

#12 PASTICCERIA GABBIANO

Panbabà

C’è una correlazione precisa tra babà e panettone, e passa per la fiducia che riponiamo in quell’oasi di dolcezza che è la pasticceria di Salvatore Gabbiano, a Pompei.

Voluminoso, soffice e profumato, con l’esatta percentuale di bagna –al rum o al limoncello, a seconda delle versioni– per rendere il babà un panettone.

In un ipotetico museo aspirazionale del panettone artigianale creativo, che prima o poi qualcuno realizzerà, un posto per il panbabà è assicurato.

Prezzo: €. 32,00

Pasticceria Gabbiano – Via Lepanto 153, Pompei

#11 PASTICCERIA DE VIVO

Pansfogliatella

 

Ci piacciono verginità e appeal rivoluzionario nei panettoni artigianali. Che ne dite allora di arancia candita con intrigante sfumatura alla cannella di Ceylon, più gemme di ricotta vaccina e semola?

Tra gli ingredienti ci sono anche due farine –mandorla e nocciola– che disegnano ipnotizzanti vortici sulla cupola.

Il “pansfogliatella” di Vinceno Failla, virtuoso dei grandi lievitati, ha tutti i requisiti del dolce tipico napoletano. La ricotta protagonista dell’impasto, prima di essere infornato, rende il sapore riconoscibile, dolce, piacevolmente pungente sul finale.

Per il resto, lo sappiamo, ricotta e cannella vanno a braccetto come fratello e sorella.

Prezzo: €. 33,00

Pasticceria De Vivo – via Roma 36, 80045 Pompei

#10 PASTICCERIA MAMMA GRAZIA

Giunduiotto

Aedi della panettologia, i pasticcieri campani scorrazzano da una posizione all’altra della nostra classifica.

Con “Gianduiotto”, i pasticcieri di Mammagrazia, a Nocera Inferiore dal 1930, rinfocolano le speranze di chi è convinto che il cioccolato possa convivere con il panettone senza privarlo di morbidezza.

Per i tanti appassionati del genere, il risultato è incoraggiante, complici il cioccolato al latte e alla gianduia che ricoprono la cupola con una nevicata di scaglie arrotondate.


Prezzo: €. 30,00

Pasticceria Mamma Grazia – Via Vincenzo Russo 136-138 84015 Nocera Superiore (SA).

#9 FORNO BRISA

Panettone Sacher

“Per chi l’ha visto e per chi non c’era, e per chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera” (cit.) Pasquale Polito, uno dei dottori-artigiani sfornati dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, bernoccolato anche come imprenditore vista la moltiplicazione dei punti vendita di Forno Brisa, a Bologna, era già tra i nostri panificatori preferiti nel 2016.

[Il pane come una volta: i 10 migliori panettieri italiani]

E guarda caso, tagliando questo dolce sembra di affettare una tipica viennoiserie, un morbido pain au chocolat con gradite comparsate di albicocca.

L’autodefinito “miscuglio creativo” di Forno Brisa non deroga alla qualità quando si parla di ingredienti: albicocca candita, cioccolato Trinidad 70%, burro di Normandia, tuorli d’uova biologiche, zucchero di canna integrale biologico, confettura di mandarino tardivo.

Guardatelo questo dolce e credeteci: oltre all’ambientazione da Esselunga hippie, tutta banchi e scaffalature in legno chiaro, da Forno Brisa c’è di più.

Prezzo: €. 31,00

Forno Brisa – Via Galliera 34D, Bologna

#8 PASTICCERIA VIGNOLA

Omaggio a Genova

L’idea creativa del 2018. Il panettone che non ti aspetti da un campano doc come Raffaele Vignola, ossessionato dalla artigianalità ma non necessariamente dalla tradizione.

Nel suo omaggio a Genova dopo la vicenda del ponte Morandi ci sono vicinanza e spinta innovativa, oltre a un pesto di basilico genovese Dop che colora il panettone: giallo/verde nella pasta, giallo chiaro nella glassa sulla cupola.

Il profumo del pesto è potente, in contrasto riuscito con la glassa agrumata, addirittura sorprendente la freschezza della pasta. Una bella idea che cammina sulla tecnica e sull’inventiva del pasticciere campano.

Prezzo: €. 32,00
Pasticceria Gelateria Caffè Vignola, Via G. Maffei 11-13, Solofra (Av)

#7 PAVE

Caffe e cioccolato biondo

Poteva l’oasi della colazione hipster in chiave milanese, nota per l’ambientazione più simile a un tinello vintage che a una pasticceria, oltre che per i frequentatori tatuati, barbuti e col piercing, sottrarsi al trend dell’anno e non sfornare un panettone al caffè, per giunta coadiuvato dall’insolito cioccolato biondo?

Con il rischio di replicare anche tra i dolci natalizi la monarchia fichissima avviata a Milano, vista cupola perfettamente montata e punteggiata da chicchi aromatici e deliziosi.

Gli alveoli urlano tali e quali a un quadro di Munch, e quando mordi la pasta schiumosa si sfila come cotone.

Il sapore richiama le colazioni di una volta, un mangia e bevi da gusto travolgente.

Prezzo: €. 36,00

Pavè – Via Felice Casati 27, Milano

#6 PIETRO MACELLARO

La cupola è scura e leggermente inquietante come le alture del Cilento, ma Pietro, su queste pietre, costruisce sapori e morbidezze inimitabili.

All’interno, l’alveolatura imperfetta convive con la perfezione delle forme triangolari. Non serve mordere la pasta, si scioglie in bocca rilasciando sapori memorabili, di castagne e amarene.

Prezzo: €. 35,00

Azienda Agricola Pietro Macellaro, via Madonna della Grazie, 28 – Piaggine (SA)

#5 MARRA PANE PASTICCERIA

Albicocche, pistacchi e fave di tonka

Albicocche e pistacchi. Soprattutto fave di Tonka, altra tendenza 2018, giustificata dal fatto che l’abbinamento con il panettone è davvero riuscito. Profumi e sapori, riconducibili alla vaniglia, sono intensi e meno dolci.

Per il resto il panettone di Alessandro Marra –lo vedete da voi– rasenta la perfezione architettonica. La cupola, scura ai lati, si è schiarita lievitando (a regola d’arte) verso il centro. Non buttarsi a pesce è una fatica.

Al taglio il dolce fluttua come un budino, e appena aperto rivela la confettura che riempie gli alveoli. Il pistacchio si nota poco, regna invece l’albicocca, che cerchiamo a ogni morso.

Prezzo: €. 34,00

Marra Pane Pasticceria Pause e Delizie, Via Sesia, 6, 22063 – Cantù (CO)

#4 TIRI 1957

Panettone al caramello salato

Tiri, Panettone al caramello salato

Tiri, Panettone al caramello salato

Si potrebbe scrivere tanto. Ma tutto quel menare il torrone servirebbe solo a perder tempo.

Aprite il dolce di Vincenzo Tiri, che a Ottobre ha finalmente aperto una nuova, grande pasticceria a Potenza: guardatelo, annusatelo, tagliatelo e finalmente assaggiarlo. Non siamo al livello dei panettoni tradizionali di Tiri –che gli sono valsi ripetuti numeri uno nelle classifiche di Dissapore, ma stupitevi di quanto possa essere buono il dolce di Natale fatto con il caramello salato.

Nonostante l’averlo sparso a rete sulla cupola renda complicato aprire il sacchetto, piccoli dispetti che aumentano acquolina e suspence.

La glassa ricama la cupola che ha le stesse sfumature di colore, il gioco tra dolce e salato rende chiaro che Tiri è geneticamente predisposto anche per il panettone creativo.

Tiri, Panettone al caramello salato

Tiri, Panettone al caramello salato

Prezzo: €. 33,00
Tiri 1957 – Via A.Gramsci, 2/4 Acerenza (Pz).

#3 D&G PATISSERIE

Panettone amarena, pistacchio e limone

Segnatevi questo nome: Denis Dianin (non voi sgamatoni che lo conoscete già). Se preferite segnatevi il nome delle sue botteghe: D&G patisserie. Che con Dolce & Gabbana c’entrano poco, benché il glamour sia tutt’altro che estraneo allo stile di Dianin

Prendete il packaging o anche la scelta degli ingredienti: amarena, pistacchio, limone.

Milanese alto mandorlato dalla glassa brunita, ha gli alveoli concentrati in alto e un delicato profumo di crema pasticciera. La glassa fa un pò di capricci, leggermente più unta del dovuto, ma l’attenzione si sposta subito sui colori puri dei canditi.

A primeggiare sul resto è l’amarena, candito di gran moda tra i panettoni creativi, ma difficile da lavorare (tanto da averci fatto escludere da questo test un gran numero di campioni). Dianin dimostra che lo stigma dell’amarena non esiste: dolce ma non troppo, bella da vedere come uno schizzo di colore, vivida, piccola e morbida come uva passa.

Ammaliante anche il color tuorlo dell’impasto. E attenzione, tutto è proposto anche in versione vasocottura, tecnica di produzione in vetro messa a punto proprio dal pasticciere di Selvazzano Dentro (PD).

Prezzo: €. 36,00
D&G Patisserie – Via Monte Grappa, 30, 35030 Selvazzano Dentro PD

#2 MARTESANA

Panetùn de l’Enzo

Confettura di albicocche, burro, cioccolato fondente, albicocche candite e cioccolato gianduia.

Combinando nel Panetun de l’Enzo due passioni: la famosa torta viennese che non si deve nominare per questioni di copyright e il panettone meneghino, Vincenzo Santoro, gran ciambellano della pasticceria più amata di Milano, ha messo insieme un mezzo miracolo di dolce.

Perché non è un panettone. Ma Santoro, senza comprometterne l’umidità o rinunciare a cupole e alveoli, ha lasciato tutti i profumi di burro e crema tipici del panettone. Il cioccolato segue le sporgenze della cupola, mentre confettura e canditi –grossi e tanti– scendono dallo strato sottostante la glassa fino al cuore del panettone.

Un suggerimento: se vi capita, provate anche il panettone Strudel, con mele croccanti e candite, che si sarebbe potuto piazzare senza sforzo tra i primi cinque di questa classifica.

Prezzo: € 38,00

Pasticceria Martesana – Via Giovanni Cagliero 14, Milano.

#1 PASTICCERIA TABIANO

Focaccia ai grani antichi

Focaccia dolce, Tabiano

Focaccia dolce, Tabiano

Focaccia dolce, Tabiano

Come ha fatto la focaccia di Claudio Gatti, pasticciere di Tabiano, in provincia di Parma –né giovanissimo, né funky, per di più dalla vaga somiglianza con Gianni Morandi– a prendersi il numero 1 nella classifica dei panettoni creativi di Dissapore, prima edizione?

Esteticamente non sembra un dolce nato per primeggiare su Instagram di quelli che vanno ora: la cupola rugosa trabocca dal pirottino, il colore uniforme e mulatto viene interrotto solo da orzo e grani antichi coltivati nella Food Valley parmigiana, tostati e uniti al cioccolato bianco.

Non pensate però a meritorie quanto insapori riprese dei grani antichi, seguite a lunghe ricerche sulla digeribilità (che pure Gatti ha svolto). Ricoperto con il saio di un monaco, questo dolce nasconde un’anima da peccatore dissoluto.

La morbidezza si avverte dal primo taglio e ci fa guardare la focaccia di Tabiano con altri occhi: quelli dell’amore.

Cremoso senza crema, puro ma senza candore. Sentite la “Gatti Voice” mentre avvertite tutti i sapori, uno a uno. Dalla tostatura del grano al cioccolato, in una mescolanza da vero Masterpasticciere.

Focaccia dolce, Tabiano

Focaccia dolce, Tabiano

Prezzo: € 30,00
Pasticceria Tabiano, viale alle Fonti 7, Tabiano Terme (Parma).

[CREDIT: FOTO ALFIO BONINA]


Panettoni artigianali: i 30 migliori tradizionali del 2018

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Attenzione. La classifica dei migliori panettoni tradizionali è tornata. Dopo l’accidentata edizione del 2017, con esclusioni eccellenti e strascichi polemici, state per leggere la balena bianca delle classifiche di Dissapore sul panettone. Arrivata all’edizione numero 4, è ormai il compound del potere pasticciero.

Quest’anno poi, sette palati bene allenati hanno testato 70 (settanta!) dolci di Natale. Il risultato di questi assaggi “alla cieca” è una lista di 30 panettoni tradizionali, con parecchie novità tra nuove entrate e rientri in classifica.

La Campania ha impiantato la sua élite nella classifica, era già successo nel 2017 con 11 pasticcerie su 30, quest’anno sono 12. Seguono Veneto e Lombardia, lì dove il “pane di Toni” è stato inventato: una geografia qualitativa ormai stravolta.

Un po’ di cose che potete fare adesso:

– Appagare la curiosità navigando tra le classifiche del passato;

– Ripassare le regole richieste ai pasticcieri per far parte delle classifiche;

– Leggere o rileggere la classifica 2018 dei 20 panettoni creativi pubblicata ieri, mentre domani arriveranno i 10 migliori panettoni artigianali degli chef.

[Panettoni artigianali: i 20 migliori “creativi” del 2018]

Se invece siete impazienti, scoprite i 30 migliori panettoni tradizionali del 2018: fino al 21esimo posto le pasticcerie sono citate, con tanto di indirizzo, dal 20esimo posto in poi ogni pasticceria ha la sua scheda.

#30 MINCUCCIO (nuova entrata)

Prezzo: 28,00 €.

Bar Mincuccio, Largo Colombo, 1 – Palagiano (TA).

#29 ALESSANDRO SERVIDA PASTICCERIA (nuova entrata)

Prezzo: 35 €.

Alessandro Servida Pasticceria – Viale Risorgimento 55, Pantigliate (MI)

#28 RIGACCI ’48 (-11)

Prezzo: €. 28,00

Pasticceria Fratelli Rigacci ’48 – via Pablo Picasso 14, 50020 Cerbaia Val di Pesa (FI)

#27 DOLCIARTE (-1)

Prezzo: €. 32,00

Dolciarte – Via Trinita’ 52, Avellino

#26 PASTICCERIA GABBIANO (-17)

Prezzo: €. 32,00

Pasticceria Gabbiano – Via Lepanto 153, Pompei

#25 PASTICCERIA MAMMAGRAZIA(+1)

Il vero punto di forza è il profumo inebriante, sembra di stare davanti al forno acceso durante la cottura. Motivati dal brillante piazzamento ottenuto tra i panettoni creativi, avevamo molte aspettative per il dolce della pasticceria  Mammagrazia.

In parte deluse perché in quel forno acceso il panettone avrebbe dovuto restare ancora un po’. Eppure, continuiamo ad annusare i profumi…

Prezzo: €. 28,00

Pasticceria Mammagrazia – Via Russo 136/142 – Nocera Superiore (SA)

#24 INFERMENTUM (-8)

Il panettone di Francesco Borioli (con Luca dal Corso, Danielle Massella, Elisa Dalle Pezze nella compagine imprenditoriale di Infermentum) è alto con la cupola grossolana, lo stile milanese, la pasta porosa, soffice ma leggermente spenta nel colore.

Altre note: dolcezza contenuta (meglio così) e un intenso profumo di burro.

Prezzo: €.28,00

Infermentum – Via Nicolò Copernico 38, Stallavena (VR)

#23 PASTICCERIA MAZZALI (nuova entrata)

Dal packaging finto-informale esce un panettone dall’aspetto insolitamente roccioso. Ma l’impasto dalla tessitura fittissima conquista, armonico, non troppo dolce, dal retrogusto acidulo.

I profumi sono di lievito e pane, la distribuzione di canditi è generosa, seppure in gruppi ravvicinati.

Prezzo: €. 30,00

Pasticceria Mazzali – Via Matteotti, 47 – 46037 Governolo (Mantova).

#22 ENOTECA POSILLIPO(+7)

Per essere bello, il panettone di Mario, Gianmarco e Michele, factotum del locale in viale Ceccarini, a Riccione, è bello. Perfino sfarzoso nella crosta dalla natura funky, con la granella di zucchero corpulenta, senza sbavature.

Bella anche la confezione, un pacco sorpresa che si apre a fiore con tanto di manico d’atelier

E allora?

Dal tripudio di uova, granella e mandorle ci saremmo aspettati profumi più vivaci, nella pasta color oro l’alveolatura è irregolare e i canditi non abbondano. La morbidezza invece è ineccepibile.

Prezzo: €. 29,00

Enoteca Posillipo – Via dell’orizzonte 1, Gabicce Monte (PU)

#21 PASTICCERIA DE VIVO (nuova entrata)

Un panel d’assaggio da 70 panettoni ci ha insegnato a riconoscere lo stile dei pasticcieri campani. Se ne distacca abbastanza Marco De Vivo –pasticceria tra gli scavi e il santuario di Pompei– con questo Vesuvio di panettone, voluminoso, lucido, con una scarpatura (l’incisione a croce della parte superiore del panettone) da artista.

Nonostante l’armonia della trama sia da perfezionare, la pasta gialla e spugnosa rilascia profumi intensi di arancia e miele. Squisite le uvette australiane “cinque corone”.

Prezzo: €. 33,00

Pasticceria De Vivo – Via Roma 36, Pompei

#20 ANGELO GRIPPA PASTICCERIA (stabile)

Sanfranciscensis lactobacillus: l’abbiamo scritto sotto dettatura con tanto di spelling. Niente paura: sono i fermenti lattici di questo panettone, confezionato da Angelo Grippa nella sua pasticceria di Eboli. 

Ecco la sintesi dell’assaggio: rigore formale mitigato dalla passione campana. Da una parte il cappello color zabaione e la pasta dalla tessitura imponente. Dall’altra una scelta degli ingredienti personalizzata: uova di gallina bianca livornese, burro di latteria, zucchero di canna, cedri canditi trasparenti che sembrano smeraldi.

Il punto è che l’abbiamo annusato più volte, e niente, quest’anno i profumi non sono la forza del lievitato di Angelo Crippa.


Prezzo: 30 €.

Angelo Grippa Pasticceria – Via S. Bernardino 21, Eboli (SA)

#19 MARRA PANE PASTICCERIA (nuova entrata)

Certo non puoi definirlo un debuttante Alessandro Marra, che ha iniziato in zona Cantù, provincia di Como, negli anni Settanta. Ma è uno dei nomi nuovi delle nostre classifiche 2018.

Addirittura quinto tra i panettoni creativi, con un dolce che quasi stordiva per i profumi di albicocca e fava di Tonka, ci ha fatto pensare al bis per la bellezza del suo panettone tradizionale: alto, ben sviluppato, cupola (la sommità del dolce) frastagliata con croce inflitta: davvero un bel colpo d’occhio per chi subisce il fascino del ruvido.

Peccato che al taglio sorprenda meno con una mollica pastosa dominata (perfino troppo) dal bergamotto: nei profumi, nei sapori e nel colore aranciato. Fatichiamo un pò.

Prezzo: €. 34,00

Marra pane pause e delizie – Via Sesia 6 – Cantù

#18 PASTICCERIA PASQUALE MARIGLIANO (-7)

Dopo l’inciampo tra i panettoni creativi, riecco il Pasquale Marigliano che conosciamo: il più francese dei pasticceri italiani, allievo di Pierre Hermé, i dolci al cioccolato e le praline scoppiettanti da strapparsi le vesti.

La cupola del panettone basso è lucida, il sapore concentrato, l’arancia candita talmente buona che qualcuno si è messo a piluccarla, ravanando impunemente con le dita tra un’uvetta australiana e l’altra, mentre la pasta evaporava in bocca come fosse neve.

Prezzo: €. 32,00

Pasticceria Pasquale Marigliano – Via Fonseca 146, Nola

#17 PAVE’ (-8)

Habitué delle classifiche di Dissapore.

Che siano gelati artigianali o panettoni tradizionali i signori Pavè –Diego Bamberghi, Giovanni Giberti e Luca Scanni– un salottino/bistrot alla volta (arredo di recupero, atmosfera rilassata e informale, possibilità di leggere un libro o fermarsi a lavorare), hanno aperto tre locali in 5 anni: caffetteria, gelateria e dal 2017 anche Pavè Break.

Quest’anno si sono distinti per la lievitazione memorabile del panettone creativo, con gli alveoli che urlano tali e quali a un quadro di Munch.

È andata meno bene con il panettone tradizionale, soprattutto per l’alveolatura imperfetta della pasta, bisognosa di maggiore umidità. Al contrario la scarpatura, cioè il taglio a croce nella parte alta del panettone, ha rivelato una cottura esemplare.

Prezzo: €. 36,00

Pavè – Via Felice Casati 27, Milano

#16 DOLCE FIEMME (nuova entrata)

Il compromesso storico del panettone si è consumato a Cavalese, in provincia di Trento. Filippo Pasetto, il pasticciere di Dolce Fiemme, è veneto, ad aiutarlo in laboratorio c’è Lina, campana.

Il dolce rivela cura ossessivo-compulsiva per la cupola, liscia come pelle di pesca. La tessitura dell’impasto, poco attento al colore, è meno esaltante.

Se i profumi sono contenuti nonostante la presenza dell’arancia Navel, la pasta ha la consistenza dello zucchero a velo, con lo strappo netto e preciso come dev’essere.

Prezzo: €.30,00

Pasticceria Dolce Fiemme – via Muratori 1, Cavalese (TN)

#15 PASTICCERIA MARISA (-2)

Che sia un fuoriclasse Lucca Cantarin (sì Lucca, niente refusi) lo abbiamo scritto più volte. Nome a parte, l’altro vezzo hipster sono gli occhiali, poi stop.

Il resto è pragmatismo veneto, con una squadra di 28 collaboratori a lavorare duro nel laboratorio di Arsego di San Giorgio delle Pertiche, provincia di Padova, e la nuova gelateria Marisa aperta ad Aprile.

La lievitazione “a stufa”, con ventilazione accesa, mette la firma di Cantarin sul panettone subito riconoscibile.

Interno giallo di pasta soffice inumidito dai grandi canditi, che ci sono nonostante non si vedano, nascosti dalla trama fitta della pasta. Cupola sferica montata alla perfezione, profumi di brioche appena sfornata, che durano malgrado il passare dei giorni.


Prezzo: €. 32,00

Pasticceria Marisa – Via Roma 422, San Giorgio delle Pertiche (PD)

#14 PASTICCERIA CAPPIELLO (nuova entrata)

Un cuscino uniforme e basso, comodo pure per una pennica, quello di Luigi e Michele Cappiello, campani pure loro, manco a dirlo.

Panettone giallo di uova e tremulo di burro, con l’uvetta bionda di dimensioni considerevoli, acidula e succosa. L’impasto regge alla prova dell’indice, torna su, elastico e gagliardo, il color malto della crosta non si è mai visto prima in un dolce di Natale campano, o quasi.

Il morso non lesina in burro e uova, anche se l’agrumato prevale su tutto, rotolando verso Sud.

Prezzo: 26,00
Pasticceria Cappiello – Viale del Consiglio D’Europa 32 – Santa Maria Capua Vetere (CA)

#13 PASTICCERIA TABIANO (+12)

Claudio Gatti, numero uno nella classifica dei panettoni creativi 2018 con la focaccia ai grani antichi, rispetta la tendenza del naturale, s’impegna nel filone delle intolleranze alimentari, insegue da tempo la lista degli ingredienti –bio e local– più breve possibile.

Il suo panettone tradizionale di Parma dal caratteristico taglio a stella con sette punte, mette in mostra una lievitazione magistrale, bel lavoro de “la madre”, il lievito che l’estroso pasticciere parmigiano considera di famiglia.

Gatti è encomiabile perché rinuncia con cocciutaggine a tutto ciò che è fuori dalla propria traiettoria di pasticciere artigianale autentico, ripagato da focacce che ci piacciono molto, a iniziare dal colore dorato scuro della crosta.

Prezzo: €. 30,00

Pasticceria Tabiano – Via alle Fonti 7, Tabiano (PR)

#12 FORNO BRISA (nuova entrata)

Tre locali in altrettanti anni a Bologna (il terzo inaugura domani in via San Felice). E anche il ruolo di rivelazione 2018 nella classifica dei panettoni creativi di Dissapore.

Ma quanto sono bravi l’abruzzese Pasquale Polito, allievo del panettiere-guru Davide Longoni, e gli altri dell’autodefinita “hardcore bakery” emiliana, qualunque cosa significhi?

E che ingredienti nei loro dolci di Natale! Grani antichi, farine di tipo 2, burro di Normandia, zucchero di canna bio.

Ciò detto, forma e rotondità possono non essere impeccabili –lo vedete dalle foto– ma qui si va aldilà delle regole di un panettone perfetto. La veneziana –insomma, il mandorlato che lo ricopre– è la più buona di questo panel d’assaggio, con decine di mandorle e il miele d’arancia usato anche nella glassa.

L’impasto vive di una semplicità spugnosa che non si dimentica facilmente.

Prezzo: €. 31,00

Forno Brisa – Via Galliera 34D, Bologna

#11 PANIFICIO ASCOLESE (-2)

Fuori dai denti: avevamo aspettative diverse.

Come vuoi che sia il panettone di un panificio, in questo caso è gestito dai fratelli Ascolesi a San Valentino Torio, provincia di Salerno? Ragionando per cliché pensavamo a colori tenui e un marcato sentore di lievito.

Nient’affatto.

I cedri canditi fuoriescono come piccoli gioielli dagli alveoli della pasta color giallo vivo, quasi fluorescente, che rilascia profumi di burro e pan di Spagna. Soffice e perfino troppo umida, aiutata com’è dall’ottima uvetta “sei corone”.

Prezzo: €. 30,00

Panificio Ascolese – Via Vetice, 53, 84010 San Valentino Torio (SA)

#10 OLIVIERI 1882 (+9)

Nulla è fuori posto in questa nuvola di panettone, risultato di una lievitazione lunga che pare quasi un incantesimo.

Pasta leggera e delicata nonostante il carico di uova e il potente profumo della frutta lavorata in proprio nelle vasche di canditura. La vaniglia Bourbon da sola è valsa il ripasso degli assaggiatori. Ancora e ancora.

Bella prova la scarpatura (il taglio a croce sulla sommità) eseguita da virtuosi del panettone.

Nicola Olivieri, il giovane mago dei lievitati del grande spazio Olivieri 1882, dove convivono pasticceria, laboratorio, gelateria, panificio e pizzeria, è parte ormai del gotha della pasticceria nazionale.

Prezzo: €. 30,00

Olivieri 1882 – via Alberti, 13 Arzignano (VI)

#9 SAPORE'(+4)

Le cose si mettono bene per Renato Bosco anche nei panettoni.

I primi approcci erano stati poco ortodossi, ma già nel 2017 il dolce milanese del “pizzaricercatore” veronese di Pizzarè, Saporè, Saporè Stand Up e Downtown, famoso per il pane e per la pizza, ci era piaciuto tanto da arrivare in zona top ten.

Dove entra a pieno titolo quest’anno grazie a un panettone dai sapori dosati con logica e garbo, con un lieve profumo vanigliato sul finale.

Un cuscino gonfio e alto, adagiato con garbo e chiuso nel pirottino, dal colore giallo vivo con ammalianti riflessi aranciati. Burro, uova e vaniglia si schiudono nel palato in successione, per poi armonizzarsi sul finale.

Prezzo: €. 30,00

Saporè – Piazza del Popolo 46, San Martino Buon Albergo (VR)

#8 PASTICCERIA VIGNOLA (stabile)

Il ribelle calmo. Oppositore garbato del panettone che artigianale non è ma finge di esserlo.

E allora ribadiamolo: il panettone artigianale è fatto di farina, zucchero, tuorli freschissimi (non meno del 4% del totale), burro (non meno del 16%), uvetta e scorze di agrumi candite (non meno del 20%), lievito naturale costituito da pasta acida e sale.

E controllate sempre la data di scadenza.

Inscatolato nella classica confezione verde-Irpinia dalla resistenza anti caduta, spunta un milanese basso ma vaporoso, con la pasta lievitata 40 ore.

Le alveolature sono perfette, a nido d’ape, incastrate in un loop dolcissimo tra estetica e gusto, sostenuto dalle tipiche sfumature zabaione del taglio a croce sulla sommità del panettone.

Prezzo: €. 32,00

Pasticceria Gelateria Caffè Vignola, Via G. Maffei 11-13, Solofra (Av)

#7 SAL DE RISO (rientrato)

Giustamente famoso per le delizie al limone, la torta ricotta e pere, i babà in tutte le forme e sapori, i cioccolatini cremosi profumati di finocchietto selvatico, Sal De Riso ha sfornato il primo panettone della sua vita nel 1989, un anno dopo aver aperto la pasticceria di Minori, in zona limone sfusato amalfitano.

E se i dolci rivisti dal pasticcere che –anche per sbaglio, anche solo una volta– avete visto in tv, fanno della sovrabbondanza e dell’iperbole la loro forza (vade retro impasti essenziali e profumi striminziti). Non fa eccezione il panettone 2018.

A essere investito più di ogni altro senso dal dolce natalizio di De Riso è l’olfatto. Se il profumo di agrumi è delizioso, la frutta candita è grossa e succosa, segno evidente che non ha conosciuto l’anidride solforosa (additivo impiegato per il mantenimento del colore).

Prezzo: €. 35,00

Pasticceria Sal De Riso, via Roma 80, Costa di Amalfi.

#6 PIETRO MACELLARO (-4)

La pasticceria di Pietro Macellaro si trova a Piaggine, borgo di 1500 abitanti ai piedi del Monte Cervati. Una filosofia unica, basata sull’autoproduzione nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, perché tutto inizia nell’azienda agricola di questo ruvido pasticciere-contadino: quattro ettari di orti, uliveti, alberi da frutto e duecento piante di uva sultanina.

Anche questa volta il suo impasto, spinto verticalmente da una lievitazione esplosiva, assicura una mollica sofficissima e lieve, insaporita dall’uso del burro d’Insigny AOP, il solo al mondo –che ci risulti– ad avere una certificazione di origine.

I canditi sono così succosi e fragranti che, come già nel panettone 2017, ce ne vorrebbero di più. Consigliando al pasticciere dall’occhio ceruleo atteggiamenti meno ombrosi, almeno con chi ne riconosce le virtù, è impossibile non notare la presenza agrumata frizzante, la tessitura dell’impasto finissima, gli aromi calibrati con la precisione di un alchimista.

Prezzo: €. 35,00

#5 IGINIO MASSARI (+1)

Okay, è diventato il dolce di Natale dei cummenda e degli yuppies di questi anni. Ancora di più dopo l’apertura della pasticceria milanese, nella filiale di Banca Intesa a due passi dal duomo.

Il punto è che Iginio Massari, alla bella età di 76 anni, è il pasticciere più famoso d’Italia. Il più social. Il più televisivo.

Ma il suo panettone bresciano, un mandorlato tripudio di uova, canditi dolce-amari, lievitazione 10/1o, con il colore che fa da sfondo alla vaniglia Bourbon del Madagascar che sembra impostato con Photoshop, non si è imborghesito.

Casomai si è un po’ inturgidito, restando fermo, ma è ancora il panettone artigianale da avere a tutti i costi, nonostante la corsa di emuli e allievi.

Quello per cui i fanboy, nella pasticceria di Brescia e in quella di Milano, si mettono in fila come per il nuovo smartphone con la mela morsicata. E anche perché, spiace dirvelo, sull’e-shop il panettone di Massari è già completamente esaurito.

Prezzo: €. 38,00

Iginio Massari – Pasticceria Veneto,Via Salvo D’Acquisto, 8 Brescia (BS)

#4 PASTICCERIA PEPE (+1)

Alfonso Pepe, membro dell’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani, è un nome di cui si deve assolutamente tenere conto parlando di grandi lievitati.

Per dire: accostando le narici alla crosta rischierete di buttare scaffali interi di profumi: che farsene se il confronto con la fragranza fresca e naturale del panettone di Pepe è così demoralizzante? #Uomoavvisato.

Tenendo in bocca più a lungo qualche blocchetto di panettone, ma non è semplice contenersi, coglierete le sfumature di un dolce ben lievitato, nel senso che riempie interamente il pirottino, con l’alveolatura organica alla bellezza della mollica gialla e soffice, elastica e profumata di levito naturale.

Tagliamo corto: anche quest’anno ignorate le suppliche della vostra carta di credito e comprate Pepe. Verrete ripagati da una quantità imbarazzante di vaniglia del Madagascar, che tinteggia di sfumature grigie la trama di questo impasto. E da uvette chiare e sode delle dimensioni di un dattero.

Prezzo: €. 34,99

Pasticceria Pepe – Sant’Egidio del Monte Albino (SA), via Nazionale 2/4.

#3 D&G PATISSERIE (rientrato)

L’Italia è un Paese finalmente pronto per la democrazia liberale del panettone tradizionale.

In testa alla classifica di Dissapore ci sono Veneto, Emilia Romagna e Basilicata (come scoprirete tra poco). Spezzata l’egemonia campana, disinnescando il reflusso del panetun milanese.

A rappresentare il Veneto c’è Denis Dianin, di D&g Patisserie: lo stilista dei dolci. A iniziare dalla confezione d’autore, un regalo che non ha bisogno di incarto e fiocco di raso.

E sì, ovviamente, si è anche inventato il panettone e la colomba in vasocottura, spiegandoci poi come si fanno.

[La vasocottura di Denis Dianin]

I suoi panettoni sono da qualche anno oggetto di culto per una nicchia di intenditori pre-hipster. Quest’anno qualcosa è cambiato, ci sono sembrati ancora di più una forza della natura. Terzo tra i panettoni creativi a suon di amarene, pistacchio e limone, Dianin si riconferma con un tradizionale dalla crosta molto brunita (in qualche spigolo quasi bruciacchiata) e la dolcezza controllata.

Prevalgono gli agrumi e il gusto rotondo di burro, con i canditi avviluppati nell’alveolatura aggraziata che tutti i panettoni dovrebbero avere.

Prezzo: €. 34,00

#2 FABBRI (+1)

Per un soffio non ce l’ha fatta. Fermato solo da un impedimento ancora non aggirabile (cercatelo al numero 1).

Eppure il panettone mandorlato di Gino Fabbri, presidente dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani, sorriso accigliato ma cuore tenero e irresistibile accento bolognese, ha un profumo d’arancia prepotente, che sa di climi caldi, di vaniglia Bourbon, insinuata tra uvette che ti fanno sentire le campane.

Come sa chi frequenta La Caramella, pasticceria aperta da Fabbri poco fuori Bologna nel 1982, famosa per le incredibili brioche (alla francese) con lievito madre e i krafen alla crema che così morbidi si devono ancora trovare altrove, lo stile del gran bolognese è sartoriale.

Prendete la copertura di questo gioiellino glassato: da knockout.

Mandorle (di Bari) e granella di zucchero a pioggia combinate con tutta la sapienza di chi il panettone lo fa da quasi quarant’anni. La pasta, gialla di tuorli che spiccano, soffice e misurata negli zuccheri e nei grassi, ha un’alveolatura tra le più belle viste in giro.

Prezzo: €. 38,00

#1 TIRI 1957 (stabile)

Quattro edizioni di questa classifica, altrettante vittorie di Vincenzo Tiri: non una presenza decorativa la sua.

“Cresci bene che ripasso”, gli abbiamo detto la prima volta nel 2015, e lui è diventato la chiave di volta per arginare lo strapotere –anche economico– del panettone da supermercato, quello che poi ci fai colazione per i tre mesi successivi.

Nel frattempo, visto che le cose si sono messe bene, ha aperto a Potenza Tiri Bakery e Caffè, grande pasticceria con laboratorio: 13 metri di banco tra bar e vetrine per i dolci, 38 posti a sedere, le recensioni di Dissapore incorniciate alle pareti e il panettone tutto l’anno.

[Con la pasticceria Tiri e il panettone tutto l’anno a Potenza si vive meglio]

Detto questo, restiamo dell’avviso che Tiri 1957, la bottega aperta 61 anni ad Acerenza, 2433 anime abbarbicate nella più remota provincia di Potenza, meriterebbe un’uscita autostradale dedicata.

Chissà come si sente il centrattacco della nostra classifica a essere diventato un classico (guardatelo alle 19 e 10 su Sky, protagonista de I maestri del panettone).

Il suo panettone lo riconoscono subito, e non solo i fanboy per i quali è sesso, droga e religione: procace, con le farine macinate a pietra, l’uva passa australiana, la frutta candita in proprio nella vasca a cielo aperto, il burro francese (anzi, i burri), le uova di galline allevate allo stato brado, il miele di acacia e la vaniglia Bourbon.

Più quella segretissima lavorazione a tre impasti con 72 ore di lievitazione e cure pediatriche, secondo la leggenda ispirata a quella di Pietro Monsù Ferrua, patron della azienda piemontese Galup.

Temendo di essere monotoni, abbiamo proposto assaggi ai palati più fidati sfidandoli a trovare panettoni più buoni. Niente: missione fallita. Tiri resta il primo ad avere ridisegnato equilibri e direttrici del panettone post Iginio Massari, e ancora il migliore.

Lo sentite il profumo del sold-out? Allora sbrigatevi, se volete avere la remota possibilità di provare il panettone riformista, quello dei sogni, da Natale 2018 fino a Santo Stefano del 2019.

Prezzo: €.33,00

Tiri 1957 – Via A.Gramsci, 2/4 Acerenza (Pz).

[CREDIT: FOTO ALFIO BONINA]

Panettoni artigianali 2018: la classifica degli chef

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In redazione, un po’ di perplessità per l’arrivo fuori tempo massimo su Dissapore di una classifica dei panettoni degli chef l’abbiamo manifestata.

Ma se di parabola discendente vogliamo parlare, la febbre che sembra essere passata è quella per i cuochi in tv, che fanno sempre meno notizia. Non per i loro panettoni. Che invece a suon di tirature limitate, eleganti confezioni, culmine dell’artigianalità, con in sovrappiù il versante creativo, stanno diventando un raffinato sottogenere del panettone di pasticceria.

Gloria effimera o meritata? Dal canto nostro, abbiamo voluto mettere a confronto dieci panettoni di chef celebri, per capire se valga la pena acquistare un panettone “griffato” allo stesso prezzo di uno sfornato da chi con le mani in pasta ci nasce.

Vi anticipiamo che, escluso qualche isolato caso, non sempre i cuochi sono ottimi lievitisti: forse è il caso che si concentrino nella loro bravura da chef? Qualcuno se la cava egregiamente, però. Scopriamo quali nella terza classifica dedicata da Dissapore al dolce di Natale, redatta dopo l’assaggio “alla cieca” di 30 panettoni griffati dagli chef. (A proposito, avete già letto le altre due?)

[Panettoni artigianali: i 30 migliori tradizionali del 2018]

[Panettoni artigianali: i 20 migliori creativi del 2018]

Volete ripassare le regole richieste ai pasticcieri, e anche agli chef, per far parte delle classifiche?

[Criteri per entrare nelle classifiche di Dissapore]

Se invece siete impazienti, scoprite di seguito i 10 migliori panettoni degli chef del 2018.

#10 DANIEL CANZIAN RISTORANTE

Daniel Canzian

38 anni, figlio d’arte. Comunicatore instancabile, raffinato pittore dei suoi piatti, simpatico ed estroverso. Allievo di Gualtiero Marchesi, nel 2013 apre a Milano –zona di Brera– il suo ristorante.

“Omaggio a Milano” è un panettone basso, con farina di frumento, uva sultanina, burro e tuorli d’uovo. E ancora riso e zafferano, ingredienti che più meneghini non potrebbero essere.

L’estremità del panettone è ricoperta da grossi chicchi di uva sultanina, il colore della pasta è giallo tenue, con alveoli più sviluppati agli estremi.

Abbiamo annusato a lungo, ma mancano, ahi noi, i profumi ai quali ci hanno abituati i grandi pasticcieri, anche quelli di loro che hanno impastato il panettone con lo zafferano.

Prezzo: €. 30,00

Daniel Canzian Ristorante – Via San Marco angolo Castelfidardo, Milano

#9 AQUA CRUA

Giuliano Baldessarri

Il “ristorante trasparente” di Giuliano Baldessarri, illusionista della cucina stellata, attratto dall’improbabile che a volte sconfina nel bizzarro, firma un panettone artigianale alto impastato con i semi di panace, pianta aromatica che evoca il sapore del sedano, ma più dolce.

Semi di panace a parte, la lievitazione spinge il panettone verso l’alto, con la cupola rustica e una distribuzione poco armonica degli alveoli nella pasta, caratterizzata dall’insolito colore che tende al verde.

Prezzo: €. 22,00 (550gr)

Aqua Crua – Piazza Calcalusso 11, Barbarano Vicentino (VI)

[Aqua Crua: sim salà bin, ecco Giuliano Baldessari, il grande illusionista]

#8 MANDARIN SETA

Nicola Di Lena

Il primo Mandarin Oriental d’Italia vive in tre palazzi del centro storico di Milano, a ridosso della Scala. La struttura ospita il ristorante Seta, prima stella michelin nel 2015, seconda l’anno successivo, sempre con la guida di ops!, Antonio Guida.

Nicola Di Lena, pastry chef del ristorante, sforna un panettone artigianale con tutti i crismi, infiocchettato da un elegante nastro di raso (ai tempi del test la confezione ufficiale non era pronta).

Mollica di colore giallo intenso, canditi rilucenti come smeraldi, morbidi e delicati. Perfetto il dosaggio della dolcezza, bilanciata dall’effetto dolce-amaro della crosta.


Prezzo: €.45

Seta (Mandarin Oriental Hotel) – Via Andegari 9, Milano

#7 CASA DEL NONNO 13

Alberto Annarumma

Non è un panettone, non è nemmeno un pandoro. In realtà è un Pand’Oro che del panettone ricorda la forma e del pandoro possiede la trama infittita e il colore latteo. E fin qui tutto okay.

La novità creata dallo chef Annarumma, di Casa Del Nonno 13 a Mercato San Severino sta invece nella sua farciatura: una eccellente crema di pomodoro San Marzano, con tutta la concentrazione gustativa dell’estratto, che imprigiona i pochi alveoli ampi.

L’alleanza con l’impasto è piacevole, e la trovata è tecnicamente azzeccata. Di gran lunga il più creativo della tornata.


Prezzo: €.

Casa del nonno 13 – Corso Francesco Caracciolo 13, Sant’Eustachio (SA)

#6 ILARIO VINCIGUERRA

Ilario Vinciguerra

Il tele-chef Ilario Vinciguerra, presenza fissa di Detto Fatto su Rai Due, viene da un brutto scotto: il suo ristorante in Gallarate ha appena perso la stella Michelin.

Proviamo a dargli una buona notizia: il suo panettone è tra i più soffici tra quelli provati in questo panel.

Al taglio sprigiona profumi di burro e panna, insieme a una nota alcolica che deriva dall’utilizzo del cointreau tra gli ingredienti, un pò meno evidente. Il che non dispiace, al palato.


Prezzo: €.40

Ilario Vinciguerra – Via G. Tenconi 3, Gallarate (VA)

#5 ANTICA CORONA REALE

Giampiero Vivalda

Non è che uno chef con due stelle Michelin prenda tutto dal suo orticello. Se i pasticcieri tra i loro ingredienti indicano la qualità e la provenienza, intesa come territorio (ad esempio uva australiana a cinque corone o vaniglia del Madagascar), gli chef tendenzialmente prediligono specificare i nomi delle aziende.

Così Gian Piero Vivalda ci tiene a far sapere che utilizza succo di uva moscato di tal dei tali, scorza di arancia candita di quell’altro e via discorrendo.

Il panettone comunque si presenta bene. Bel taglio a croce, ruvido alla croce e sdrucciolevole agli angoli. Impasto increspato, giallo moderato.

Un distinto compromesso fra l’idea del panettone come dolce e quella di impasto lievitato, che qui è caratterizzante.

La morbidezza è piacevole e il sapore del lievito si sbottona da subito. Il succo di uva moscato aromatizza con garbo, e menomale: temevamo il peggio.


Prezzo: €.30
Antica Corona Reale – Via Fossano 13, Cervere (CN)

#4 CASA PERBELLINI

Giancarlo Perbellini

Lo chef e imprenditore Giancarlo Perbellini, due stelle Michelin a Verona, premiato quest’anno dalla rossa per il miglior servizio in sala, con manciate di locali sparsi tra il veronese, Venezia e Hong Kong, firma un altro omaggio a Milano dopo la recente apertura della bella e buona Locanda Perbellini, nel capoluogo lombardo.

Merita ampiamente la posizione alta in classifica per i suoi canditi, i più buoni dell’assaggio. Soprattutto le scorze d’arance, in listarelle allungate, di cui andiamo spasmodicamente alla ricerca. Non sono da meno cedro e uvetta candita.


Prezzo: €.24 euro (incartato, 20 euro se sfuso)

Casa Perbellini – Via Alberto Mario 13, Verona

[Locanda Perbellini a Milano: menu e prezzi del nuovo bistrot]

#3 IL DUOMO

Ciccio Sultano

E’ stato fra i tondi tavoli del sicilianissimo Ciccio Sultano che abbiamo pensato: “tò, eppure sono tanti gli chef che producono panettone”.

Proprio lui che inizia il suo percorso in pasticceria, e per questo veniva chiamato “Ciccio Swuit” storpiando il nome della pasticceria in cui lavorava.

Ha scelto il nome “perpetua” per la sua personalissima interpretazione del panettone, un nome che sa di antico e sacrale, di servizievole.  Ma non è l’unico che viene sfornato dai Banchi, in quel di Ragusa Ibla.

Le altre proposte sono: tradizionale, Basileus Hyblon con caffè, cardamono, cioccolato e pera, e Siquilia con pistacchio di Raffadali, mela, limone e nientemeno che menta, perché si sa che Sultano non si risparmia e non lesina nemmeno nel packaging, talmente tanto da piacerci tanto.


Prezzo: €.26,00

Il Duomo di Ciccio Sultano – Via Capitano Bocchieri 31, Ragusa Ibla

#2 DA VITTORIO

Enrico Cerea

Si vede, si sente, si tocca. Che abbiamo davanti un panettone buono è chiaro da subito. Sarebbe potuto arrivare al primo posto il panettone della pluristellata famiglia Cerea.

Ma come avremmo potuto scusarci e giustificare la #vittoriadivittorio con chi ha avvistato questo panettone (ben riposto in festosa cesta natalizia) tra gli scaffali dell’Esselunga?

Nessuna accusa di inflazione, per carità, ma qualche ingrediente di troppo in quell’ etichetta, rispetto alla nostra, giustifica la penalità.

Capo morbido come un colbacco, burroso tanto quanto basta per spalmarsi nelle dita, profumo di lievito e di pasticceria agrumata,trama color mandarino, fessure ben disposte.

E ancora, lievito naturale, miele d’acacia, baccelli di vaniglia, cedro e arance candite, bucce di limone. Un dolce (molto dolce) che farebbe impazzire i più viziosi.

Prezzo: €.38,00

Da Vittorio – Via Cantalupa 17, Brusaporto (BG)

#1 DEL CAMBIO ()

Fabrizio Galla

Natale vuole bellezza, eleganza, suggestioni e tanto spirito infantile.

Tutti elementi racchiusi nella faraonica, e bella confezione naif di Fabrizio Galla, pastry chef che affianca Matteo Baronetto allo stellato Del Cambio, nonché artefice delle statuarie monoporzioni (celebre la sua “Jessica”) di Farmacia del Cambio.

Tornando al suo contenuto, guardate questo lievitato mandorlato. La somiglianza con il lievitato di Massari è evidente. E non è casuale, dato che parliamo di un maestro allevato alla corte di Iginio.

Il suo mandorlato alto ha un’ intensità maggiore nella mandorla. All’interno l’impasto è dorato, l’alveolatura prosperosa e incantevole, tutto in sinergia con un persistente agrumato e tanti piccoli capricci di uva passa.

E’ l’unico panettone di questa strana classifica che si sarebbe potuto piazzare (e pure bene) nella nostra classica lista dei migliori panettoni artigianali.

Prezzo: €. 36

Del Cambio – Piazza Carignano 2, Torino

[CREDIT: FOTO ALFIO BONINA]

Il panettone di Niko Romito ci costa 55 € ma dobbiamo dirvi se vale la pena

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Questo è il panettone di uno chef. Di Niko Romito, per l’esattezza.

Destinatario di consensi bulgari per il profilo alto di tutto quel che fa –dal ristorante Reale a Castel di Sangro, in Abruzzo, tre stelle Michelin, ai format di ristorazione moltiplicati all’infinito, dalla formazione per aspiranti chef fino ai prodotti per il consumo domestico.

[Niko Romito su Dissapore]

Infine il panettone.

Prodotto solo a inizio Dicembre, ragione per cui è stato impossibile valutarlo per la classifica dei migliori panettoni degli chef di Dissapore, lo abbiamo comprato appena disponibile e messo accanto a un filo di perle.

Panettone Niko Romito

[Panettoni artigianali 2018: la classifica degli chef]

Perché? Già, perché. Perché è il panettone più costoso d’Italia, probabilmente: 55 euro, escluse le spese di spedizione (altri 10,50 euro).

Più costoso –e non di poco– del panettone di un maestro venerabile come Iginio Massari, che di euro ne costa appena 38.

[Iginio Massari su Dissapore]

Se fosse un regalo sarebbe al limite della categoria “gioielli per una persona cara”. Ma per capire se ne vale la pena senza dover andare dal gemmologo serviva qualcuno che lo provasse per voi.

Ci siamo immolati, questa volta, ma non fateci l’abitudine.

COM’ È IL PANETTONE

Realizzato dallo chef nel laboratorio interno al ristorante di Castel di Sangro, esiste in versione classica, quella testata da noi, e con cioccolato.

Confezione total white, dal candore essenziale.

Panettone Niko Romito

La produzione è limitata. Il nostro panettone è il 344esimo su 999 fatti nel 2018. Romito ci perdonerà, ma facendogli un po’ di conti in tasca sono 999 panettoni in neanche un mese a 55 euro l’uno.

Conti che, ci capirete, scatenano sana invidia.

Tre giorni, tre lievitazioni progressive, 62 ore di lavorazione in totale. Appena levato dal forno il panettone viene fatto raffreddare a testa in giù per dodici ore in modo che la struttura del ricco impasto si stabilizzi.

Ingredienti usati: farina di frumento tipo 00, burro, uvetta, tuorlo d’uovo, zucchero. Quindi il lievito madre, proveniente dal ceppo a base mosto d’uva Casadonna, ricostituito nel 2011 quando il ristorante Reale si è spostato da Rivisondoli a Castel di Sangro. Infine, acqua, crema pasticciera, filetti d’arancia candita, pasta d’arancia, miele di sulla, vaniglia Bourbon, sale e estratto di malto.

PROVA D’ASSAGGIO

Non si può dire all’apertura della confezione che i profumi, nitidi e gradevoli, stordiscano per intensità. Non ci aspettavamo che a prevalere fossero i sentori di lievito, pensavamo al burro o alla crema pasticciera presente nell’impasto. È comprensibile, abbiamo aspettative elevate da questo panettone, anche in considerazione del look tonico e muscolare.

Panettone Niko Romito

La parte alta (cupola) evidenzia i segni di una cottura perfetta intuibile dallo splendido punto di colore (biscotto).

Senza cedimenti la struttura, impasto elastico che risponde senza sfilacciarsi allo strappo violento. Il burro sulla cupola unge leggermente le dita.

Panettone Niko Romito

Procediamo con il taglio: la lama del coltello affonda come se l’impasto fosse di burro soltanto.

Per la consistenza bisognerebbe lasciarlo intatto, ibernarlo e mostrarlo di quando in quando nei secoli a venire.

Panettone Niko Romito
Gli alveoli, i fori dell’impasto, sono distribuiti in modo uniforme, il colore giallo è un richiamo irresistibile per gli occhi.

Panettone Niko Romito

Al primo boccone seguono lunghissimi attimi di smarrimento. Il panettone è il dolce di Natale ma qui il gusto è sapido, si sente distintamente il sale. Perplessità.

Anche se l’uva passa è trasparente, di grandezza media e consistenza perfetta, il sale insieme alla nota acidula ne azzera la dolcezza.

Panettone Niko Romito

Capitolo a parte per la frutta.

Al posto dei canditi grossi e carnosi, magari auto-prodotti, usati dai pasticcieri più attenti, si intravedono nascosti dalla trama dell’impasto dei fili di scorza d’arancia cuciti con eleganza e dal colore tenue.

Anche il sapore è delicato, e non solletica il palato come fanno le pepite candite trovate in altri panettoni. Non ti viene voglia di piluccare la frutta candita con le mani.

GIUDIZIO FINALE

Panettone Niko Romito

Pasta soffice, lievitazione magistrale, cupola ruvida ma con misura, aspetto imperioso, ingredienti di gran livello. Il panettone di Niko Romito non si discute.

Ciò nonostante, alla domanda che state covando dall’inizio, e cioè se c’è differenza tra questo e i panettoni di Tiri, Fabbri, Massari o Pepe, cioè i pasticcieri grandi specialisti del panettone rispondiamo che no, che la differenza non si vede e non si sente.

Anzi, la dolcezza è fin troppo controllata. Da una parte è un pregio, si preparano panettoni squisiti senza eccedere con gli zuccheri, dall’altra manca un po’ di appagamento. E chissà il perché di quella nota salata.

A chi lo consigliamo?

A chi si fa rapire dal pezzo unico o giù di lì, dal tic di mettere in tavola un dolce esclusivo, griffato e costoso come un gioiello, a chi preferisce i panettoni a dolcezza controllata.

A tutti gli altri, per un bel regalo o per saziarsi con dell’ottimo panettone consigliamo di dare una sbirciata a questa classifica 2018:

[Panettoni artigianali: i 30 migliori tradizionali del 2018]

[CREDIT: FOTO ALFIO BONINA]

Ristoranti siciliani: i 10 piatti che ci sono piaciuti di più del 2018

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Dalle conferme dei super cuochi Pino Cuttaia (La madia a Licata) e Ciccio Sultano (Il duomo a Ragusa Ibla), alle avvincenti narrazioni culinarie di Accursio Craparo (Accursio a Modica) e Peppe Bonsignore (L’oste e il sagrestano a Licata), fino all’esuberanza di Martina Caruso (Signum a Salina), il 2018 ha portato con sé una moltitudine di piatti che abbiamo avuto la fortuna di provare.

E in attesa che venerdì 11 gennaio torni su Dissapore la classifica dei 25 migliori ristoranti siciliani, per la terza edizione dopo quelle del 2016 e del 2017, oggi e domani stuzzichiamo l’appetito con due spuntini sfiziosi.

[Sicilia: i 25 ristoranti migliori del 2017]

[Sicilia: i 25 ristoranti migliori del 2016]

Domani troverete il “best of 2018” della ristorazione siciliana, con le principali categorie (chef emergente, sommelier, maitre…) mentre oggi tocca proprio ai 10 piatti indimenticabili che abbiamo provato nell’anno appena concluso.

10# Benvenuto dell’estate (Peppe Bonsignore – L’Oste e il sagrestano)

Gambero rosso licatese con miele, polvere di limone e soia. Zuppetta di tenerume ricotta pomodoro e pane al basilico. Infine acciuga, mozzarella di bufala e zucchina. In estate è stato il piatto di benvenuto dell’oste.

Ha colto nel segno la scelta del gambero, non quello di Mazara, ormai troppo esoso per le nostre modeste carte di credito, ma il gambero pescato nel bel mare di Licata: carni dolci, testa succulenta e colore rosso carico.

E cosa vogliamo dire dell’acciuga? Più precisamente della sua panatura, eseguita con una perfezione che da sola vale la vostra massima considerazione, mangiatori attenti che leggete Dissapore.

L’oste e il sacrestano – Via Sant’Andrea 19, Licata (Ag) Tel 0922774736

9# Zuppetta di crostacei e capelli d’angelo (Giovanni Guarneri – Don Camillo)

Vuole piacere a tutti i costi questa zuppetta di crostacei dai sapori vivaci e seduttivi: un pò di brodo, olio –non un filo ma due o tre– i crostacei al centro del piatto.

Giovanni Guarneri, chef di lungo corso che sa come si assembla un peccato di gola, ha aggiunto i capelli d’angelo (in Sicilia chiamati anche scuma), qualche filo qua e là per ingentilire l’aspetto.

Don Camillo – Via della Maestranza 96, Siracusa – Tel 093167133

8# Velo di pasta (Accursio Craparo – Accursio)

Accursio Craparo è lo chef siciliano che più di ogni altro si è messo in discussione, con un processo di rinnovamento che ha coinvolto soprattutto gli ingredienti. La carne, di agnello e coniglio in particolare, è stato il suo campo da gioco per tutto il 2018.

In questo piatto un velo di pasta all’uovo e cacao nasconde lo stufato di coniglio, ci sono poi cicoria, crema alla base, burro fuso e una spolverata di formaggio.

[Siamo stati a Modica da Accursio Craparo, appena stellato dalla guida Michelin]

Estremo per com’è stato congegnato, nella presentazione e nel sapore marcatamente siciliano, il piatto invita al piacere della gola con uno stile che ricorda Pino Cuttaia, lo chef del ristorante La Madia di Licata.

Accursio – Via Clemente Grimaldi 41, Modica (Rg) Tel 0932 941689

7# Spaghetti Aglio olio e peperoncino (Martina Caruso – Signum)

Un piatto di spaghetti aglio olio e peperoncino tra i 10 imperdibili del 2018? Sì, perché dimostra come interpretare un classico senza perdere un grammo della propria individualità

Okay, la magia di Salina può aver condizionato il giudizio, ma gli infedeli secondo cui piatti del genere non sarebbero degni del menu di un ristorante stellato, si convertano presto a questo inno alla gioia (culinaria).

Martina Caruso, giovanissima chef del Signum, infila il piatto in fondo al menu degustazione con un guazzetto di mare e un cuore di salsa al prezzemolo, da mescolare bene prima di assaporare.

[Signum a Salina: ecosistema di bellezza e gusto]

Messaggio agli chef siciliani: se tra una portata e l’altra dovete mandare in tavola un piatto di spaghetti freddi a guisa di sorbetto, tanto vale chiudere con semplicità e una piccola botta di genio.

Signum – Via Scalo, 15, Malfa (Salina) Tel. 090 984 4222

6# L’uovo con la salsa di pomodoro (Vincenzo Candiano – Locanda Don Serafino)

Candiano

Uovo. Ancora uovo. Sempre uovo. Lavorato in decine di modi diversi, è stato il vero trend della cucina stellata siciliana nel 2018. Ma l’uovo di Vincenzo Candiano, chef due stelle Michelin de La Locanda Don Serafino di Ragusa Ibla, ci ha mandati al tappeto soprattutto per le cose che NON ha.

Né languide, né ruffiane nella consistenza, questa uova non reclamano il ruolo del protagonista battendosi con chissà quali ingredienti: uova – salsa – stop. Che salsa però! Ristorante stellato o no, ho fatto la scarpetta per raccogliere questa spuma di caciocavallo e basilico fino all’ultimo baffo.

Locanda Don Serafino – Via Avvocato Giovanni Ottaviano 13, Ragusa Tel 0932 248778

5# Stigghiola (Accursio Craparo)

La cucina si allinea alla tendenza del momento. Se di questi tempi al cinema 5 film su 10 sono remake, e i rifacimenti infuriano in ogni disciplina, allora Accursio Craparo da Modica può osare reinterpretando la stigghiola, piatto povero che in Sicilia mangiano per strada.

In questo caso sono interiora di agnello a forma di involtino, vastedda del Belice, cipollotto, prezzemolo e limone. Alla base c’è una crosta morbida fatta con carciofi e ancora prezzemolo.

Aspetto e colori invitanti, il latte mitiga il sapore aggressivo della carne. Uscire dalla propria zona comfort significherà anche svoltare nella vita, ma volete mettere la stigghiola cucinata da Craparo e mangiata in santa pace nel suo ristorante?

Accursio – Via Clemente Grimaldi 41, Modica (Rg) Tel 0932 941689

4# Quadro di alici (Pino Cuttaia)

Ho letto Pinocchio una decina di volte. Idem per il film e il brano musicale che preferisco. Secondo me questi sono i classici. Allo stesso modo, non conto neanche più le volte che ho provato Quadro di Alici, uno dei classici più noti di Pino Cuttaia.

Gli ingredienti del quadro sono quelli di sempre: anelli di cipolla di Tropea, alici marinate in aceto e acqua di mare, carbone di nero di seppia, pomodori verdi e una maionese di bottarga.

[Il senso di Pino Cuttaia per Licata]

La novità, sperimentata nel 2018, riguarda l’impiattamento. Il quadro viene adagiato su un foglio di carta e poi incorniciato.

Acciughe trattate con acqua di mare e ghiaccio alternate al carbone del nero di seppia (si fa essiccare la vescica della seppia che viene poi polverizzata). La cornice è una maionese ottenuta lavorando la bottarga di tonno. Sapori fumé, sapidità, temperatura di servizio gradevole, egemonia della cipolla.

La Madia – Corso Re Capriata F. 22, Licata (Ag) Tel 0922 771443

3# Cappuccino (Ciccio Sultano)

Il remake ideato da Ciccio Sultano una decina di anni fa ha il profumo del risveglio, illusione creata dalla polvere di caffè spolverata sulla schiuma di latte (ricordatevi per prima cosa di annusare)

Poi una goccia d’olio, sale e ancora –scendendo– una zuppa di funghi secondo la ricetta siciliana antica, quando si aggiungevano panna e un bicchiere di marsala.

[Il Duomo di Ciccio Sultano, appena rinnovato, piatto per piatto]

Infine, sul fondo della tazza, un’ostrica scivola svelta dalle labbra fino in gola.

Il Duomo – Via Capitano Bocchieri 31, Ragusa Tel 0932 651265

2# Il timballo del Gattopardo (Ciccio Sultano)

Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo

Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo

Il coltello squarciava la crosta, ne erompeva un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le filettature di prosciutto e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti

Con la sua descrizione minuziosa, Tomasi Lampedusa ha immortalato la ricetta del Timballo per l’eternità, insieme alla storia delle tavole aristocratiche siciliane. Un preparazione lenta e complessa, simbolo della cucina che a Palermo chiamavano di ‘un putiri fari’ (impossibile da fare).

E allora, come trovarlo, e dove, questo timballo? Da Ciccio Sultano, ovviamente.

[10 ristoranti che ci sono piaciuti parecchio nel 2018]

Se nella crosta brisè profumata di cannella e zucchero di canna sono stati intrappolati sette ingredienti (melanzana fritta, formaggio ragusano stagionato, petto di piccione, maccheroni fatti in casa, balsamella salata con vaniglia, fegatini di pollo, sugo di carne color palissandro), lo spirito di Tancredi è rimasto dentro palazzo Della Rocca, sede del ristorante di Sultano. Occhio!

Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo

Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo

Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo

Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo

Il Duomo – Via Capitano Bocchieri 31, Ragusa Tel 0932 651265

1# Scala dei turchi (Pino Cuttaia)

Pino Cuttaia ha applicato il suo immaginifico talento anche alla rappresentazione di un luogo, la scogliera bianca tra Realmonte e Porto Empedocle conosciuta come Scala dei turchi. Riprodotta con precisione da certosino, marne e pietre calcaree comprese, grazie a una sfoglia di calamaro trasparente farcita con crema di ricci e nascosta da una spuma all’acqua di mare.

Ma il primo boccone non si scorda più: penserete di aver costretto la vostra bocca in una cintura di castità, finora, impedendole di peccare. Travolti dal sapore del mare, festeggerete il bello della vita ascoltando la gola.

N.B. La ceramica del piatto scotta e la spuma fa le bolle.

La Madia – Corso Re Capriata F. 22, Licata (Ag) Tel 0922 771443

Appuntamento a domani per il “Best of 2018” della ristorazione siciliana, e soprattutto a venerdì 11 per la classifica dei 25 migliori ristoranti siciliani dell’anno, edizione numero tre.

[CREDIT – FOTO ALFIO BONINA]

Ristoranti siciliani: tutti i premi speciali del 2018

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Il meglio dei ristoranti siciliani 2018 atto secondo.

Martedì scorso abbiamo elencato i 10 piatti indimenticabili provati nell’anno appena concluso, e ora –in attesa che domani torni su Dissapore la classifica dei 25 migliori ristoranti siciliani, per la terza edizione dopo quelle del 2016 e del 2017– assegniamo i premi speciali, categoria per categoria.

[Ristoranti siciliani: i piatti che ci sono piaciuti di più nel 2018]

[Sicilia: i 25 ristoranti migliori del 2017]

[Sicilia: i 25 ristoranti migliori del 2016]

Stiamo per scoprire in ordine:

– il sommelier dell’anno;
– il maître dell’anno;
– il ristorante dell’anno per atmosfera;
– il ristorante con la cantina dell’anno;
– il ristorante con il servizio dell’anno;
– lo chef rivelazione dell’anno.

Iniziamo:

#MIGLIOR SOMMELIER: MARCO IANNELLO (IL CROCIFISSO)

Giovane, capelli ricci, barba incolta, viso minuto, per Dissapore Marco Iannello è il sommelier del 2018 nei ristoranti siciliani, per competenze tecniche, gestione della cantina e proposte rivolte ai clienti.

Nell’intesa raggiunta con lo chef, Marco Baglieri, c’è molto della modernità che si respira oggi al Crocifisso di Noto.

Osa uno Spritz in apertura, o un redivivo vermut per chiudere, interpreta il vino con spirito critico ma senza ostentazione, anzi con atteggiamento leggero e amichevole. Alla fine, il cliente non si sente mai fuori posto.

Ma il 2019 porta novità. Destino o coincidenza, il nostro riconoscimento arriva due giorni dopo la conclusione del rapporto con Il Crocifisso. Iannello lavorerà per una cantina speciale: quella di Arianna Occhipinti a Vittoria, ma noi contiamo di ritrovarlo a Noto.

Perché certi amori, lo sappiamo, non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano (cit.).

#MIGLIOR RESPONSABILE DI SALA: CLAUDIO D’ALESSANDRO (BYE BYE BLUES)

Se la sala funziona –è opinione generale– lo si deve al maître. Al ristorante Bye Bye Blues di Mondello la sala funziona eccome, il servizio è elegante e premuroso, ma non è solo per questo che Claudio D’alessandro è per noi il miglior responsabile di sala del 2018. 

L’anno scorso, durante una breve apparizione in un altro ristorante, ci era sembrato diverso dal solito. Con una gestione della sala più cupa e macchinosa: era fuori posto, evidentemente.

Poi il ritorno a casa. Nel ristorante stellato della chef Patrizia Benedetto, D’Alessandro, sommelier autodidatta elegante nei modi di fare e nell’aspetto, è un camaleonte che si mimetizza con la sala, consegnando ai clienti un’atmosfera fluida, dove tutto s’incastra alla perfezione.

#MIGLIOR ATMOSFERA: BYE BYE BLUES

Proprio un buon lavoro, quello del Bye bye blues di Mondello, dove l’ospitalità è un culto e l’atmosfera nella sala piccola ma ordinata, perfettamente illuminata, sempre piacevole. Merito del maître, dicevamo, ma non solo.

Durante la nostra cena, il caso ha voluto che ci fossero bambini in un tavolo, e un pastore tedesco di notevoli dimensioni in un altro. Roba da mandare in tilt la sala.

Eppure, l’accoglienza riservata dallo staff a chi in altri posti non è sempre benvenuto, o viene accolto con molte titubanze, è stata senza tensioni né incertezze. Gli ospiti hanno apprezzato ripagando lo staff con compostezza.

#MIGLIOR CANTINA: IL DUOMO DI CICCIO SULTANO

1200 etichette, 11000 bottiglie, unica in Sicilia a essere entrata nella World’s Best Wine Lists 2018, unica a ricevere dalla rivista Wine Spectator il Best Award of Excellence for Wine Program 2018, conquistando due bicchieri su tre.

Metà delle etichette è siciliana, l’altra proviene dal resto del mondo, con una particolare attenzione alla Francia, e una specifica selezione per la regione dello Champagne.

Ma non sono questi i motivi per cui anche noialtri premiamo la cantina di Ciccio Sultano. O meglio, non sono solo ampiezza e varietà ad aver indotto il riconoscimento.

Ci piace la possibilità offerta a tutti i clienti di accompagnare la degustazione delle pietanze con quella di alcuni tra i migliori vini delle “riserve del Sultano” a un costo contenuto: 90 euro.

#MIGLIOR SERVIZIO: PRINCIPE DI CERAMI

Per la vivacità di Dana Danutza, la competenza di Loris Culoso e la spontaneità di Alessandro Malfitana, il servizio al Principe di Cerami di Taormina è, secondo Dissapore, il migliore dell’isola.

Lo staff riesce ad armonizzare calore siciliano e atmosfera internazionale nella piccola ma magica terrazza dell’ex convento San Domenico, da dove si gode la vista più bella di Taormina.

Il servizio è da premiare a maggior ragione perché non ha risentito dello tsunami che ha investito la struttura nel 2018, profondamente ristrutturata. Stile, accoglienza e servizio sono rimasti gli stessi nonostante tutto.

#CUOCO RIVELAZIONE DEL 2018: GIUSEPPE BIUSO (IL CAPPERO)

I giovani sono entusiasti per definizione. Anche troppo a volte, quando hanno la responsabilità di una cucina professionale. Capita così che il risultato sia un pastrocchio.

Giuseppe Biuso del Cappero, sull’isola di Vulcano, è la vera rivelazione del 2018 perché, pur rientrando nella categoria dei giovani chef entusiasti, non forza la mano ma riesce a essere comunque originale, lasciando trasparire ironia e coraggio.

Con lui la fantasia è al potere, nei colori e nelle forme, ma pure nei sapori autentici e ben definiti, in certi casi memorabili.

I suoi piatti, ormai un culto tra i fanatici dell’impiattamento, raccontano con modernità la Sicilia arcaica. Come in “viri chi dannu chi fannu i babaluci” (la vita delle lumache isolane), “u sceccu non è na bufala” (la vita degli asini, scecchi, animali cari ai siciliani), o la rappresentazione dell’ape car che vende lo sfincione, simbolo del cibo da strada di Palermo, per le vie del capoluogo.

Molti complimenti a tutti dalla redazione di Dissapore.

[CREDIT: FOTO ALFIO BONINA]

Ristoranti siciliani: i 25 migliori del 2018

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Il 2018 è stato l’anno migliore nella storia della cucina siciliana contemporanea.

L’affermazione, perentoria, arriva dopo un continuo andirivieni per confezionare uno dei pezzi di Dissapore più impegnativi dell’anno: la classifica dei 25 migliori ristoranti siciliani, edizione numero tre.

[Sicilia: i 25 ristoranti migliori del 2017]

[Sicilia: i 25 ristoranti migliori del 2016]

I criteri che l’hanno ispirata sono semplici: attenzione per le cucine migliori, per la personalità degli chef, per il servizio e l’atmosfera generale dei ristoranti.

Tendenze 2018

Uovo, uovo e ancora uovo. Indifferenti agli altalenanti diktat nutrizionali, gli chef siciliani lo impiegano molto, e spesso come elemento principale del piatto. Impossibile non citare il tartufo, in qualche caso, e nei periodi propizi dell’anno, protagonista di interi menu dedicati.

Sta venendo meno la consuetudine di offrire un assaggio d’olio siciliano a inizio pasto. Potrebbe essere perché ci si prepara a un’annata sfavorevole, ma un piccolo sforzo promozionale nella terra degli olivi andrebbe comunque fatto.

[Ristoranti siciliani: i 10 piatti che si sono piaciuti di più nel 2018]

[Ristoranti siciliani: tutti i premi speciali del 2018]

Pertanto, dopo avervi presentato i piatti più buoni provati nei ristoranti siciliani durante l’ anno, e i premi speciali categoria per categoria, ecco finalmente la classifica dei ristoranti migliori. Vi aspettano rinnovamento, emancipazione dei cuochi locali, diverse nuove entrate (incluse due alle isole Eolie) e qualche esclusione.

25# NON ASSEGNATO

Come d’abitudine, è la posizione che lasciamo ai vostri suggerimenti casomai avessimo dimenticato ristoranti indimenticabili.

24# Km.0, CATANIA (nuova entrata)

Chef: Marco Cannizzaro

Di quanto fosse opportuno scegliere un nome come Km.0, peraltro (quasi) fuori tempo massimo, avevamo già discusso l’anno scorso.

Archiviato l’argomento nome, i giovani fratelli Cannizzaro, alla guida del ristorante catanese, sono sicuramente apprezzabili per la professionalità e il livello della proposta, senza sbavature o flessioni. Buon segno in una città ballerina dove passi dagli altari alla polvere, e viceversa, in un amen.

Ha portato bene (e anche clienti) “Quattro Ristoranti”, la serie tivù con Alessandro Borghese, seguita dai catanesi anche attraverso le continue repliche.

Ma onore al merito, il segreto del successo di Km.0 sta soprattutto nella cucina di Marco Cannizzaro, semplice, invitante, quasi pop, e nel servizio dinamico del fratello Fabio.

Prezzi alla carta tra i 40 e i 75 euro.

Cosa ci è piaciuto del 2018: l’atmosfera calda, quasi metropolitana.

Cosa vorremmo per il 2019: maggiore attenzione per le cotture.

Voto: 64/100

Km.0 – Via Antonino Longo, 26 – Catania – Tel. 347 732 7788

23# CUVEE DU JOURS – (nuova entrata)

Chef: Carmelo Trentacosti

A Palermo, sopra il Porto dell’Acquasanta, nell’omonima borgata, c’è Villa Igiea, hotel lussuoso già ai tempi della Bella Epoque, e ancora oggi tra i palazzi di maggior pregio dell’isola.

Il nome lo deve a Ignazio Florio, che dedicò la villa alla figlia Igiea. Lo stile è liberty, motivi floreali e figure femminili decorano il palazzo: entrando ci si aspetta che il ballo di una famiglia nobile del secolo scorso cominci a minuti.

Salendo gli ampi gradini, seguiti dal brusio proveniente dagli ambienti spaziosi, si arriva nella sala che ospita il Cuvee du Jours, piccolo ristorante arredato con mobili in legno, antichi e antichizzati.

Lo chef è Carmelo Trentacosti che applica una florida creatività al menu incentrato sui piatti della tradizione palermitana. Da provare “Tipico ma non troppo”: ravioli fondenti di sarde e finocchietto selvatico.

Cosa ci è piaciuto del 2018: la selezione di olii extra vergine, l’eleganza della villa.

Cosa vorremmo trovare nel 2019: la stessa eleganza del palazzo nella sala del ristorante.

Prezzi alla carta tra i 40 e i 75 euro.

Voto: 66/100

Via Principe di Belmonte, La Loggia, Palermo – Tel.

21# FATTORIA DELLE TORRI – MODICA (rientrato)

Chef: Peppe Barone

Fattoria delle Torri

Un ex teatro del centro di Modica convertito in ristorante di grande atmosfera nonostante alcuni particolari trascurati.

La distanza dalle strade del passeggio modicano fa pensare di trovarsi in un posto fuori dal tempo. Più mondano è invece lo chef, Peppe Barone, costantemente coinvolto in eventi festaioli incluse le recenti aperture italiane di Eataly.

Una pietanza che sarebbe sbagliato ignorare è la pastinaca.

Alla carta si spendono tra i 40 e i 75 euro.

Cosa ci è piaciuto del suo 2018: le proposte dalla tradizione radicata

Cosa vorremmo per il 2019: gli stessi piatti del 2018

Voto: 68/100

Fattoria delle Torri Va S. Elisabetta, 60 Modica (Ragusa) – Tel. 0932 751286

20# MARINA DEL NETTUNO, MESSINA (+4)

Chef: Pasquale Caliri

Le vetrate del ristorante ambientato lungo il porto di Messina permettono una vista esclusiva sul mare piatto, illuminato dalle luci calabresi.

Grande atmosfera a cena, e menu spiritoso (lo stesso spirito che permea la città). Volete un esempio? “C’era un’ape piccolina nel formaggio stamattina” è un dolce, una spuma al miele con gelato di Asiago, polline e gel al limone.

Tutto allineato con la personalità dello chef: Pasquale Caliri, messinese doc, ex giornalista convertito alla cucina professionale dopo gli studi alla scuola Alma.

Cosa ci è piaciuto del suo 2018: i classici del menu, le portate con calamari, totani e le affumicature.

Cosa vorremmo per il 2019: Molte meno attese tra una portata e l’altra

Prezzi alla carta tra i 40 e i 60 euro.

Voto: 69/100

Marina del Nettuno Viale della Libertà
Batteria Masotto – Tel.347 289 0478

20# ZASH, RIPOSTO – CATANIA (rientrato)

Chef: Giuseppe Raciti

Lussuosa locanda nata nel 2012 dal restauro di un ex casa padronale, si trova tra Catania e Taormina. Una strada secondaria, quasi un labirinto, conduce al ristorante ambientato in un vecchio palmento (dove un tempo si pigiava l’uva per ricavare il mosto)

Giuseppe Raciti è tra i pochi che riescono a dare il meglio anche fuori dalla cucina, con i suoi remake di cibi da strada come pane cunzato o crespelle illumina molti eventi.

Per una saggio del suo talento vi suggeriamo di provare l’uovo poché con composta di gelsi, spuma al parmigiano reggiano, e tartufo siciliano.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: la personalità dello chef, meno esibita rispetto al passato.

Cosa vorremmo trovare nel 2019: un servizio più attento, non solo nella forma.

Prezzi alla carta tra i 50 e i 75 euro.

Voto: 70/100

Zash, SP2/I-II, 70, Riposto CT – Tel.095 782 8932

19# CORIA, CALTAGIRONE – CATANIA (+3)

Chef: Domenico Colonnetta, Francesco Patti

A 200 metri dalla famosa scalinata di Santa Maria del Monte, patrimonio UNESCO, il ristorante Coria nasce, nel 2008, nel caratteristico centro storico di Caltagirone.

Le due sale sono arredate con molto gusto: piacciono subito gli essenziali tavoli in legno e l’esuberanza delle luci colorate di Foscarini.

Da provare un Omaggio ai Miei! di Domenico Colonnetta che insieme a Francesco Patti guida la brigata in cucina: tortello di bufala, la famosa salsiccia di Palazzolo Acreide e ’nduja.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: il servizio
Cosa vorremmo trovare nel 2019: piatti dalla personalità ancora più spiccata.

Voto: 71/100

Coria Via Infermeria 24, Caltagirone – Tel.0933 26596

18# IL BAVAGLINO, TERRASINI – PALERMO (+3)

Chef: Giuseppe Costa

Il Bavaglino - Terrasini

Non capita spesso che un ristorante sul mare sprigioni il suo fascino più in inverno che in estate. O quasi. È il caso del Bavaglino, a Terrasini. Piccola sala interna, pavimento in maiolica anni 20 e arredi total white.

In estate, nel terrazzo, si assaporano spume salmastri e freschezze decise. Come la ricciola scottata, crema di ceci e cipolla rossa in agrodolce e spuma di nero d’Avola.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: le nuove proposte del menu.
Cosa vogliamo per il 2019: una maggiore attenzione nel servizio.

Prezzi alla carta tra i 50 e i 70 euro. Il più completo menu “Acquavite”, degustazione di 8 pietanze e cinque calici di vino, ha un costo di 125 euro.

Voto: 73/100

Il Bavaglino – Tel.091 8682285

17# SHALAI, LINGUAGLOSSA – CATANIA (-6)

Chef: GIOVANNI SANTORO

Shalai, una stella Michelin conquistata da qualche anno, si trova in un palazzo ottocentesco, imponente ma silenzioso, come il paese di Linguaglossa, sul versante Nord dell’Etna.

Due piccole sale ombrose, con le belle (anche se non molto comode) sedie in ferro e un’illuminazione dai toni cladi.

Sempre amabile la cucina di Giovanni Santoro che mette insieme prodotti dell’Etna e nebroidei.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: l’accoglienza

Cosa vorremmo per il 2019: una maggiore attenzione negli equilibri

Voto: 74/100

Shalai – Via Guglielmo Marconi 25, Linguaglossa (CT) Tel 095 643128

16# LA FENICE, RAGUSA (+3)

Chef: Carlo Ruta

Ammaliati dagli scorci e dalle dimore storiche della perla Ragusa Ibla, si finisce per dimenticare la più moderna Ragusa.

Dove al piano terra di un albergo, si trova questo ristorante dalle grandi vetrate, che conquista con un servizio garbato e una cucina focalizzata sulle specialità del posto interpretate da Carlo Ruta con istintiva stravaganza.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: gli mpanatigghi dello chef, proposti a “Straordinario 2018”, evento organizzato dal ristoratore Andrea Graziano

Cosa ci aspettiamo di trovare nel 2019: gli stessi dolci di cui sopra, farciti con carne di manzo –una specialità siciliana– nel menu del ristorante.

Prezzi alla carta tra i 50 e i 75 euro. Tra i menu, se non si vogliono affrontare le degustazioni più complesse, è possibile optare per i “petit menu”, 3 portate di carne o pesce a 55 euro.

Voto: 75/100

La Fenice – Via Gandhi 3,  Ragusa – Tel. 0932 604140

15# DON CAMILLO, SIRACUSA (+1)

Chef: GIOVANNI GUARNERI

La storia di Don Camillo, a Ortigia –centro storico di Siracusa– è scritta nei soffitti a volta e nelle pareti in pietra bianca del ristorante.

L’amore per il passato è chiaro anche sfogliando il menu, dai caratteri barocchi.

La cucina non si preoccupa di stupire, anzi procede semplice e spontanea piatto dopo piatto finendo con l’accontentare tutti. A patto di non essere palati mondani e puntigliosi fino all’eccesso. In una città attratta dalla modernità eccessiva di molti ristoranti, tra prendere e lasciare per noi è prendere.

Da provare la zuppetta di crostacei con i capelli d’angelo, e, se siete a Ortigia per Santa Lucia, la tradizionale cuccìa: dolce di ricotta grano cotto e cannella.

Cosa ci è piaciuto del 2018: la creazione di un menu degustazione che racchiude tutti i piatti storici, alcuni in carta da oltre 40 anni.

Cosa vorremmo per il 2019: il panettone di fine anno, buono come quello di quest’anno.

Prezzi alla carta tra i 40 e i 70 euro. 70 euro è anche il costo del menu degustazione più completo da 8 portate.

Voto: 76/100

Don Camillo – Via della Maestranza 96, Siracusa – Tel 093167133

14# SAPIO – CATANIA (nuova entrata)

Chef: Alessandro Ingiulla

Due anni fa l’apertura in pieno centro a Catania. Senza troppi clamori, in controtendenza rispetto all’abilità dello chef, che meritava attenzione per i piatti sorprendenti anche se oltremodo elaborati.

Quest’anno è arrivata la stella Michelin per Sapio, e ora Alessandro Ingiulla, 26 anni, il più giovane chef d’Italia premiato dalla Rossa, nonché il più introverso, sarà “costretto” a gestire i curiosi gourmet catanesi.

Sapio - Catania

I piatti di Ingiulla, preparati di chi sa perfettamente dove vuole arrivare, prescindono dalla tradizione. Una cucina finalmente matura, meno lavorata di un tempo, che alterna sapori tenaci a raffinatezze da primo della classe.

Da provare il risotto ‘riserva 7 anni’ mantecato al ragusano Dop, cardamomo, sugo all’aglio nero, petto e coscia di piccione scorre nera croccante, i suoi fegatini in crema e aceto invecchiato 30 anni.

Alla carta si spendono 60 euro se non si vuole optare per i menu degustazione: quello base di 49 euro per cinque portate e il più complesso, con 9 portate a sorpresa, dal costo di 85 euro.

Cosa ci è piaciuto del 2018: la stella meritata.

Cosa ci aspettiamo nel 2019: un’atmosfera più disinvolta, che non faccia sentire i clienti fuori posto.

Voto: 77/100

Sapio – Via Messina 235, Catania Tel. 095 097 5016

13# SABIR GOURMANDERIE, ZAFFERANA ETNEA – CATANIA (+4)

Chef: SEBY SORBELLO

Sabir è diverso. E lo rende esplicito appena entrate nella piccola sala pavimentata in marmo dai colori accesi, con molto ferro, sedie e decoro geometrico.

Posizionato all’ingresso di Zafferana etnea, il ristorante è guidato dallo chef Seby Sorbello, nella ristorazione da una vita, con più di un locale gestito in prima persona sempre variando stile di cucina, senza trascurare quella da ricevimento.

Il menu di Sabir esprime una cucina moderna e personale influenzata dai migliori prodotti dell’Etna, con impiattamenti sorprendenti e sapori autentici.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: discrezione, umiltà e competenza del nuovo sommelier, Giovanni La Rosa, e gli indiscutibili ingredienti del luogo.

Cosa vorremmo per il 2019: più attenzione alle rifiniture

Voto: 78/100

Sabir Gourmanderie – Via delle Ginestre 1, Zafferana Etnea (CT) Tel 095 708 2335

12# LA CAPINERA, TAORMINA – MESSINA (-5)

Chef: PIETRO D’AGOSTINO

La Capinera - Taormina

Freschezza, colori chiari e vivaci, vista sul mare azzurro di Taormina oltre la vetrata. La Capinera di Pietro D’agostino è tutto questo.

I crostacei, le salse agli ortaggi che decorano i piatti, sono l’essenza della sua cucina.

Da provare il crudo di mare con agrumi della nostra terra, sale di Mozia e olio di oliva extravergine.

Pietro Dagostino La Capinera - Taormina

Pietro d’Agostino è l’unico chef in Sicilia ad aderire all’iniziativa #tavola25. Dall’8 gennaio fino al 25 marzo i giovani (fino a quattro per tavolo) potranno scegliere un menu di tre portate a 25 euro inclusi tre vini messi a disposizione dalla Maison Marchesi Antinori.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: gli spettacolari dessert.

Cosa vorremmo nel 2019: quella sensazione di candore data dalla presenza dei tovagliati, una toilette più raggiungibile.
Voto: 79/100

La Capinera – Via Nazionale 177, Taormina (Me) Tel 338 158 8013

11# IL CROCIFISSO, NOTO – SIRACUSA (-1)

Chef: MARCO BAGLIERI

Il Crocifisso era già tra i ristoranti siciliani più affascinanti, ciononostante è stato ristrutturato. L’inserimento di nuove sale e l’eliminazione del superfluo hanno aumentato il potere seduttivo, lo spirito del locale è sempre stato evidente.

I piatti di Marco Baglieri, chef e proprietario del ristorante, sono spesso memorabili.

Quest’anno la cucina del Crocifisso si è leggermente discostata dal suo stile classico, allineato con la migliore tradizione isolana, senza però deludere chi l’apprezza da anni, grazie a sapori e consistenze sempre convincenti.


Cosa ci è piaciuto del 2018: i nuovi piatti.

Cosa vorremmo nel 2019: che lo chef li proponesse con più serenità.

Voto: 80/100

Il Crocifisso – Via Principe Umberto 46, Noto (Sr) Tel 0931571151

10# I PUPI, BAGHERIA – PALERMO (-5)

Chef: TONY LO COCO

Bagheria. La micro sala è sempre piena. Servizio efficace, zero fronzoli. Anche grazie alle continue modifiche, il ristorante i Pupi –24 coperti ricavati lì dove c’era era il garage di casa Lo Coco, chef del locale– ha una piacevole aria familiare.

La cucina di Tony Lo Coco stupisce per personalità. Elegante e allo stesso tempo pratica, autentica, mai eccessiva. Equilibrata nelle quantità e nei sapori.

Quest’anno perde qualche posizione, perché nelle tante proposte, tra finger food e street food, il cliente finisce con il confondersi un pò e non captarne più i confini. 

Cosa ci è piaciuto del 2018: il servizio gentile e spontaneo.

Cosa vorremo trovare nel 2019: la vecchia–nuova cucina di Tony Lo Coco.

Voto: 81/100

I Pupi – Via del Cavaliere 59, Bagheria (Pa) Tel 091 902579

9# L’OSTE E IL SACRESTANO, LICATA – AGRIGENTO (-1)

Chef: PEPPE BONSIGNORE

Che Licata sia meno appariscente delle altre località siciliane non lo scopriamo certo oggi. E in città non si sta facendo molto per tenere lontana la nomea di posto depresso e poco pulito.

Eppure, oltre al mare e alle belle spiagge che la circondano, Licata offre piacevoli passeggiate lungo le viuzze del porto.

In una di queste si notano i tavoli dell’Oste e il Sagrestano, semplici, ordinati e puliti, un vero toccasana nelle calde serate estive.

Parliamo di una minuta osteria dai prezzi accessibili, potenziata da uno chef, anzi da un oste, ingegnoso e appassionato, come dimostra la presenza del locale tra i dieci migliori ristoranti siciliani.

Ci si affida completamente a Peppe Bonsignore, specie per il vezzo di non fermarsi mai alla scelta più semplice. Non l’onnipresente e super costoso gambero rosso di Mazara, ma quello  ugualmente delizioso di Licata, oppure il pomodoro nella Fauzza, piatto licatese che ben rappresenta la venerazione di Bonsignore per la cucina tradizionale della sua città.

E infine, il senso dell’ospitalità suo e della moglie Chiara, che rende un piacere assoluto frequentare la piccola osteria di Licata.

Cosa ci è piaciuto del 2018: la scelta originale, quasi da ricercatore, degli ingredienti e il coraggio di intepretarli in maniera personale.

Cosa vorremmo trovare nel 2019: una scelta di vini più ampia.

Voto: 82/100

L’oste e il sacrestano – Via Sant’Andrea 19, Licata (Ag) Tel 0922774736

8# SIGNUM – SALINA – MESSINA (nuova entrata)

Chef: Martina Caruso 

Eolie – Salina. Il Signum è un’isola in miniatura dentro l’isola. Resort, SPA, terme e miniappartamenti arredati con mobili d’antiquariato sparsi tra le vie profumate dalle erbe aromatiche.

Due le sale del ristorante: una interna, classica, ben arredata, circondata da vetrate arabeggianti, e l’altra esterna, regno del ferro battuto con vista incantevole su Panarea. In sala Luca Caruso, che oltre a curare la cantina completa l’accoglienza in questo piccolo paradiso insulare.

Altra giovane stella della scena siciliana, Martina Caruso è la chef del locale, svelta, testarda, fragile, con il talento necessario per tirare fuori il meglio dagli strepitosi prodotti eoliani.

Cosa ci è piaciuto del 2018: la follia di inserire come ultima portata del menu degustazione un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino, di una bontà contagiosa.

Cosa vorremmo trovare nel 2019: una colazione migliore e più attenzione per i dolci.

Voto: 82/100

Signum – Via Scalo, 15, Malfa (Salina) Tel. 090 984 4222

7# BYE BYE BLUES, MONDELLO – PALERMO (+2)

Chef: PATRIZIA DI BENEDETTO

Quando si dice staccare con il resto del mondo e godersi una serata piacevole a iniziare dalla musica di sottofondo, caso raro se non unico nei ristoranti di qualunque categoria. E arrivederci nostalgia.

Il lungo corridoio dopo l’ingresso, intervallato da nicchie con cuscini e piccole panche, conduce alla sala: epicentro mondelliano (nel senso di Mondello, provincia di Palermo) di Patrizia De Benedetto, proprietaria del ristorante e chef stellata dal 2016.

Volumi rigorosi, colori classici (bianco, nero e parquet ciliegio), illuminazione discreta, tessuti eleganti, atmosfera vagamente orientale, senso di relax assoluto.

Ad accogliere è Claudio D’Alessandro, il maître che dopo un breve passaggio al ristorante I Pupi di Bagheria, ha ritrovato qui lo stile elegante e spigliato.

La cucina di chiaro imprinting mediterraneo si apre a qualche contaminazione moderna, i sapori sono sempre netti e decisi. Se il pescato del giorno lo consente va provata la mupa in crosta di jamon iberico, composta di kumquat e bieta croccante.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: l’atmosfera magica, la discrezione, il pathos con i clienti, anche quelli rompiscatole.

Cosa vorremmo per il 2019: dolci più coerenti con il livello delle altre portate

Voto: 83/100

Bye Bye Blues – Via del Garofalo 23, Palermo Tel 091 684 1415

6# PRINCIPE DI CERAMI, TAORMINA – MESSINA (-2 )

Chef: MASSIMO MANTARRO

Avevamo previsto un anno non facile per il Principe di Cerami, il più chic dei ristoranti siciliani, ospitato in un ex convento.

La conferma è arrivata con la guida Michelin, che nell’ultima edizione ha levato la seconda stella al ristorante con la vista che incanta chiunque. Badate però: la profonda ristrutturazione della grandiosa struttura che ospita Il San Domenico Palace Hotel, avrebbe messo in difficoltà chiunque, anzi, lo staff di Massimo Mantarro ha avuto il merito di impegnarsi al massimo per mantenere il livello della cucina e del servizio.

Su tutto da segnalare il miglior carrello dei formaggi dell’isola, compreso il cigolio delle ruote che ricorda la storia lunga di questo ristorante esclusivo.

Prezzi alla carta tra i 70 e i 120 euro. Il menu degustazione completo ha un costo di 140 euro.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: la tenacia nell’affrontare la ristrutturazione dei locali.

Cosa vorremmo per il 2019: una pagina nuova scritta da Massimo Mantarro.

Voto: 85/100

Principe di Cerami – Piazza San Domenico 5, Taormina (Me) Tel 0942 613111

5# IL CAPPERO, VULCANO – MESSINA (nuova entrata)

Chef: Giuseppe Biuso

Andando al ristorante Il Cappero, nei piani più vicini al mare del Resort Therasia di Vulcano, la prospettiva è consolatoria. Male che vada col mangiare godrete di uno dei tramonti più belli delle Eolie.

Qualunque scelta d’arredoi, perfino le belle maioliche della cucina a vista, passano in secondo piano rispetto allo spettacolo di quel tramonto. Ma, sorpresa! Anche rispetto allo spettacolo delle portate.

Giuseppe Biuso, lo chef, ancorché molto giovane, sfodera uno stile ironico e divertente con sapori che dialogano tra loro e convincono. Propone uno sfincione, simbolo del cibo da strada palermitano, sotto forma di risotto sulla lapa (Ape Piaggio), e narra il percorso delle lumache nel piatto “‘vadda chi danno chi fanno i babbaluci’.

Il piatto migliore è il tortello a tutto riccio. Il ripieno è fatto con caviale e succo del riccio di mare e salicornia, a parte una ricciola leggermente grigliata e marinata con la liquirizia. La riproduzione del riccio di terra in mezzo al piatto è fatta con maionese al finocchio selvatico.

Cosa ci è piaciuto del 2018: la personalità dello chef, la fantasia sfrenata e mai fine a sé stessa.

Cosa vorremmo trovare nel 2019: un servizio leggermente più ortodosso e una baby sitter meno costosa.

Prezzi alla carta tra i  tra 65 e 125 euro.

Voto: 86/100

Il Cappero – Localitá Vulcanello, 98055 Lipari (ME) Tel.090 9852555

4# LOCANDA DON SERAFINO, RAGUSA (-1)

Chef: VINCENZO CANDIANO

Chi c’è stato lo sa: Ragusa Ibla a Dicembre è il presepe più credibile che abbiamo in Italia, secondo solo a Matera.

La conferma arriva dalla grotta naturale che ospita la Locanda Don Serafino. Un tempo era una stalla, oggi gli specchi e gli arredi leggeri ne lasciano intatta la naturalità (incluso un leggero odore di stantio).

La cantina visitabile e la grande attenzione riservata ai vini, sono un fiore all’occhiello non comune a molti altri ristoranti. Il servizio è attento, cordiale, formale.

La cucina di Vincenzo Candiano esalta la ricca gastronomia locale, con molti dettagli aggraziati. L’uovo con salsa di pomodoro e spuma di caciocavallo e basilico è irresistibile. Nonostante l’antica grotta di Ibla e tutto il resto, lasciatevi andare ala scarpetta.

A pranzo la Locanda propone un menu di tre portate a 55 euro, oltre ai due principali, un menu di sei portate a 120 euro, che tra benvenuto, intermezzo e piccola pasticceria diventano almeno sette uscite, e il menu da nove portate a 155 euro.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: la maturità della cucina di uno chef che predilige la semplicità.

Cosa vorremmo per il 2019: più attenzione da parte dei proprietari a tutti i clienti, non solo agli ospiti d’eccezione.

Voto: 86/100

Locanda Don Serafino – Via Avvocato Giovanni Ottaviano 13, Ragusa Tel 0932 248778

3# ACCURSIO, MODICA – RAGUSA (+3)

Chef: ACCURSIO CRAPARO

Accursio ristorante

Barattereste qualche disattenzione nel servizio per una cucina che, abbandonata ogni traccia di incomunicabilità, si è finalmente aperta a nuove fragranze e trasgressioni? Noialtri sì, ne abbiamo avuta dimostrazione da Accursio Craparo, una stella Michelin, nell’elegante Modica.

Il ristorante è ospitato in un palazzo nobiliare nella via principale della città del cioccolato, con tetto a volta e accesso dal retro, un luogo elegante senza ostentazione con richiami rurali.

Il 2018 per la cucina di Accursio è stato l’anno di una sorprendente ridefinizione: i sapori dolciastri si sono mimetizzati, carciofi, cipolle e agnello hanno dato vita a nuovi cortocircuiti, con azzardi di sapidità spesso magici.


Come in un velo di pasta: una pasta fresca con cacao e carrube, coniglio, lenticchie, cicoria e cavolfiori o nella stigghiola: un involtino di agnello nelle sue budella, Vastedda del Belice, cipollotto e carciofi.

Cosa ci è piaciuto nel 2018: la voglia di osare.

Cosa ci aspettiamo nel 2019: grandi sorprese dal nuovo menu Storia di un corpo, che ripercorre le tappe della vita, già in preparazione, e una maggiore elasticità nel servizio.

Voto: 87/100

Accursio – Via Clemente Grimaldi 41, Modica (Rg) Tel 0932 941689

2# LA MADIA, LICATA – AGRIGENTO (-1)

Chef: PINO CUTTAIA

Da qui comincia un capitolo a parte della classifica di Dissapore, quello riservato ai due migliori ristoranti siciliani per distacco.

Eppure, il servizio attento a La Madia è meno formale di quanto ci si possa aspettare. Anche la cantina, pur ampia, non è tra le più ricche. Manca la sensazione comune a un paio di ristoranti nelle posizioni precedenti, di essere principi e principesse nella tavola più bella del reame.

Insomma, per quanto studiato nei dettagli e di un’eleganza volutamente spartana, il posto non incanta. E allora?

Allora il fattore Pino Cuttaia spariglia.

La tensione non cala neanche un attimo nei lunghi menu degustazione de La Madia, ogni singolo piatto è irripetibile, memorabile, che sia nuovo o uno degli iconici classici dello chef licatese, sempre indimenticabili nell’aspetto e nel sapore.

Come la Scala dei Turchi, sfoglia di calamaro trasparente che ricorda una medusa, ripiena di crema di ricci nascosta da una spuma di acqua di mare che arriva bollendo. Un piatto magnifico. Il piatto dell’anno tra i ristoranti siciliani secondo Dissapore.

Del creatore di una generazione di piatti che sanano il complesso secolare della cucina isolana, la Sicilia ormai non può più fare a meno.

Cosa ci è piaciuto del 2018: ogni singolo piatto.

Cosa ci aspettiamo nel 2019: l’apertura in un posto diverso, più consona al livello di questa cucina.

Voto: 92/100

La Madia – Corso Re Capriata F. 22, Licata (Ag) Tel 0922 771443

1# IL DUOMO, RAGUSA IBLA (+1)

Chef: CICCIO SULTANO

Il Duomo di Ciccio Sultano

Un dedalo di stanze dal pavimento nero, divanetti borghesi all’ingresso, e carta da parati di colori diversi nelle piccole sale, quattro in tutto. Siamo al palazzetto La Rocca, tempio del Sultano di Ibla, che nel 2018, per la prima volta, conquista il podio della classifica di Dissapore.

Il Duomo di Ciccio Sultano Il Duomo di Ciccio Sultano

Il Duomo di Ciccio Sultano è il più completo ristorante siciliano. Nulla, neanche un singolo particolare, è lasciato al caso. Accoglienza. Servizio. Servizi. Tovagliato. Ceramiche. Menu. Carta dei vini. Cantina.

Negli anni, senza step clamorosi ma progressivamente, Ciccio Sultano ha alzato il livello, e continua a farlo, animato da un’ossessione che non sembra placarsi: il piacere dei clienti.

Il Duomo di Ciccio Sultano

Per dire, con 1200 etichette, la cantina è l’unica in Sicilia a essere entrata nella World’s Best Wine Lists 2018. Il servizio si è allineato a quello di un grande ristorante internazionale, l’atmosfera è sempre calda.

Il Duomo di Ciccio Sultano Il Duomo di Ciccio Sultano

In più, Sultano ha aggiunto ai suoi piatti da cartolina come il cappuccino ai funghi, con polvere di caffè, schiuma di latte, marsala, panna e sul fondo della tazza un’ostrica da assumere d’un fiato, il timballo del gattopardo, imperdibile remake di un simbolo della cucina nobiliare siciliana.

Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo Il Duomo di Ciccio Sultano - Timballo del Gattopardo

I due menu degustazione –Basileus Hyblon e Siquilia– costano rispettivamente 145 e 135 euro. Per i cultori del vino è possibile accompagnarli con la degustazione di alcuni tra le migliori etichette delle “riserve del Sultano” a 90 euro.

Da tenere d’occhio la promozione che, da inizio dicembre sino ai giorni che precedono Natale, consente al secondo commensale di pagare solo venti euro per il menu degustazione.

Voto: 93/100

Il Duomo – Via Capitano Bocchieri 31, Ragusa Tel 0932 651265

[CREDIT – FOTO ALFIO BONINA]

Olio extravergine in Sicilia: la classifica dei migliori 20 del 2019

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Amiamo fare confronti, lanciare sfide, assistere a competizioni, siamo pur sempre il sito delle classifiche. E se dovessimo portare sul podio il prodotto che scorre nelle vene della Sicilia, non avremmo nessun dubbio: è l’olio extravergine.

Il motivo? Semplice. Prezioso ma non pregiato, l’olio in Sicilia è il prodotto di tutti. Dal passato fino ad adesso, è sempre entrato a far parte delle famiglie siciliane senza distinzione. Ogni siciliano, dal meno abbiente a colui che vanta sangue blu, nutre un profondo senso di parsimonia nei suoi confronti e gode nel suo abbondare in cucina. L’olio in Sicilia è quel filo che cuce le contraddizioni isolane, e gli ulivi sono la costante comune a opposti paesaggi, dalle valli coi suoi antichi templi alle sciare vulcaniche, dalle saline dei mulini alle campagne Iblee.

Se il legame con i siciliani resta lo stesso da secoli –immutabile– è l’olio a essere cambiato. In meglio ovviamente. Grazie al moltiplicarsi di attenzioni e all’arrivo di nuove tecniche in ogni fase della produzione, che ne esaltano la qualità ormai sartoriale con il vantaggio di prezzi giusti.

Come si fa un grande olio

1) CENTRARE IL PERIODO DELLA RACCOLTA

È la differenza principale con il passato: il contadino siciliano cercava di raccogliere le olive quando erano molto mature, in modo da ricavare quanto più olio possibile per utilizzarlo in casa. Oggi si è capito che, nonostante la resa sia molto inferiore, l’olio di olive più acerbe che mature garantisce sentori gradevoli e complessi.

Extra vergine d’oliva: come distinguerlo da un olio che non lo è

Senza essere estremi però. La raccolta troppo anticipata, di recente un totem per i produttori avidi di vincere i concorsi di settore, porta a oli molto apprezzati durante i panel d’assaggio ma di fatto inutilizzabili in cucina. olio extravergine di oliva come distinguerlo

2) MOLIRE IL PRIMA POSSIBILE

Una volta stabilito il periodo giusto per la raccolta, possibilmente fatta a mano, bisogna correre al frantoio per evitare i processi ossidativi già in atto nell’oliva quando è ancora sulla pianta. La molitura (fuoriuscita dei succhi dalle olive) va fatta in giornata o al massimo il giorno dopo. A fare la differenza è anche la grandezza dei contenitori per il trasporto delle olive. Le cassette piccole garantiscono alle olive un trattamento più dolce.

3) UTILIZZARE FRANTOI A DUE FASI

Il passaggio dalla molitura tradizionale a quella moderna ha apportato grandi miglioramenti, consentendo alle olive contatti sempre più brevi con le alte temperature.

Cucinare con l’olio extravergine d’oliva è uno spreco, dice la scienza

Il sistema di molitura più avanzato è quello a 2 fasi, che non prevede aggiunte d’acqua in modo da preservare i polifenoli, che sono idrosolubili, e mantiene intatte le parti aromatiche di maggior pregio. L’olio è estratto alla temperatura massima di 27°, per poi essere conservato al riparo dai processi ossidativi saturando i silos di accaio con gas inerti come l’azoto o l’argon. cucinare con olio extravergine di oliva Bottiglia olio - Azienda Agrestis

DOP, IGP, BIO, COME DISTRICARSI TRA LE CERTIFICAZIONI DI OLIO

Le Dop in Sicilia sono otto: “Valli Trapanesi”, “Val di Mazara, la DOP “Monte Etna”, la DOP “Valle del Belice”, la DOP “Valdemone” e infine la DOP “Monti Iblei” con le sue otto sottozone. Ma ci si deve affidare sempre e comunque alle Dop? La risposta, almeno per l’olio siciliano, è no. Se da un lato le Dop garantiscono certezza sulla provenienza delle olive, sulle cultivar e sulle tecniche di produzione, dall’altro sono numerosi gli oli di gran pregio che non rientrano tra le Dop per scelta dei produttori, diffidenti delle certificazioni in genere, anche a causa degli esorbitanti costi aggiuntivi. Basti pensare che nel 2013 veniva certificato solo l’1% della produzione di olio nella zona Dop Monti Iblei del ragusano. Miglior sorte, sebbene esista da soli due anni, sembra avere l’IGP Sicilia. Pur essendo esteso a tutto il territorio siciliano è garanzia di provenienza certa, e solo da cultivar autoctone dell’Isola.

LA CLASSIFICA DEI MIGLIORI OLI SICILIANI

È la classifica dei 20 migliori oli siciliani del 2019, a prescindere dalle certificazioni. Non senza le solite avvertenze: si tratta di oli che vanno usati a crudo, non perdeteli per friggere, il loro costo si aggira intorno ai 14 euro per mezzo litro. Il rischio che si corre, a forza di assaggiare olio durante i panel godendo di estremi amaro e piccante è quello di trovarci in futuro dinanzi a ‘oli da meditazione’, inutilizzabili in cucina. La nostra valutazione tiene conto dell’olio come prodotto che si utilizza in cucina, il buon vecchio olio usato come condimento, che esalta sapori e ingredienti, ingentilisce piatti, ‘consa’ spuntini e merende e fa da companatico. Questo è il suo crudo destino. Disclaimer: l’annata è stata difficile per la produzione isolana. I parassiti e le condizioni climatiche hanno costretto le grandi aziende a una maggiore selezione, anche manuale, delle olive, con una diminuzione di resa. Molte piccole aziende, hanno addirittura rinunciato alla produzione.

20. Biologico | Frantoio Polizzi

Via Salvatore Averna 31, Caltanissetta Nocellara dell’Etna, Tonda iblea e nocellara messinese, con una piccola parte di Carolea. Sei gli ettari di proprietà dell’azienda Polizzi, a Caltanissetta, destinati a queste cultivar. La raccolta avviene gli ultimi giorni di ottobre e i primi di novembre, con procedure meccanizzate, la molitura nello stesso frantoio aziendale avviene entro le 24 ore. Il biologico è un olio leggermente fruttato con sentori di pinoli, l’entroterra della Sicilia sembra esprimere la sua concentrazione nella leggera velatura di questo olio. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar: Nocellara dell’Etna, Tonda iblea e nocellara messinese, con una piccola parte di Carolea. Prezzi: 14 euro la bottiglia da 500 ml.

19. Lorenzo | Premiati Oleifici Barbera

Via E. Amari 55a, Palermo Oleificio Barbera - Olio Lorenzo Tra le storie olearie siciliane quella dei Barbera, produttori di olio dal 1888, è una delle più invidiate e significative. Eppure l’atmosfera aulica di cui si vantano oggi i proprietari è leggermente compromessa dalla sua espansione a vista d’occhio nel mercato dell’olio, al punto che gli oli Barbera potrebbero essere visti come oli più commerciali. Fa eccezione questo “Lorenzo n. 5”, etichetta che richiama alla memoria le gocce indossate da Marylin, una produzione di nicchia che riesce a mantenere quella qualità tanto attesa da un’azienda dal solido passato. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar: Nocellara del Belice. Zona di produzione: Sicilia centroccidentale. Prezzi: ,15,00 euro la bottiglia da 500 ml.

18. Sant’Oliva | Quignones

strada statale 123 km. 31, Licata (Ag) Piccola azienda del vino che inizia la sua storia nel lontano ‘800 nel territorio di Licata. L’uliveto Sant’Oliva, dal quale prende il nome quest’olio extra vergine, è su una collina a 150 m sul livello del mare. Le olive di Quignones vengono raccolte tra settembre e ottobre tramite abbacchiatori, attrezzature che accarezzano i rami molto delicatamente. L’olio ottenuto decanta naturalmente per 2 mesi in vasche di acciaio inox prima di essere imbottigliato. Biancolilla, Nocellara e Cerasuola le cultivar di questo blend scelto per donare equilibrio: un fruttato leggero che potrebbe condire da solo il gambero rosso crudo. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: Biancolilla, Nocellara, Coratina. Zona di produzione: Licata. Prezzi: 8 euro la bottiglia da 500 ml.

17. Letizia | Azienda Rollo

C.da Piano dell’acqua, Chiaramonte Gulfi Olio Letizia Giovanni Rollo nel 1968 acquista un podere a Chiaramonte Gulfi con pochi alberi di olivo e 9000 viti. Vent’anni dopo, Giorgio, il figlio e attuale proprietario, ha il coraggio di estirpare la vigna per destinare tutti i 21 ettari di azienda all’olivicoltura. 21 ettari e quasi 2500 piante della varietà “Tonda Iblea” e solo una piccola percentuale di “Nocellara Messinese”, cultivar meno famosa delle omomine dell’Etna e del Belice, ma più delicata nei sentori. La molitura avviene per estrazione a freddo con impianti a ciclo continuo entro le 12 ore successive alla raccolta manuale. Amaro spiccato in uscita e leggera piccantezza polifenolica. Proprio l’amaro spiccato ne fa un abbinamento ideale ai carciofi al forno. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: .Tonda Iblea, Nocellara messinese Zona di produzione:C.da Piano dell’acqua, Chiaramonte Gulfi . Prezzi: … euro la bottiglia da 500 ml.

16. Nocellara Etnea | Donnafugata

Raccolta a mano delle olive coltivate su terreni vulcanici terrazzati con muretti a secco. Estrazione a freddo, ciclo continuo, gramolatura in atmosfera controllata per consentire di preservare al meglio le componenti aromatiche. Nocellara dell’Etna con un piccante leggermente più spiccato, e profumo delicato per una cultivar che, nonostante nasca in terreni vulcanici, mantiene sempre il suo carattere garbato. Curiosità: l’ etichetta ormai riconoscibile, che richiama a questa azienda del vino, Donnafugata appunto, è dell’artista illustratore Stefano Vitale. L’azienda punta su marketing che non lascia nulla al caso, arte e poesia enogastronomica sono serviti. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: Nocellara Etnea. Zona di produzione:Sicilia Orientale – versante Nord dell’Etna . Prezzi: … euro la bottiglia da 500 ml.

15. Geraci | Oleificio Geraci

Contrada Biggini s.n., Partanna (Tp) Partanna, il cuore della valle del belice. Si trova qui l’azienda Geraci che produce olio sin dal 1925. Tutto ruota intorno alla Nocellara del Belice, che trova il suo habitat naturale tra clima, terroir, tradizione e metodi di coltivazione. La raccolta delle olive fatta a mano ed “in anticipo” per avere solo drupe verdi, con una resa minore e una qualità maggiore. La frangitura delle olive è immediata, nello stesso frantoio di famiglia. Profumi di erba appena falciata, pomodoro, carciofo, mandorla. Perfetto in abbinamento con zuppe di legumi. Dove si compra: Online, in azienda, sul sito di Eataly. Cultivar: Nocellara del Belice. Zona di produzione: Valle del Belìce. Prezzi: 11 euro la bottiglia da 500 ml.

14. U Trappitu – Fruttato Intenso | Terre di Shemir

Strada Quartana 3, Guarrato Trapani (TP) Piccola azienda del Trapanese. Semplice, concreta, con buona pace dei fan-atici di Greta Thunberg non sposa la causa assolutistica del biologico. Spieghiamoci meglio: gli ulivi sono essere viventi e se sono malati devono essere curati, con metodi consentiti, senza che questo intacchi la qualità e il gusto dell’olio. L’olio inoltre è una questione di famiglia, e non ha bisogno di una comunicazione assillante. A parlare deve essere l’assaggio. “U Trappitu” (il frantoio) conferma questa concretezza. Si distingue molto semplicemente in fruttato intenso e fruttato leggero. 60% di cerasuola, 10 di nocellara e la restante parte di Biancolilla. Il fruttato intenso ha tutto il sapore di un olio abbinabile e genuino. Nonostante questa semplicità, o magari proprio per questo, è uno degli oli utilizzati da Pino Cuttaia per finire i piatti ne La Madia di Licata, uno dei bistellati Michelin presenti in Sicilia. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: Nocellara del Belice 10%, Cerasuola 60%, Biancolilla 30%. Zona di produzione: Provincia di Trapani. Prezzi: 16,00 euro la bottiglia da 500 ml.

13. Vasadonna | Tenuta Vasadonna

Via Professore Antonino Francaviglia 10, Motta Sant’Anastasia (CT) 13 ettari, 3200 piante, 2000 litri di olio da Nocellara etnea e Nocellara messinese in territorio Motta Sant’Anastasia, provincia di Catania. A pochi chilometri dalla Piana di Catania, colma di aranceti. Salvatore Scuderi viaggia ogni mattina per Comiso, dove lavora all’aeroporto, per il resto trova il suo ideale stato di equilibrio dedicandosi all’olio delle sue campagne, proprio nella contrada Vasadonna, dove un tempo le donne lavavano i panni, e gli uomini rubavano qualche fulmineo bacio. La raccolta per pettinatura delle chiome a mano, avviene fra Ottobre e nei primi 15 giorni di Novembre. Le olive vengono raccolte in cassette forate per l’aerazione e portate al frantoio per essere molite entro 24 ore. Ne viene fuori un olio delicato e fresco, ideale per condire un’ insalata di arance con uovo sodo. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: Nocellara Etnea. Zona di produzione:Tenuta Vasadonna . Prezzi: da 12 a 15 euro la bottiglia da 500 ml.

12. Zammara | Oleificio Russo

Olio Zammara Frantoiana d’eredità, vivace e genuina, Giusy Russo ha preso le redini dell’azienda di famiglia all’età di 22 anni. Racconta le sue nevrosi durante il periodo della molitura con estrema spontaneità. Tra i suoni assordanti e costanti del frantoio in azione e i mormorii dei produttori del luogo, che le danno del filo da torcere per avere l’olio nuovo “bell’è e pronto” in giornata, per condirci i ciciri (i ceci), messi a mollo la sera prima. Brucatura a mano tra il 10 ottobre e il 10 novembre, estrazione a ciclo continuo, blend di Nocellara etnea, Biancolilla e Moresca, Zammara è l’olio dell’Etna per antonomasia. Vivace ma delicato e facilmente abbinabile. Dolcemente amaro e piccante, con sentori di foglia di pomodoro e mandorla amara. Perfetto sulle verdure selvatiche che abbondano sull’Etna e ovviamente per condire i ciciri. Curiosità: Russo è il frantoio di riferimento della zona, e se molte aziende siciliane puntano le loro vendite all’estero, i Russo parlano ai clienti del luogo. Altro che Giappone e Germania.

11. Bio | Val Paradiso

S.S. 410 KM 19 Uscita Calastra, Naro (Ag) Olio Val Paradiso Val Paradiso è l’azienda della famiglia Carlino, curata in particolare da uno dei fratelli: Massimo Carlino, l’agronomo di famiglia. Nasce nel 1980 a Naro, dove vi è il frantoio, e prende il nome dalla contrada “Val Paradiso” dove si trovano i terreni di famiglia. 100 ettari di uliveti, una attenzione ossessiva per l’agricoltura biologica sui campi e per un ‘non si butta via nulla’ al frantoio. Raccolta meccanica e molitura a poche ore dalla raccolta. Biancolilla è la cultivar prevalente di Bio, un olio delicato, in entrata dolce con amaro e piccante moderati ma in perfetta armonia: emulsione adatta per un pesto di mandorle, senza dimenticare l’aggiunta di un dattero e qualche foglia di basilico. Curiosità: Val Paradiso è l’azienda cui spetta l’onere e l’onore di curare i secolari uliveti che ricadono nella Valle dei Templi, l’olio di questi veri e propri monumenti viventi è Diodoros. Dove si compra: online, in azienda, Eataly. Cultivar: Biancolilla. Zona di produzione: Agrigento. Prezzi: 8,50 euro la bottiglia da 500 ml. 

10. Mandranova Nocellara | Az. Agr. Mandranova

SS115 Km 217, Palma di Montechiaro (Ag) Palma di Montechiaro, a pochi chilometri da Agrigento, Contrada Mandranova, dove le mandrie svernavano e tenevano i propri piccoli. Profondo Sud della Sicilia dove ogni cultivar esprimere le sue caratteristiche in maniera differente e per questo anche la molitura deve essere differenziata. Nonostante la produzione di qualche blend, l’azienda Mandranova continua a non tradire la filosofia del monocultivar, che nel mondo dell’olio può diventare un credo. Produce persino un olio da una cultivar peculiare e meno famosa: la Giarraffa dalla caratteristica nota dolce Amaro e piccante più accentuati e in equilibrio per la monovarietale da Nocellara, olio energico dal colore verde carico, con sentori erbacei e di carciofo, ideale per una bruschetta calda con pomodoro e basilico. Dove si compra: In azienda, Online, nelle botteghe specializzate (Sapor d’olio a Roma). Cultivar: Nocellara del Belice. Zona di produzione: Palma di Montechiaro. Prezzi: 11 euro la bottiglia da 500 ml

9. Particella 34 | Az. Agr. Pianogrillo

Contrada Pianogrillo s.n., Chiaramonte Gulfi (RG) Olio Particella 34 Sulla collina del Pianogrillo, l’azienda è su un terrazzo che guarda ‘il balcone di Sicilia’: le tante contrade del paese dell’olio, Chiaramonte Gulfi. 50 ettari di uliveti, irrigazione di sostegno a goccia, un antico feudo appartenente ai Piccione, una dimora patronale in stile ragusano, e una piccola cappella. Un luogo affascinante e dal sapore nobile, buen retiro per Lorenzo Piccione, ultimo discendente della casata, musicista colto, irrequieto ragionatore e gastronomo appassionato. La cultivar d’olivo principale è la “Tonda Iblea”. Altre varietà come Moresca, Verdese ed impianti moderni di Carolea fanno da impollinatrici. Banditi pesticidi e concimi chimici. Particella 34 è l’olio prodotto dagli uliveti che si trovano nella suddetta particella dal terreno calcareo e argilloso. Si tratta di un vero e proprio cru. Profumo di foglia di pomodoro, amaro elegante e distinto, piccante sottile e sofisticato. Sapore di oliva. Può condire le “olive conzate” con pecorino e menta, o un risotto con asparagi selvatici e scampi. Dove si compra: online, botteghe specializzate. Cultivar:: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Chiaramonte Gulfi.

8. Re Olio | Frantoio Sallemi

Via Piave 1, Comiso (RG) Re Olio Frantoiani di nascita, i Sallemi solo in un secondo momento decidono di dedicarsi a un loro prodotto, un olio porti il marchio di famiglia. L’idea è di Raffaele e risale al 1999. Da allora Re Olio diventa l’omaggio alla Tonda Iblea. Corposo e gustoso, siamo di fronte a un altro olio dop monti iblei, Gulfi, che dimostra il carattere sin dal suo aspetto e dal colore verde tosto e deciso. Profumo di pomodoro e erba appena falciata, sapore di oliva. L’ideale per un piatto di pasta con la “muddica” e acciuga (sapete come si fa?) Curiosità: è uno degli oli che troverete al ristorante Il Duomo di Ciccio Sultano. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: . Zona di produzione: . Prezzi: … euro la bottiglia da 500 ml.

7. Fiore d’oro | Azienda Agrestis

Via Sabauda 86A, Buccheri (Sr) Struttura decisa per questo Dop Monti Iblei, sottozona Monte Lauro, 600-700 metri di altezza. L’azienda si trova nella zona dove la tonda Iblea, cultivar autoctona, riesce a esprimere tutta la sua complessità e intensità di profumi. Brucatura a mano, estratto con due fasi a freddo, gradevoli profumi che vanno dalla foglia di pomodoro al carciofo, quest’ultimo raramente presente nella cultivar di Buccheri. Tutto buono con una zuppa d’inverno, ma siccome siamo a primavera meglio su un macco di fave con foglioline di menta fresca (che rimette le cose in chiaro). Dove si compra: online. Cultivar:: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Buccheri. Prezzi: 16 euro la bottiglia da 500 ml. 

6. Vico Rosella | Vernèra

Via Umberto 21/23, Buccheri (Sr) Olio Rosella Gaetano, Tania e Mariagrazia Spanò sono i tre fratelli che hanno ereditato l’arte di fare olio dal nonno, emigrato in America e poi tornato, e dal padre, stimato medico di paese che col tempo ha ingrandìto le sue proprietà terriere. Una storia dai toni romanzati, con annesso rischio storytelling dietro langolo, ma l’attaccamento alla storia di famiglia, alla tradizione e alla continuità sono un credo assoluto. Vico Rosella di Vernèra è un olio di tonda iblea e biancolilla. Dolcezza piacevole dal profumo al sapore. Dove si compra: Online. Cultivar: Tonda iblea 100%. Zona di produzione: Buccheri. Prezzi 15 euro la bottiglia da 500 ml.

5. Titone | Az. Agricola Titone

Via Piro 68, Loco Grande (TP) Superate le Saline e la località Paceco, tra Trapani e Marsala, l’azienda Titone vanta un primato assoluto: in Sicilia i Titone, farmacisti di famiglia, sono stati i primi a convertirsi all’agricoltura biologica. 19 ettari coltivati ad oliveto, 5000 piante con una raccolta manuale e differenziata per varietà che avviene tra la prima settimana di ottobre e fine ottobre. Le olive, entro 6 ore dalla raccolta, sono lavorate nel frantoio aziendale a ciclo continuo. In bella mostra, nelle grandi stanze dei casolari, Nicola Titone, classico nei modi e rivoluzionario nell’animo, espone una quantità infinita di premiazioni. Le sorti dell’olio sono affidate alla figlia Antonina, posata e scrupolosa, dedita a non lasciarsi sfuggire ogni minuziosa fase della produzione. Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola, l’olio dop valli Trapanesi quest’anno stupisce per le note intense di pomodoro verde, cardo, noce, peperone e note salmastre e per l’equilibrio tra amaro e piccante, che giungono in sequenza in un primo assaggio e si armonizzano lasciando una morbida persistenza. Perfetto con un carpaccio di tonno, che ve lo diciamo a fare. Dove si compra: In azienda, online. Cultivar: Cerasuola – Nocellara del Belice 95%, Biancolilla 5%. Zona di produzione: Trapani. Certificazione: D.O.P. Valli Trapanesi. Prezzi: 14 euro la bottiglia da 500 ml.

4. Castel di Lego Oro | Frantoi Galioto

Ronco D’Aquile 1, Ferla (Sr) Provincia di Siracusa. Ferla, chiamata in siciliano “a Ferra” (pur essendo un paese, Ferla risulta femmina all’anagrafe) è un comune virtuoso. E ha pure il frantoio Galioto. 100 ettari di proprietà, 20.000 alberi di uliveto prevalentemente di tonda iblea e una solida attenzione per la Moresca, da cui un olio monocultivar apprezzatissimo nel settore. Giovanni Galioto gestisce la produzione e il frantoio. Carattere schietto di quelli che “sanno il fatto suo”, e tante telefonate che nemmeno il sindaco del paese. Castel di Lego oro è il suo orgoglioso olio. Monocultivar tonda iblea. Profumo di pomodoro maturo. Un olio gustoso e denso, con piacevole amaro in sintonia col piccante, tutto può cadere a filo su una bistecca di carne alla brace Dove si compra: Online, nei negozi specializzati. Cultivar: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Ferla (Sr). Certificazione: D.O.P. Monti Iblei sottozona Frigintini. Prezzi: 9 euro la bottiglia da 500 ml.

3. Centesimato | Az. Agr. Terraliva

C.da Zocca 96010 Buccheri (SR) Olo Centesimato Il cuore di ogni produttore di olio, della zona di Buccheri, batte dichiaratamente e non a torto per la tonda Iblea. Anche il cuore di Tino Cavarra, ex imprenditore diventato studioso dell’olio, proprietario dell’azienda Terraliva, sarà dedito per sempre al suo Cherubino, olio monovarietale prodotto da Tonda Iblea, armonico e delicatamente profumato, dal carattere deciso e in vetta alla classifica lo scorso anno. Eppure questo centesimato prodotto da Nocellara del Belice, ci ha stupito per l’intensità elegante e il sentore deciso di carciofo. L’olio perfetto per “il pane cunzatu” con provola fresca, pomodoro, olive e origano. Abbundare meglio che deficere. Dove si compra: Online, in azienda, Negozi Bio. Cultivar:: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Buccheri (Sr). Certificazione: D.O.P. Monti Iblei sottozona Monte Lauro. Prezzi: 16-18 euro la bottiglia da 500 ml .

2. Primo | Frantoi Cutrera

Contrada Piano D’Acqua 71, Chiaramonte Gulfi (Rg) Primo di Cutrera Un vero e proprio miracolo sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi produttore o frantoiano in Sicilia, che sia della zona o meno, ammette che nonostante la crescita dei numeri, Cutrera non abbia mai perso di vista la qualità. Rimasta intatta. E siamo d’accordo. L’olio Primo, neanche a dirlo, è fatto solo con riconoscibilissime olive tonda iblea, che in questo olio esprime tutta la sua delicata essenza, raccolte dall proprietà dei Cutrera. Le olive sono il frutto di uliveti secolari che guardano a Sud sulle colline di Chiaramonte Gulfi. Raccolta a mano tra fine settembre e inizio ottobre, aroma intenso e rinfrescante di pomodoro fresco, amaro in entrata, piccante in uscita, come una sequenza ritmata e orecchiabile. Dove si compra: in azienda, Eataly, nei migliori ristoranti siciliani. Cultivar: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Chiaramonte Gulfi. Certificazione: D.O.P. Monti Iblei, sottozona Gulfi. Prezzi: 14 euro la bottiglia da 500 ml .

1. Giarì | Xiggiari

Casa Santa Erice (TP) Olio Giarì 42 ettari e 12mila piante di cerasuola, nocellare del belice e biancolilla, che si trovano in località Xiggiari, territorio della dop valli trapanesi, tra la valle ericina e quella del Belice. L’irrigazione del terreno avviene, grazie alla presenza di tre laghi, utilizzando le acque piovane e quelle di drenaggio dello stesso terreno. Assoluto rispetto per le risorse naturali, anche i residui di potatura ritornano alla natura per restituire in parte ciò che le è stato tolto. L’olio Giarì è la vera sorpresa di questo panel, per il suo tenore vivace e fresco, per la sua estrema eleganza, e il suo perfetto e rispettoso equilibrio polifenolico. Qualità che lo rendono adatto a emulsionare un pesto alla trapanese. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: Cerasuola, Nocellara, Biancolilla. Zona di produzione: Paceco (TP) . Prezzi: 13,50 euro la bottiglia da 500 ml.

LA CLASSIFICA DEI MIGLIORI OLI SICILIANI DEL 2018

Quella che segue, invece è la classifica dei 20 migliori oli siciliani che abbiamo redatto lo scorso anno, in caso voleste fare un confronto, vedere chi sale/chi scende.

20. Tutto Tonda di Miccione | La tonda srl

Via Piave 41-43, Buccheri (Sr) Olio Tutto Tonda Daniele Miccione è il produttore di Tuttotonda, olio 100% Tonda Iblea vivificato da amaro leggero e piccante in uscita, e con l’unica pecca del costo elevato. Giornalista Rcs, inventore della Gazza Golosa, residente a Milano ma di origini siciliane, ha fiutato il buono dell’isola grazie allo sguardo lucido di chi ne vive al di fuori. Qualche collega siciliano dallo spiccato senso pratico lo descrive come uno che fa troppe filosofie, altri, bonariamente, lo hanno ribattezzato Daniele Fuoco, per via del bell’evento gastronomico che organizza tra i boschi di Buccheri, piccolo comune nell’interno della provincia di Siracusa diventato un importante centro dell’extravergine siciliano. In realtà l’idea dell’olio nasce dal fratello Davide, che coinvolge Daniele nel progetto: 9 ettari di uliveti secolari in zona Buccheri, a partire da seicento metri, posti in una zona chiamata ‘Valle dell’olio’ o Stritta poiché ripida. La raccolta avviene a mano a partire dal 1 ottobre. Le olive vengono portate in giornata in un frantoio della zona: Team 4×4. Dove si compra: online. Cultivar: Tonda Iblea 100% . Zona di produzione:: Buccheri. Prezzi: 20 euro la bottiglia da 500 ml.

19. Biologico | Frantoio Polizzi

Via Salvatore Averna s.n., Caltanissetta Olio Extravergine Polizzi Sei ettari di proprietà, una miscela azzeccata di Nocellara dell’Etna, Tonda Iblea, Nocellara messinese e in minima parte Carolea. La raccolta avviene mediante procedure meccanizzate tra gli ultimi giorni di ottobre e i primi di novembre, perché la zona non scoscesa permette la posa dei teli, su cui cadono i frutti a seguito di un leggero scuotimento dell’albero. Olio non troppo energico, con amaro e piccante ben allineati, dall’intensità media e il sapore delicato. Dove si compra: online, in azienda . Cultivar: Nocellara dell’Etna, Tonda Iblea, Carolea. Zona di produzione:: Caltanissetta. Prezzi: 12 euro la bottiglia da 500 ml.

18. Tereo Dop | Team 4×4 srl

C.da Piana s.n., Buccheri (SR) L’olio Tereo è un monovarietale da tonda iblea, prodotto in zona Buccheri, sottozona Monte Lauro, da uliveti di proprietà per un totale di 10 ettari, e da frutti acquistati di cui l’azienda segue la raccolta a mano. [Guida all’olio: quali usare per fritture, sughi e insalate] Le olive vengono raccolte all’inizio della loro invaiatura (maturazione), l’estrazione dei succhi avviene in giornata nel frantoio aziendale con sistema di ciclo continuo (i macchinari sono collegati in continuità tra loro) a bassissima temperatura. L’olio ottenuto viene lasciato decantare naturalmente. La produzione del 2017 è di 27 mila litri, la bottiglia da 500 ml. costa 12 euro e 50. Dove si compra: Online. Cultivar: Tonda Iblea. Zona di produzione: Buccheri. Certificazione: D.O.P. Monti Iblei, sottozona Monte Lauro. Prezzi: 12,50 euro la bottiglia da 500 ml.

17. Zènia | F.lli Mangano

Via Cavour 59, Carlentini (Sr) Olio Zenia Contadino, cervello fino. Si dice in Sicilia di chi, pur immerso nella vita tra i campi, ha la raffinatezza d’ingegno necessaria per essere lungimirante e al passo con i tempi. I Mangano sono due fratelli e un nipote, gente semplice ma perspicace. Non intendono cambiare idea su due punti: 1) Olio non filtrato dopo la spremitura delle olive, ma travasato; 2) Etichetta sempre uguale, un po’ datata, che non insegue mode fugaci. Olio bio ma non Dop per scelta aziendale, prodotto in zona Carlentini, su nove ettari e 2000 piante. La raccolta avviene a partire da metà settembre e continua a ottobre. Diecimila litri la produzione del 2017. Il costo è di 9 euro al litro. Dove si compra: online, in azienda. Cultivar: Nocellara Etnea. Zona di produzione: Carlentini. Prezzi: 9 euro la bottiglia da 500 ml. 

16. Olio Extravergine di oliva | Az. Agricola Busulmona

Contrada Busulmone, Noto (Sr) Olio Busulmona Dop Monti Iblei ottenuta da olive nocellara etnea e moresca, una varietà autoctona siciliana diffusa principalmente nelle zone centrali e orientali dell’isola che genera oli morbidi, dal fruttato leggero, con amaro e piccante in perfetta sintonia. La sottozona è quella della Val Tellaro che interessa le colline sud-orientali dei Monti iblei. La raccolta avviene in maniera semimanuale con l’aiuto di agevolatori meccanici. Dove si compra: online, botteghe specializzate. Cultivar: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Noto (Sr). Certificazione: D.O.P. Monti Iblei sottozona Val Tellaro. Prezzi: 8,5 euro la bottiglia da 500 ml. 

15. Donna Anna | Azienda Milio

Contrada Ponte Naso, Naso (Me) Donna Anna - Don BAsilio - Olio La storia di questa azienda è una storia di eredità, in Sicilia meglio nota come la roba. Così Donna Anna è l’olio che proviene da due ettari coltivati in territorio Ficarra, provincia di Messina, che la signora Anna lasciò in eredità ai quattro figli, gli attuali titolari dell’azienda Milio. La varietà é la minuta, il cui nome fa intuire le piccole dimensioni del frutto e la modesta resa. La raccolta avviene entro fine ottobre, con una produzione del 2017 bassa a causa del caldo. Don Basilio, olio prodotto dalla varietà Verdello, proviene dal terreno ereditato dal padre, Basilio appunto. Gli uliveti, posti su Ponte Naso, zona marina, fanno da frangivento per proteggere gli agrumeti. La raccolta delle olive parte da qui, proprio perché la maturazione del frutto è leggermente anticipata. Più robusto del primo, dà il meglio se abbinato ai legumi. Dove si compra: Online, da NaturaSì, in azienda. Cultivar: Minuta 100%: . Zona di produzione: Ficarra. Prezzi: 12 euro la bottiglia da 500 ml.

14. Milleanni | Donnafugata Soc. Agr.

Via Sebastiano Lipari 18, Marsala (Tp) Olio Milleanni - Donnafugata Tre ettari di ulivi, per un’azienda del vino, lanciata con il nome Donnafugata nel 1983. Gli uliveti, tutte piante sui 50 anni di età media, si trovano nella zona sud-occidentale dell’isola, nell’area della Valle del Belìce, in particolare negli appezzamenti di Mazzaporro, Pandolfina e Predicatore. [Olio o burro, la parola allo chef] Una miscela di cultivar Nocellara del Belìce, Biancolilla, Cerasuola e Pidicuddara, specie quest’ultima aggiunta nel 2014, poco diffusa, che prende il nome dal pidicuddu, il picciolo che lega il frutto al ramoscello. La raccolta avviene tra metà ottobre e i primi di novembre, all’inizio della maturazione, quando si ritiene che l’accumulo dei benefici polifenoli sia al massimo. Piacevole e morbido alla degustazione, vivace con amaro e piccante in armonia. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: Nocellara del Belice, Biancolilla, Cerasuola e Piricuddara. Zona di produzione: Valle del Belice. Prezzi: 13 euro la bottiglia da 500 ml .

13. Sant’Oliva | Quignones

strada statale 123 km. 31, Licata (Ag) Olio Sant'Oliva - Quignones È una miscela di Biancolilla, Nocellara e infine Coratina, cultivar molto ricca di polifenoli. Da sola determinerebbe amaro e piccante troppo spiccati, ragione per cui viene equilibrata nella ricerca di un’armonia finale con Biancolilla e Nocellara. La raccolta delle olive, effettuata nelle campagne di Licata, nella Contrada dedicata a Sant’Oliva, avviene tramite abbacchiatori, attrezzature che accarezzano i rami molto delicatamente, e la molitura in giornata. La decantazione (il processo che permette alle particelle in sospensione di depositarsi sul fondo) avviene in modo naturale per due mesi dentro silos di acciaio inox. Le sue caratteristiche si sposano bene con le seppie arrostite condite solo con un filo di olio e un ciuffo di menta. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar:: Biancolilla, Nocellara, Coratina. Zona di produzione: Licata. Prezzi: 8 euro la bottiglia da 500 ml.

12. Particella 34 | Az. Agr. Pianogrillo

Contrada Pianogrillo s.n., Chiaramonte Gulfi (RG) PArticella 34 - Olio Pianogrillo Lorenzo Piccione è un personaggio irrequieto, un gastronomo appassionato. Discende da una famiglia di nobili siciliani e la sua tenuta di Chiaramonte Gulfi è oltremodo affascinante, in particolare il casale arredato con mobili di antiquariato in perfetto stato e divise militari appartenute alla famiglia. Se il mondo di ieri, quello dell’olio si intende, dava certezze e vedeva Piccione nel ruolo di agitatore, oggi quel mondo non lo rappresenta più. Meglio procedere da soli, meno in vista ma rispettando le proprie convinzioni. Particella 34 rappresenta il cru dell’olio di questa azienda, interamente prodotto da olive della particella catastale 34, un terreno calcareo argilloso nella zona detta “La cava della donna Agnese”. La raccolta manuale avviene dai primi di ottobre fino a tutto novembre mentre la molitura viene effettuata nel frantoio aziendale a tre fasi. Dove si compra: online, botteghe specializzate. Cultivar:: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Chiaramonte Gulfi. Prezzi: da 12 a 15 euro la bottiglia da 500 ml.

11. Bio | Val Paradiso

S.S. 410 KM 19 Uscita Calastra, Naro (Ag) Diodoros Olio - Val Paradiso Nasce nel 1980 a Naro e prende il nome dalla contrada Val Paradiso. Un’azienda impegnata a diffondere la cultura dell’olio tra oneri e onori come ad esempio prendersi cura degli ulivi nel Parco Archeologico della Valle dei Templi. Il risultato è il Diodoros, l’olio dedicato a Diodoro Siculo, storico greco di Agyrion (Agira), prodotto da ulivi secolari saraceni tra il Tempio di Giunone, il Tempio della Concordia e i resti dell’antica Akragas. Oltre 100 ettari di uliveti in totale, novantamila litri di olio imbottigliato. La raccolta del Bio avviene tra ottobre e novembre con spremitura delle olive entro 12 ore. La produzione nel 2017 è stata di 6000 litri. Olio Bio - Azienda Val Paradiso Dove si compra: online, in azienda, Eataly. Cultivar: Biancolilla. Zona di produzione: Agrigento. Prezzi: 8,50 euro la bottiglia da 500 ml. 

10. Mandranova Nocellara | Az. Agr. Mandranova

SS115 Km 217, Palma di Montechiaro (Ag) Mandranova olio È opinione comune che il colore dell’olio poco dica della sua qualità, non a caso nei panel d’assaggio si usa il vetro scuro per impedire che la vista del colore condizioni il giudizio dell’assaggiatore. Sia come sia, chi ama le suggestioni viene affascinato dall’olio dai riflessi verdi. Bene, eccovi l’olio più verde di questo panel d’assaggio. [Olio extravergine d’oliva del supermercato: prova d’assaggio] I sentori di erba fresca, carciofo e pomodoro si abbinano bene con la pasta alla carrettiera cucinata alla maniera licatese cioè con l’aggiunta del pomodoro sbollentato. Dove si compra: Azienda, Online, botteghe specializzate (Sapor d’olio a Roma). Cultivar: Nocellara del Belice. Zona di produzione: Palma di Montechiaro. Prezzi: 11 euro la bottiglia da 500 ml.

9. Grottafumata | Az. Agr. Cutuli Mauro

Contrada Grottafumata sn, Randazzo (Ct) Olio Grottafumata Piccola produzione sul versante nord dell’Etna, in zona Randazzo, per un totale di quasi 8 ettari di uliveti. La brucatura (raccolta a mano delle olive) avviene a fine ottobre con una produzione di appena 3.500 litri. L’estrazione dei succhi dalle olive viene effettuata entro 15 ore. Il giovanissimo produttore, Mauro Cutuli, vorrebbe saperne una più del diavolo. Nel frattempo va contro la regola, e ci azzecca pure, scegliendo di sostituire il vetro alla piccola latta, con una confezione naif che riproduce gli elementi naturali che difendono gli ulivi della sua campagna. Considerando l’imminente arrivo della primavera, l’abbinamento ideale per quest’olio di Nocellara dell’Etna è con il macco di fave fresche e il finocchietto selvatico dell’Etna. Dove si compra: Online, nelle botteghe specializzate. Cultivar:: Nocellara Etnea. Zona di produzione: Randazzo (ct). Prezzi: 14 € per la bottiglia da 500 ml.

8. Titone | Az. Agricola Titone

Via Piro 68, Loco Grande (TP) titone olio Farmacisti dal 1836, proprietari terrieri dal 1936. Nel podere dei Titone un tempo si coltivava di tutto, incluse le viti da cui si ricavava il Marsala. Poi la trasformazione in uliveti e, primi in Sicilia, in controtendenza rispetto al periodo, la scelta della coltivazione bio. Le olive del Biologico Dop Valli Trapanesi sono raccolte a mano e molite entro 6 ore nel frantoio aziendale a ciclo continuo provvisto di impianti di azoto per lavorare in assenza di ossigeno. Il risultato è un olio pieno, dal colore verde con riflessi dorati e sentori molto evidenti di pomodoro fresco. All’assaggio amaro e piccante, assai decisi entrambi, convivono in equilibrio perfetto che ben si concilia con la tartare di tonno. Dove si compra: In azienda, online. Cultivar: Cerasuola – Nocellara del Belice 95%, Biancolilla 5%. Zona di produzione: Trapani. Certificazione: D.O.P. Valli Trapanesi. Prezzi: 14 euro la bottiglia da 500 ml.

7. Geraci | Oleificio Geraci

Contrada Biggini s.n., Partanna (Tp) Olio Geraci Nocellara del Belice, frantoio a due fasi (cioè a ciclo continuo) e estrazione a freddo (la temperatura di trasformazione dell’olio), tutto scritto in etichetta e fatto davvero: la varietà autoctona del Belice e la ferma volontà di produrre grandi oli come risultato di una molitura certosina, sono caratteristiche dell’azienda Geraci, nata nel 1925. Il gusto di quest’olio ricavato da olive tondeggianti come nocciole, risulta morbido, ben sfaccettato e vibrante, con un lungo finale in cui piccante e amaro dialogano in armonia. Al naso sensazioni di erba tagliata e mela verde, in bocca mandorla amara sul finale. Dove si compra: Online, in azienda, Eataly. Cultivar: Nocellara del Belice. Zona di produzione: Valle del Belìce. Prezzi: 11 euro la bottiglia da 500 ml.

6. Castel di Lego Oro | Frantoi Galioto

Ronco D’Aquile 1, Ferla (Sr) Quella di Giovanni Galioto, per sua stessa ammissione, è la classica storia di chi a scuola non brillava e si faceva spesso tirare le orecchie. Tira oggi e tira domani, esce fuori un frantoio premiato in continuazione e ormai punto di riferimento per la zona di Ferla, nel siracusano. L’olio di punta è il Castel di Lego Oro, DOP monovarietale tonda iblea della sottozona Frigintini, con raccolta che avviene fra il 16 e il 20 ottobre. Mezzo litro costa 9 euro. Dove si compra: Online, nei negozi specializzati. Cultivar: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Ferla (Sr). Certificazione: D.O.P. Monti Iblei sottozona Frigintini. Prezzi: 9 euro la bottiglia da 500 ml.

5. Zahara | Oleificio Guccione

Contrada Ponte Biviere, Chiaramonte Gulfi (Rg) Zahara - Guccione E’ una di quelle volte in cui etichetta e nome rappresentano bene il prodotto, un olio monocultivar spremuto da tonda iblea. Gli arabi con il nome Zahara intendevano la zagara, il fiore d’arancio delle promesse spose. Nel mondo dell’olio siciliano è il velo di fiori bianchi che ricopre la chioma degli ulivi, promessa di una buona annata. [Olio extravergine d’oliva biologico del supermercato: prova d’assaggio] Le olive sono raccolte a mano appena mature, e spremute dopo poche ore con l’ausilio di un moderno impianto aziendale. Si sposa bene in genere con le zuppe di legumi, ma se volete sperimentare un abbinamento territoriale provatelo con le fave alla «trappitara» (trappitu in siciliano significa frantoio), ricetta di grande autenticità molto amata dallo chef stellato Ciccio Sultano. Dove si compra: Online, in azienda. Cultivar: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Chiaramonte Gulfi . Prezzi: 14 euro la bottiglia da 500 ml.

4. Le case di Lavinia | Vernèra

Via Umberto 21/23, Buccheri (Sr) olio vernera Sembra un romanzo la storia di questa azienda che inizia quando il nonno degli attuali proprietari, ancora giovane ma convinto di essere prossimo alla morte, ritorna dall’America in Sicilia come suo ultimo desiderio, portando con sé moglie e figlia. L’inizio è drammatico ma il lieto fine è dietro l’angolo. Per mantenere la famiglia l’emigrato di ritorno acquista un terreno con gli ulivi, destinato a ingrandirsi e ingrandirsi ancora, prima con lui che vivrà a lungo, e ancora di più quando il figlio, rispettato medico del paese, acquista uno, due, tre, di quei ‘fazzuletti i terra’ che gli venivano proposti. Il legame è assoluto: con la storia di famiglia e ancora una volta con la cultivar tonda iblea. In particolare quella della sottozona Monte Lauro, un ex vulcano che conferisce all’olio caratteristiche uniche. Olio Terre di Vito - Azienda Vernera Dove si compra: Online. Cultivar: Tonda iblea 100%. Zona di produzione: Buccheri. Prezzi 15 euro la bottiglia da 500 ml.

3. Primo | Frantoi Cutrera

Contrada Piano D’Acqua 71, Chiaramonte Gulfi (Rg) Primo - Frantoi Cutrera La miriade di contrade che prima di giungere a Chiaramonte Gulfi raddoppiano le dimensioni del territorio, sono organizzate per il vivere quotidiano, con il bus che sale e scende, la scuola, la chiesa e, ovviamente, gli alberi di ulivo. Nella zona le tante indicazioni di frantoi e oleifici testimoniano l’abbondanza di uliveti, fino a quella che conduce ai frantoi Cutrera: Piano dell’ Acqua. Tra i primi a usare il frantoio a due fasi, diventato grazie alla loro abilità quello di riferimento della zona e per tanti produttori della Sicilia orientale, oggi sono personaggi di spicco nella scena dell’olio siciliano. L’olio Primo è fatto solo con olive tonda iblea raccolte dalle loro proprietà. Uliveti secolari, sulle colline di Chiaramonte Gulfi, rivolti a sud, da agricoltura biologica. La raccolta avviene a mano tra fine settembre e la prima settimana di ottobre. Un olio corposo, dalla fortissima identità, con un aroma di pomodoro verde tipico della varietà Tonda Iblea che rimane impresso a lungo nel palatodi chi lo assaggia. Da abbinare alle fave secche, gli scampi e altri ingredienti che non soffrono la presenza di un olio molto fruttato come questo. Dove si compra: in azienda, Eataly, nei migliori ristoranti siciliani. Cultivar: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Chiaramonte Gulfi. Certificazione: D.O.P. Monti Iblei, sottozona Gulfi. Prezzi: 14 euro la bottiglia da 500 ml .

2. Cherubino | Az. Agr. Terraliva

C.da Zocca 96010 Buccheri (SR) Cherubino - Terraliva Un olio di grande personalità questo prodotto nelle campagne di Buccheri da Tino Cavarra, ex imprenditore edile, folgorato sulla via dell’extravergine. Si definisce un assolutista, camurriusu, accentra su di sé la produzione pur di fare tutto come si deve, ignorando anche la scorciatoia più insignificante. Potrebbe pure sembrare tracotante, ma solo a chi questo olio così strepitoso non lo ha mai provato. La raccolta manuale avviene a fine settembre quando l’oliva è ancora verde, ma il periodo può variare di anno in anno a seconda di temperature e precipitazioni. Nel 2017 ne sono stati prodotti 6000 litri. E’ un olio monovarietale da Tonda Iblea dal fruttato medio che esalta bene il sapore dei crudi, ma ha bisogno di olive dal sapore deciso. L’abbinamento perfetto è allora con il carpaccio di baccalà. Dove si compra: Online, in azienda, Negozi Bio. Cultivar:: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Buccheri (Sr). Certificazione: D.O.P. Monti Iblei sottozona Monte Lauro. Prezzi: 16-18 euro la bottiglia da 500 ml .

1. Bell’Omio | Azienda Agrestis

Via Sabauda 86A, Buccheri (Sr) olio bellomio Agrestis è l’azienda che ti aspetti di trovare dietro un olio siciliano. Ha le giuste dimensioni per rivolgere lo sguardo ai campi da un lato e dall’altro all’evoluzione dei metodi e dei gusti, umiltà di base, prospettive ambiziose senza essere mai megalomani. Due soci, di cui uno scomparso di recente, ancora molto giovane, e un amore sconsiderato per la tonda iblea, cultivar onnipotente, che regala agli oli profumi esuberanti, adatta anche come oliva da mensa. Il Bell’Omio è un olio dal colore verde intenso con riflessi dorati. I sentori di basilico e pomodoro sono evidenti al naso ma è il sapore a sorprendere per personalità, con quel fruttato medio e l’equilibrio armonioso tra amaro e piccante. Abbinamenti perfetti sono l’insalata di arance, il cipollotto fresco, il prezzemolo e il peperoncino. L’olio Nettare Ibleo della stessa azienda, situata tra i 600 e i 700 metri, con 60 ettari e 12.000 ulivi, appaga palati ancora più esigenti, che all’olio chiedono fruttato e sfumature raffinate con sentori erbacei spiccati e di pomodoro di media maturità. Vale la pena ragalarsi il piacere del migliore abbinamento in assoluto: il pane caldo. Nettare Ibleo - Olio Agrestis Dove si compra: online. Cultivar:: Tonda Iblea 100%. Zona di produzione: Buccheri. Prezzi: 16 euro la bottiglia da 500 ml.  [CREDITI: FOTO ALFIO BONINA]


Le migliori 50 granite siciliane del 2017: da 50 a 31

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Inizia oggi la classifica delle 50 migliori granite siciliane del 2017 di Dissapore. Come già detto nel post sui criteri adottati per valutare le granite, divideremo la classifica in tre parti, o meglio, in 3 giorni:

— oggi 26 luglio, con le posizioni dal numero 50 al 31;

— domani, giovedì 27 luglio, con le posizioni dal numero 30 all’11;

— venerdì 28 luglio con le posizioni dal numero 10 all’1.

Nel 2016 c’erano state le 10 migliori granite siciliane di CataniaMessina e del Resto dell’Isola, ma abbiamo pensato che la granita, fenomeno a parte quando fatta in Sicilia, meritasse una comprensione maggiore.

Eccoci pronti a iniziare, ma prima concedeteci una precisazione: anche in fatto di granite siamo spocchiosi e perfezionisti, non faremo mancare insomma i giudizi critici. Ma siamo sicuri che ci capirete, un attimo prima di mandarci a quel paese…

#50 BAR VITELLI – SAVOCA

Curve e tornanti, salendo da Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina, portano dal mare a Savoca, borgo ideale della Sicilia bucolica e silenziosa.

Savoca - Messina

Luogo perfetto per ambientazioni coppola e lupara, il locale diventa bar Vitelli quando Francis Ford Coppola lo sceglie per girare una scena memorabile de “Il Padrino”.

Bar Vitelli - Savoca (ME)Bar Vitelli - Savoca (ME)

Oggi, con buona pace di chi s’indigna per certi tipi di turismo, frotte di croceristi si spingono fin qui solo per rivivere quelle scene. Arrivando troviamo un matrimonio nella piazzola di fronte, non ci crederete ma è davvero in stile Padrino.

All’interno immagini e oggetti provenienti dal backstage del film tanto osannato. Il turismo mordi e fuggi prevale, come dimostra l’accoglienza silenziosa e accigliata.

La granita migliore, inventata dalla zia defunta degli attuali proprietari, è quella al limone con zibibbo. Ideale per chi ama il dolce su dolce, con pochi sprazzi di aspro.

Bar Vitelli - Savoca (ME)

GUSTO CONSIGLIATO: limone e zibibbo

Bar Vitelli – Piazza Fossia 7 Savoca (ME)

#49 COLICCHIA – TRAPANI

Granulosità che rientra appena nei limiti per la granita di questa nota pasticceria del centro storico di Trapani, profumata di mandorle. Ma è comunque da premiare per il livello degli ingredienti impiegati.

Colicchia - TrapaniColicchia - Trapani

Il gusto gelsomino è una specialità molto amata nel trapanese, dove prende il nome di scorzonera.

Assaggiarlo significa portare al palato i profumi del fiore, per questo, per non compromettere il sapore, vi consigliamo di consumarlo da solo, senza la brioscia.

Colicchia - Trapani

Lui, il signor Colicchia, sempre alla cassa, è circondato dai ragazzi che servono ai tavoli. Giovanile malgrado l’età, è ancora multitasking: mentre chiacchiera amabile con un cliente prepara il conto per un altro. Sempre diretto e senza peli sulla lingua, non conosce convenevoli, nemmeno quando servirebbero.

GUSTO CONSIGLIATO: gelsomino

Colicchia – Via delle Arti nn.6/8, Trapani

#48 CAFFE CONCORDIA – AGRIGENTO

In piazza Pirandello, in un locale elegante e minuto accanto alla struttura composta da Municipio e chiesa del Rosario, proprio di fronte al museo archeologico, si trova la granita che –vox populi– è la migliore di Agrigento.

Caffe concordia - Agrigento

Corposa e ossequiosa dello stile siculo, giganteggia nella versione al pistacchio e alla mandorla. Buone anche le brioscia, dalla forma rivedibile.

GUSTO CONSIGLIATO: mandorla

Caffè Concordia – Piazza Pirandello n.36, Agrigento

#47 CAFFE ROMA – SCIACCA (AG)

Ci sono posti che restano immutati, e immutate sono le granite, anzi, la granita: quella al limone.

Perché lui, lo zio Aurelio, rifiuta di preparare altri gusti da cinquant’anni, da quando ancora doveva trovare una brava ragazza da sposare, la stessa che oggi –diventata sua moglie– ne condivide mille ricordi, come quello sulle granite servite per nove mesi a donne incinte.

Aurelio Licata - Bar Roma - Sciacca

Aurelio Licata - Sciacca - Granita limone

Nel suo bar, in stile Vecchia Sicilia, i nasi degli avventori impregnati dall’odore di pesce del porto di Sciacca, si prendono la doverosa pausa.

La granita al limone fatta ancora con i verdelli di Menfi avrebbe guadagnato un posto in più se fosse stata meno aspra.

#46 GELATERIA LIPAROTI – TRAPANI

Presente nella classifica delle 100 migliori d’Italia Dissapore, la gelateria di Maurizio Liparoti non poteva mancare in questa classifica.

Ma il gelato non è la granita, e questa volta si ritrova più distante dal podio.

Liparoti - TrapaniLiparoti - Trapani

Siamo nel centro di Trapani vecchia, proprio di fronte al mare. Dietro la semplicità di questa granita si nascondono impegno e una lavorazione non semplice.

Tra i migliori gusti la pesca unita al nero d’Avola, in un binomio goloso sulla carta, ma che non esprime ancora tutte le potenzialità.

Liparoti - Trapani

Si scioglie un po’ troppo rapidamente, però resta nelle retrovie della classifica a causa della panna congelata. Impresentabile in un posto notevole come questo.

GUSTO CONSIGLIATO: pesca e nero d’Avola

Gelateria Liparoti – Viale delle Sirene n.21, Trapani

#45 PASTICCERIA AMBRA – TREMESTIERI ETNEO (CT)

Ogni zona che si rispetti a Catania, ha il suo laboratorio pasticceria che, attenzione, non è la classica pasticceria, in quanto privo di bar e di tavolini per consumare un caffè.

Pasticceria Ambra - Catania

Quello di Canalicchio, grande quartiere catanese nonché zona di passaggio, è Ambra, il posto in cui i residenti della zona prendono una granita da portar via o da consumare nell’unico tavolino all’esterno

Pasticceria Ambra - Catania

Granita gelsi - Pasticceria Ambra - Catania

GUSTO CONSIGLIATO: mandorla

Ambra – Via Nuova Luce n.16, Tremestieri Etneo (CT)

#44 BAR DI PERRI – ROMETTA (ME)

Il grande Bar di Perri te lo immagini affollato di giovani vacanzieri, invece quando arriviamo a Rometta, tipico paese di mare della fascia tirrenica, è l’ora della siesta, nel paese bollente s’incontra giusto qualche temerario in bicicletta.

Bar di Perri - Rometta MareaBar di Perri - Granita albicocca

Molto apprezzato in zona per le granite, propone briosce anche in formato maxi, per 3 o 4 persone. Tra i gusti da provare spicca l’albicocca.

GUSTI CONSIGLIATI: albicocca

Bar di Perri – Via Mezzasalma n.24, Rometta Marea, (ME)

#43 C&G – CATANIA

Cioccolato, gelato, e pure granita, ovviamente al cioccolato. In piazza Abramo Lincoln, zona centrale di Catania, il locale, benché di recente apertura, è stato rivisto grazie a un ambiente moderno e spazioso, dominato dal bianco e nero e dal marchio, fin troppo invadente.

C&G - CataniaGranita al cioccolato - C&G - Catania

La presentazione della granita è scenografica ma perde un punto a causa del cioccolato –tu quoque– dal sapore fin troppo deciso, che stanca dopo i primi cucchiaini. Meglio ripiegare su altri gusti.

GUSTO CONSIGLIATO: mandorla

C&G – Piazza Abramo Lincoln, Catania

#42 EL CUBANO – FONTANE BIANCHE (SR)

Passando per Fontane Bianche, frequentata zona balneare del siracusano, spaventose costruzioni degli anni Ottanta precedono l’arrivo a El cubano, un paradiso per i turisti desiderosi di sfuggire alla canicola estiva che a queste latitudini entra nei polmoni insieme all’odore di bruciato.

La caratteristica del bar, gestito da oltre quarant’anni anni da due fratelli che più diversi non potrebbero essere, è la varietà dei gusti.

El Cubano

Quando a far da cavia erano i professionisti del luogo, che con i loro assaggi decretavano il successo o la morte dei nuovi gusti di granita, primeggiava l’ananas. Come oggi del resto.

La brioscia, come spesso capita nel siracusano, è spolverata con dello zucchero a velo, accorgimento mal visto da messinesi e catanesi.

Brioscia - El CubanoGranita El Cubano

GUSTI CONSIGLIATI: Ananas, cioccolato

El Cubano – Viale dei Lidi n.309, Fontane Bianche (SR)

#41 BAR MESSINA STELLARIO – MESSINA

Non sei un messinese se non hai il tuo ritrovo prediletto, e noi parliamo di granite, ovviamente. Anzi, i cittadini dello Stretto sono veri partigiani della granita. Particolarmente accaniti quelli di Stellario, che riesce a distinguersi anche in una strada ad alta concentrazione di pasticcerie.

Bar Stellario - MessinaBar Stellario - Messina

Tutto scorre velocemente nel bar, soprattutto le granite, polverizzate in pochi secondi.

Granita fragola - Bar Stellario - MessinaGranita fragola - Bar Stellario - Messina

GUSTO CONSIGLIATO: fragola con panna

Bar Messina Stellario – via Consolare Pompea, Piano Chiesa n.6, Messina

#40 VIA POLICASTRO – CATANIA

Come fanno tre fratelli non più giovani a lavorare ogni santo giorno nello stesso laboratorio da quarant’anni? Hanno imposto una regola alle consorti: “non mettete piede in laboratorio, solo così regnerà la pace”.

Venite pure, ripetono in coro, ma solo per mangiare la granita.

Via Policastro - CataniaVia Policastro - Catania

Non è maschilismo ma praticità, e comunque così i tre fratelli Calogero, figli d’arte, gestiscono l’omonima gelateria nota a Catania come via Policastro, dalla strada in cui si trova. Il quartiere è il popolare Picanello.

Niente servizio ai tavoli, sistemati su di uno stretto marciapiedi, per la granita semplice e buona, ricevuta dagli avventori nei bicchieri di plastica avvolti dal classico tovagliolo di carta per non ghiacciare le le mani.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla e limone

Gelateria Calogero – Via Policastro n.29 CATANIA

#39 PASTICCERIA CAMPIDOGLIO – SANT’AGATA MILITELLO (ME)

Un locale di pregio il bar Campidoglio, appiattito da una ristrutturazione anonima. Ricordavamo un’altra ricercatezza, una diversa cura dei particolari.

Bar Campidoglio

L’ex titolare, ormai ultraottantenne, autore di una panna capolavoro che smuove i siciliani per chilometri, ha lasciato l’attività ai figli.

Ma non riuscendo a separarsi dalla sua creatura, s’impone ostinatamente al centro dell’attenzione.

Padri e Figli - CampidoglioPadri e Figli - Campidoglio

Una garanzia per qualche avventore, e un limite secondo altri, perché lo spazio che resta ai nuovi gestori per scrivere la loro parte di storia del locale di Sant’Agata Militello è poco.

Ad ogni modo, promuoviamo a pieni voti la scelta di separare i gusti fragole e fragole di bosco, in barba alla teoria secondo cui la granita alla fragola andrebbe preparata per metà con le prime e per metà con le altre.

Qualche difettuccio nell’amalgama degli ingredienti evidenzia il fatto che ci stiamo allontanando dalla Sicilia Orientale. Per contro, niente difetti nella qualità della frutta e nel punto di maturazione. La panna, da sola, continua a valere il viaggio.

GUSTI CONSIGLIATI: fragole e fragole di bosco, con panna

Pasticceria Campidoglio – Via Campidoglio n.25 Sant’Agata Militello (ME)

#38 BAR AL SAN DOMENICO – ACIREALE (CT)

Magnifiche nelle loro facciate settecentesche, non c’è chiesa ad Acireale che non sia ambita per celebrare un matrimonio, da residenti e non.

Non fa eccezione la chiesa di piazza San Domenico, di fronte al piccolo bar omonimo, noto per la granita alla mandorla araba, con l’anice stellato che la rende più fresca e la sicilianissima spolverata di cannella.

Granita San Domenico

La piazza, quasi sempre ventosa, si presta molto a un momento di relax nelle ore più calde della giornata.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla araba, pesca

Pasticceria Bar Al San Domenico – Piazza San Domenico, Acireale (CT)

#37 SAVIA – CATANIA

Al centro di via Etnea, Savia, la più rinomata pasticceria di Catania, continua a far discutere.

Per molti la granita non è più quella di una volta. Per altri potrebbe dare di più perché la storia di Savia merita comunque il meglio.

Pasticceria SaviaPasticceria Savia

Noi notiamo che la granita al gusto fragola, con le fragoline di bosco, accompagnata da una panna al di sopra della media catanese, resta impeccabile.

La brioscia è l’unica di questa classifica decorata con zucchero semolato, scelta insolita che a Catania di solito accomuna i panifici.

Pasticceria SaviaPasticceria Savia

Nel periodo estivo si corre il rischio di fare un viaggio a vuoto per l’inusitata chiusura del locale a metà tra giugno e luglio.

GUSTI CONSIGLIATI: fragola e fragoline

Savia – Via Etnea, Catania

36# CAFFE FLORIO – LICATA (AG)

Testimonial eccellente della granita di questo piccolo bar di Licata è Pino Cuttaia, chef de La Madia, che proprio al Bar Florio, posto di fronte al suo ristorante due stelle Michelin da poco ristrutturato, fa colazione ogni mattina con granita al limone e brioscia.

Bar Florio - Licata

Gli ingredienti genuini e il garbo delizioso dei titolari ne fanno una tappa imperdibile per chi dovesse passare da Licata. Consigliata la granita di limone, specialità della casa dal 1952, e quella ai gelsi.

Granita Bar Florio - LicataGranita Bar Florio - Licata

GUSTI CONSIGLIATI: limone

CAFFE FLORIO – Licata (AG)

#35 BAR KENNEDY – SIRACUSA

Non esiste città senza una via Kennedy, e non esiste via Kennedy senza un omonimo Bar. Ma a Siracusa la famiglia che gestisce il posto, sembra essere legata al sempre compianto presidente americano da profonda devozione.

Bar Kennedy Siracusa

Il locale è piccolo e insolito, sviluppato in lunghezza, attraversato da un viavai di persone che consumano quantità industriali di votavota, ammucchiati in vetrina uno sopra l’altro.

Si tratta di un impasto salato tipico del siracusano, ripieno delle più varie prelibatezze e ripiegato su di sé.

Siamo combattuti, è ora di pranzo, astenersi è difficile ma dobbiamo provare le granite.

Non rimpiangiamo la scelta, grazie soprattutto alla brioscia meravigliosa, che non ha il tuppo, cioè il cappello, ma una forma allungata. Tra le migliori mai provate nell’impasto, nella lievitazione e nel profumo.

Bar Kennedy Siracusa
GUSTI CONSIGLIATI: limone e….votavota (ne prendiamo un paio dopo le granite)

Bar Kennedy – Via Tisia n.140, Siracusa

#34 PASTICCERIA RIZZO – SIRACUSA

Svoltando l’angolo dal bar Kennedy si arriva alla Pasticceria Rizzo, tutt’altro tipo di locale, dove ci si vuole ingraziare i clienti della Siracusa dabbene, specie le signore dedite al rito dell’aperitivo.

Bar Rizzo Siracusa

La pasticceria è nota nella zona perché fornisce dolci ai banchetti, ma la nostra attenzione è catturata soprattutto da una possibilità, accompagnare la granita con una prelibatezza unica: la brioscia mandorlata.

Brioscia mandorlata - Bar Rizzo SiracusaBar Rizzo Siracusa

Ricoperta da una glassa di mandorle, stile colomba di Pasqua, è incredibilmente fragrante, nel sapore ricorda una meringa da stella. Si mangia con la granita alla mandorle, è tassativo.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla accompagnata da brioscia mandorlata

Pasticceria Rizzo – Via Polibio 78, Siracusa

#33 PASTICCERIA QUARANTA – CATANIA

Ognina, lungomare di Catania, la scogliera su cui Ulisse approdò sospinto dal dio Eolo. Nei decenni scorsi zona balneare per i catanesi doc che affollavano i Bagni Ulisse e il lido Longobardo.

Oggi è un porticciolo turistico protetto dalla chiesa dedicata a ‘La Bambina’, ma resta uno dei luoghi più affascinanti e poetici della Sicilia, che preannuncia la bellezza e l’atmosfera di Acitrezza e Acicastello.

Bar Quaranta - Ognina

La pasticceria Quaranta consente agli occhia di appropriarsi dello spettacolo, proponendo la granita come momento di relax, che spezza la routine cittadina e fa sentire in vacanza anche nelle belle giornate autunnali.

Bar Quaranta - OgninaBar Quaranta - Ognina

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi

Pasticceria Quaranta – Piazza Mancini Battaglia n.17, Catania

#32 AL PORTICO – CARRUBA (CT)

Da Acireale a Giarre, prendendo la strada interna, si susseguono minuscole frazioni accumunate da un vezzo particolare: tirar fuori da ogni prodotto una sagra.

Così, attraversandole, colpiscono i manifesti che nel giro di venti metri propongono, uno dopo l’altro: sagra del pesce spada, del tonno bianco, dei maccheroni di casa o del pane condito.

Spingendosi più in là verso Riposto tanti piccoli agrumeti si mimetizzano con le maestose piante da vivaio nella frazione di Carruba.

Nuovo Caffe al Portico - Giarre

In una di queste piazze si trova “Al Portico” famoso per gli arancini al burro e al ragù fritti al momento.

All’interno domina il bancone illuminato da lunghi cilindri contemporanei. Giovane è anche la conduzione.

Al Portico - Carruba

Granita mandorla - Al Portico - Carruba

Tra tutti i gusti spicca e conquista la classifica di Dissapore la granita alle mandorle, pelate e poi raffinate con lo zucchero per farne sentire meglio la presenza e concedere il piacere di mordicchiare il frutto secco.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla

Nuovo Caffe Al Portico – Piazza San Martino 1, Carruba (CT)

#31 BAR KENNEDY – ACIREALE (CT)

Bar Kennedy - Acireale

Ancora Acireale. Questa volta siamo in una zona meno nobile e barocca della città, ma moderna e frequentata da molti giovani, che di sera si ritrovano nella piazzola per un panino mordi e fuggi.

Granita gelsi - Bar Kennedy - Acireale

Sarà per questo, o per la verde età del titolare, che il bar Kennedy è stracolmo di ragazzi innamorati della granita dalla consistenza piena, tipica di quelle acesi, perfino troppo cremosa nel gusto al pistacchio.

Granita gelsi - Bar Kennedy - Acireale

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla, gelsi

Bar Kennedy – Via John Fitzgerald Kennedy n.39L, Acireale (CT)

Continua domani…

con le posizioni dal numero 30 all’11

[CREDIT – FOTO ALFIO BONINA]

L'articolo Le migliori 50 granite siciliane del 2017: da 50 a 31 proviene da Dissapore.

Le migliori 50 granite siciliane del 2017: da 30 a 11

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Ieri avete scoperto le posizioni dal numero 50 al 31.

Era solo l’antipasto del piatto principale che la classifica delle migliori 50 granite siciliane del 2017 vi riserva oggi, con le posizioni dal numero 30 all’11, e soprattutto domani quando sveleremo le migliori 10 granite dell’anno<. Consumati dall’attesa di scoprire la migliore granita siciliana? Avete degli antidoti: scorrete le 10 migliori granite siciliane di CataniaMessina e del Resto dell’Isola, classifiche assemblate nel 2016.

Noi, intanto, proseguiamo.

#30 BAR PRINCIOTTA – BRUCOLI (SR)

Tipico baretto datato e improbabile in cui entrando rischi di trovare la granita al limone della vita. Con i frutti al giusto punto di maturazione e una lunga storia alle spalle.

Bar Princiotta

Tutt’intorno accese sfide a carte e qualche bicchiere di granita sui tavoli per combattere afa e canicola.

Bar Princiotta - Brucoli

La burbera signora Princiotta concede rare parole, anche il marito è taciturno, ma solo perché concentrato su un unico obiettivo: preparare le granite nella solitudine del suo laboratorio, senza distrazioni.

Signor Princiotta - Brucoli

Le briosce non hanno per niente un bell’aspetto, eppure il sapore sorprende, simile a un buon panino al latte.

GUSTO CONSIGLIATO: limone

Bar Princiotta – Via Libertà n.127, Brucoli (SR)

#29 U TEDESCO – MESSINA

Alcuni, sbagliando, potrebbero ritenere U Tedesco un venditore ambulante di granite. Ma il suo camioncino è fisso lì, con i tavoli che dal marciapiede sconfinano nella villetta vicina.

Il tedesco - Messina

Lui, incarnato chiaro e i famosi occhi azzurri che gli sono valsi il soprannome, tiene banco contraccambiando con spirito battute scherzose e sfottò. I tanti habitué neanche sotto tortura negherebbero che la sua granita è l’autentica messinese.

Il tedesco - Messina

C’è da dire che rispetto al passato la granita del Tedesco ha ritrovato la consistenza originale e autentica, meno cremosa, senza perdere un’oncia della sua prelibatezza. Prezzo al solito imbattibile: granita con panna e brioscia 1,50 euro.

GUSTI CONSIGLIATI: Caffè con panna, Cioccolato

U Tedesco – Viale Europa, Messina

#28 CONDORELLI – ACIREALE (CT)

La migliore granita di Catania? Ad Acireale, risponderebbero gli acesi, che verso il vicino capoluogo hanno sempre mostrato un senso di orgogliosa inferiorità, su tutto ma non sulla granita. In un paio di posti in particolare, da Cipriani o al bar Condorelli, che si contendono il primato della granita migliore di Acireale.

Condorelli, sempre affollato, perde qualche posizione per una proposta esagerata. Quei gusti sono troppi!

Granita mandorla e cannella - Condorelli - AcirealeGranita gelsi e panna - Condorelli - Acireale

Al netto di questo peccato veniale, il bar che si è inventato la granita tutto l’anno (prima si faceva solo in estate), dimostra di conoscere ancora le tecniche per produrre una vera delizia.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla e cannella

Bar Condorelli – Via Oreste Scionti n.26/28, Acireale (CT)

#27 EDEN BAR – ACITREZZA (CT)

Acitrezza: ideale campo neutro per giocare il derby tra Catania e Acireale, in palio l’attribuzione della migliore granita siciliana. Sì, ma dove?

L’Eden Bar è un buon compromesso, vista l’attitudine dei catanesi, inforcate le loro decappottabili, di sfilare verso il locale già a marzo, nei primi giorni di caldo estivo,

Eden Bar Acitrezza
La granita è meno morbida rispetto a quella di Acireale ma dal sapore altrettanto intenso.

E finalmente riusciamo a trovare una panna montata vellutata anche in provincia di Catania.

Eden Bar AcitrezzaGranita AcitrezzaEden Bar Acitrezza

Passando di notte dal paese sentirete il profumo delle bellissime briosce, che l’Eden Bar serve sempre calde, avvolgere le strade.

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi con panna

Eden Bar – Via Provinciale n.89, Acitrezza (CT)

#26 LITTLE ROBERT – GIARRE (CT)

A Giarre, nel quartiere “Funnacu Baruni” –il fondo (agricolo) del barone– al termine dlla via principale, c’è un chiosco in legno noto per una formidabile granita al limone verdello.

Vito è il titolare, orecchino a croce in bella mostra, classico sguardo di chi la sa lunga.

Little Robert

Alle pareti, un accostamento audace mette insieme immagini di Totò, Massimo Troisi e Bruce Lee. Coesistono non tanto per un vezzo artistico del proprietario, ma perché un ambulante li ha venduti in blocco, al buio, a cinquemila lire.

Little Robert

Se gli altri gusti non sono proprio indimenticabili, la granita al limone è perfetta nella sua totale e creativa imperfezione, arricchita dalle bucce del verdello che si raccoglie in zona da maggio a settembre.

Per accompagnarla è preferibile il panino alla brioscia.

Little RobertGranita Verdello - Little Robert

GUSTI CONSIGLIATI: limone

Chiosco Little Robert – Via Gallipoli n.2, Giarre (CT)

#25 SUD CAFE – BRUCOLI (SR)

Percorrendo la tranquilla strada principale di Brucoli, fin troppo ravvivata di sera dalla movida estiva, si arriva all’incantevole quadretto del Sud Cafè, sul mare, con tavoli e panche basse che quasi carezzano gli scogli.

Tutta una serie di ragazze, intente a misurare la loro bellezza, servono distratte ai tavoli.

Brucoli - Sud Cafe - GranitaBrucoli - Sud Cafe - Granita

La granita viene prodotta altrove, un’eccezione per la classifica di Dissapore, ma il livello è alto e certo non si può dire che il posto non sia affascinante.

Granita - Sud Cafe - Brucoli

Guardando avanti, senza volgere le spalle al mare, perdonerete anche la granita alcolica o la presentazione modaiola nei barattoli di vetro

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi, granita alcolica.

SUD Cafe – Via Libertà n.4, Brucoli (SR)

#24 PLAZA DEL SOL – PORTOPALO (SR)

Plaza del sol - Portopalo

Immagini bellissime, colori struggenti, ma prima di arrivare l’isola di Capo Passero ti presenta il conto.

A poche centinaia di metri dalla meta la strada è interrotta per il crollo di un ponte, si deve tornare indietro di parecchi chilometri e poi arrivarci affrontando un percorso più lungo.

A questo punto, capirete come la granita risulti ancora più piacevole. Nonostante l’insolita esposizione in vasca e non nei tradizionali pozzetti, la consistenza è perfetta.

Interessante la versione ai fichi, prodotta con i frutti dalla buccia nera, ben riconoscibili nel gusto e nel colore della polpa.

GUSTI CONSIGLIATI: fichi, pesca

Plaza del Sol – Via Scalo Mandria, Portogallo di Capopassero (SR)

#23 CAFFE EUROPA – CATANIA

BAR EUROPA - Catania

Caffe Europa e Caffè Epoca si sono contesi a lungo il ruolo di salotto buono del capoluogo etneo.

Tra i due, il Caffè Europa continua ad attirare la meglio società catanese anche in virtù di una granita migliore.

BAR EUROPA - Catania

All’interno, sono diverse le specialità esposte nel lungo bancone in noce che catturano lo sguardo: le torte decorate dalle fragoline di bosco, i pasticcini, ovviamente le granite con panna.

BAR EUROPA - Catania

Morbida, soprattutto quella al pistacchio, la granita resta entro limiti accettabili di cremosità.

Nonostante il colore tenue è fresca e squisita la granita alla fragola, arricchita da una panna montata superiore agli standard catanesi.

BAR EUROPA - Catania - Granita fragola

GUSTI CONSIGLIATI: fragola con panna

Caffe Europa Corso Italia 302 – Catania

22 GRAN CAFE SOLAIRE – ACITREZZA (CT)

Venticinque passi contati. Tanto distano l’Eden Bar e il Gran Caffè Solaire, i due bar che si contendono la preferenza degli abitanti di Acitrezza. Eppure le granite sono molto simili.

Il Caffè Solaire, piccolo locale che consente di rimirare l’isola Lachea, presenta la granita nei bicchieri bassi e rotondi.

E’ fresca, digeribile, leggera e colorata. I gusti alla frutta prevalgono, specie i fichi (ma solo ad agosto, nel periodo della raccolta), e il melone cantalupo.

GUSTI CONSIGLIATI: melone

Gran Cafe Solaire – Via Provinciale n.81, Acitrezza (CT)

#21 IRRERA – MESSINA (CT)

Granita - Irrera - Messina

Essere una delle più note pasticcerie siciliane è una bella responsabilità. I giudizi, spesso ingiustamente critici, sono all’ordine del giorno.

Un destino che accomuna Savia a Catania e Irrera a Messina. Questa, in particolare, nella centralissima piazza Cairoli, ha il merito di allietare le estati dei residenti dal 1910 con una serie di dolci spettacolari, e di rinfrescarle con le granite.

Granita - Irrera - Messina

Granita - Irrera - Messina

Granita - Irrera - Messina

Soddisfazione garantita anche per la brioscia, soffice, dal sapore delicato, integrazione ideale della “mezza con panna”.

Granita - Irrera - MessinaGranita - Irrera - Messina

Invece la granita ai gelsi è troppo aspra, a conferma della superiorità dei bar catanesi nell’impiego del frutto che dev’essere né troppo né poco maturo per rendere al massimo. Se è molto maturo porta con sé il sentore del mosto in fermento, altrimenti è molto aspro, praticamente immangiabile.

GUSTI CONSIGLIATI: fragola con panna

Irrera – Piazza Cairoti n.12, Messina

#20 BAR BIVY – CATANIA

Via Caronda 365. Ci troviamo nel posto più catanese di questa tosta classifica.

Bar Bivy - Catania

Il proprietario è Vittorio Sant’Angelo, detto Bivy per una vaga quanto improbabile somiglianza nel modo di giocare a pallone con Edy Bivi, ex bomber del Catanzaro (?!).

Bar Bivy - Catania

Il locale è sempre quello che il signor Ranno, nome comune a molti pasticcieri catanesi, lasciò a Bivy affinché continuasse a produrre granite nel modo che sapeva. Del resto Sant’Angelo ci lavorava dall’età di 11 anni.

I suoi clienti possiamo definirli influencer del quartiere, catanesi veraci dalla battuta pronta che quando proviamo a fotografare dicono che no, non è il caso di finire sul giornale per la seconda volta.

Le granite imperdibili sono quelle alla frutta, specie pesca e cantalupo, il migliore provato finora.

GUSTI CONSIGLIATI: cantalupo, pesca

Bar Bivy – Via Caronda 365, Catania

#19 BAR F.LLI AVERNA – RIPOSTO (CT)

A Riposto, trovate la grande pasticceria gelateria dei fratelli Averna in Corso Italia. La recente ristrutturazione ha aiutato a mantenere viva l’attenzione dei residenti.

Bar Averna - Riposto

La granita è catanese in tutti i sensi, con la mandorla pastosa e intensa e il cioccolato rinfrescante.

Si consuma con impeccabili briosce calde o con i fragranti gemellini con la ciciulena.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla, cioccolato

Bar F.lli Averna – Corso Italia n.41 , Riposto (CT)

#18 BAR AL PLATANO – MESSINA

Ortaggi, fiori, frutti come cetriolo, gelsomino e mandarino: la granita del bar Al Platano si distingue per i gusti atipici e sfiziosi, sorprendendo i messinesi abituati alla classica “mezza con panna”.

Il Platano - MessinaGranita Zenzero - Platano

Una consistenza maggiore avrebbe portato il piccolo bar messinese ancora più in alto nella classifica di Dissapore

GUSTI CONSIGLIATI: zenzero, gelsomino

Bar Al Platano – Via Consolare Pompea n.79, (CT)

#17 ZZU ORAZIO – ACITREZZA (CT)

Mercato Ittico Acitrezza

Acitrezza. Tre di notte. La movida notturna si confonde con i pescatori locali che caricano e scaricano il pesce, mentre l’aroma delle briosce profuma le vie del paese.

Lui, lo Zzu Orazio, con la sua sicilianissima “lapa” (Ape) è sempre lì, ogni santissima notte, una garanzia per chiunque lo conosca. Di poche parole, si limita a qualche raro gesto del capo per dire ‘si’ oppure ‘no’.

ZZu Orazio - Acitrezza

Zzu Orazio - Mercato Ittico Acitrezza

Tratta tutti con la stessa brusca cortesia, i ragazzi usciti dalla discoteca per consumare il rito della granita, come i pescatori ancora sporchi di sangue del pesce che hanno spezzettato in tranci.

La granita ha il sapore di quella che i siciliani adulti mangiavano da bambini. La granita delle “lape”, che giravano e girano ancora suonando il fischietto per annunciarsi, e riponendo le granite nei “panari” calati dai balconi.

I gusti migliori sono gelsi e limone, l’orario preferibile le 3:00 del mattino, quando al mercato arriva il pesce migliore e le briosce servite dallo Zu Orazio sono ancora calde.

GUSTI CONSIGLIATI: limone, gelsi

Zzu Orazio – la notte al mercato ittico di Acitrezza (CT), di giorno in via Livorno all’altezza del civico 43, Acutezza (CT)

#16 DODDIS – MESSINA ()

Dodds Messina

Da Doddis i messinesi consumano la granita come momento di pausa conviviale. L’odore penetrante dei mobili in noce porta indietro nel tempo, complice l’atmosfera della sala interna che ricorda le pasticcerie francesi.

Doddis - Messina

La granita è preparata e servita con attenzione certosina. Quella al caffè, sulla cui panna vengono adagiati uno per uno i chicchi di caffè, colpisce per le sfumature del colore.

Un aspetto impeccabile che vale a questa granita il titolo di “mezza con panna” migliore di Messina.

Granita caffè e panna - Doddis - MessinaDoddis Granita al CaffèCaffè con panna Doddis

GUSTI CONSIGLIATI: fragola con panna, caffe con panna

Doddis – Via Giuseppe Garibaldi n.414, Messina

#15 IL TUO GELATO 2 – MARZAMEMI (SR)

Due fratelli appassionati di gelato e granite. Una gelateria più micro che mini, ben inserita nel paesaggio della piazza di Marzamemi, luogo dalla bellezza struggente non ancora sopraffatto dai turisti.

Il tuo gelato 2 - MarzamemiIl tuo gelato 2 MArzamemi

La granita non è di quelle istintive, anzi, i due fratelli studiano in continuazione il modo di renderla migliore.

Granita - Il tuo gelato 2 - MArzamemiBrioscia - MArzmamemi - Il tuo gelato 2

Strappiamo la promessa di un impegno maggiore anche per la brioscia, rotonda, senza tuppo, ma meno morbida di quanto ci si aspetta guardandola.

Marzamemi

GUSTI CONSIGLIATI: fragola e limone

Il tuo gelato 2 – Via Letizia n.7, Marzamemi (SR)

#14 BAMBAR – TAORMINA

Rosario Bambara, in arte Saretto, non passa inosservato. Né il locale, né lui, né tantomeno le sue granite.

Bambar TaorminaBambar Taormina

La rappresentazione della Sicilia inscenata dal Bam Bar di Taormina, dove tutto è carico come in un grande e variopinto carretto siciliano, è ormai nota.

Sullo sfondo delle maioliche colorate, idolo dei turisti che lo amano smodatamente, “Saretto” sembra il monopolista delle granite.

Bambar Taormina

Una molla più che un uomo: serve ai tavoli mentre rimprovera teatralmente un dipendente che non tiene il passo, poi snocciola le 24 diverse granite passando dall’idioma cinese, a quello turco o al giapponese.

Intanto nel micro laboratorio si preparano granite in continuazione, di tutti i gusti, che nonostante ricordino dei buoni frullati, sanno accontentare non solo i turisti, ma anche i siciliani.

GUSTI CONSIGLIATI: kiwi

BAMBAR – Via Giovanni di Giovanni n.45, Taormina (ME)

#13 CAFFE SICILIA – NOTO (SR)

Il caffè nella strada principale della città, protetta dall’Unesco, a pochi passi dal Duomo dorato, è proprietà di Corrado Assenza, mostro sacro della pasticceria siciliana, e della sua famiglia.

Eppure il Caffe Sicilia, a Noto, resta una pasticceria di nicchia, come di nicchia è la sua granita.

Caffè Sicilia - NotoCaffè Sicilia - Noto

E’ un fatto a sé, con regole proprie, servita in piccole ciotole di porcellana bianca, rigorosamente monogusto.

Caffè Sicilia - NotoCaffè Sicilia - NotoCaffè Sicilia - NotoCaffè Sicilia - Noto

Corrado Assenza sottrae il ridondante della pasticceria isolana lasciando spazio al gusto naturale, al sapore di ciò che è: mandorla di Noto, arancia rossa di Sicilia, caffè espresso.

Se il miracolo della granita siciliana è di rinfrescare e allo stesso tempo arricriàre (ricreare, rigenerare) questa rinfresca soltanto, finisce per somigliare al sorbetto.

La panna, molto buona, viene preparata con latte di pecora, mentre la brioscia dalle forme imperfette, di grande sostanza, è il completamento ideale per questa granita.

Granita fragola e pomodoro - Caffè Sicilia - Noto

GUSTI CONSIGLIATI: fragola e pomodoro

Caffe Sicilia – Corso Vittorio Emanuele n.125, Noto (SR)

#12 BAR TORINO – MESSINA

A Messina, il rito della granita prevede anche il consumo in piedi, magari davanti al bancone. In particolare quando le granite sono leggere e finiscono presto come al bar Torino.

Aiuta molto la panna, eterea e francamente irresistibile.

Il rito si consuma nel bar di corso Cavour, che quest’anno festeggia i 50 anni di attività, dove la signora Marzullo, moglie del titolare, s’impegna senza sosta con la fierezza e l’orgoglio tipici dei messinesi.

Il locale di dimensioni contenute deve il nome alla passione calcistica del padre del titolare, noto ai più come signor Torino.

Bar Torino Messina

Il bancone del bar alterna le granite al mezzofreddo (caffe) macchiato.

GUSTI CONSIGLIATI: nemmeno a dirlo: caffè con panna

Bar Torino – Corso Cavour n.153 , Messina

#11 BAR DE LUCA – BRIGA MARINA (ME)

A pochi chilometri da Messina, la gelateria colpisce per il grande bancone, capace di secretare i gusti in una serie infinita di pozzetti.

Bar De Luca - Briga Marina

Il bar De Luca, amato da intenditori siciliani e non, occupa con i suoi tavolini una piccola piazza in questi giorni di fine luglio bardata a festa.

La cornice non è certo delle più spettacolari.

Eppure qui vengono da tutte le parti in qualsiasi periodo dell’anno per gustare una granita come si deve: a renderla speciale sono soprattutto gli ingredienti, come dimostrano le fragoline di bosco da accompagnare con la panna.

Bar De Luca - Briga MarinaBar De Luca - Briga Marina

A parte le regine delle granite, fragola, mandorla e caffè, colpiscono gusti come la banana, ma più per la stranezza che per il sapore.

GUSTI CONSIGLIATI: fragole e fragoline

Bar De Luca – Via Nazionale n.208, Briga Marina, (ME)

[CREDIT – FOTO ALFIO BONINA]

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Le migliori 50 granite siciliane del 2017: da 10 a 1

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Dopo aver condiviso le posizioni dal numero 50 al 31, e dal numero 30 all’11, siamo pronti a scoprire la top ten.

Sapore, naturalezza, consistenza e grado di sicilianità sono i criteri impiegati per compilare la classifica delle 50 migliori granite siciliane del 2017.

Se non siete ancora stati in Sicilia, ma contate di rimediare prima possibile, questi post vi torneranno utili. Scoprirete la complessità della granita, e allo stesso tempo la contagiosa semplicità di chi la prepara.

#10 PASTICCERIA RUSSO – SANTA VENERINA (CT)

pasticceria russo, ingresso barGranita mandorla - Fratelli Russo

Per trovare buone granite, espressione di arte gelatiera di prim’ordine –non dite di no, in Sicilia potrebbero offendersi–, è soprattutto alla provincia che bisogna guardare.

Acireale l’abbiamo già detta. Ma pure Santa Venerina, con le strade profumate da mosto cotto, canditi, chiodi di garofano, mandorle e liquirizia della Pasticceria Fratelli Russo, gestita da Anna, Salvatore e Maria Nevia.

Fedeli alla ricetta originale dell’antica pasticceria celebrata pure da poeti e scrittori, si superano nella granita ai gelsi, grazie all’intensità dei frutti raccolti sulle pendici dell’Etna. In evidenza poi le mandorle, sempre magnificamente lavorate.

Per una volta, non accompagnate la granita con la brioscia, il croissant al miele dell’Etna come lo fanno i fratelli Russo, nessun altro in Sicilia.

Granita mandorla - Fratelli RussoGranita mandorla - Fratelli Russo

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla con cornetto al miele

Pasticceria Russo Di Maria Nevia Russo & C – Via Vittorio Emanuele n.105, Santa Venerina (CT)

#9 BAR GIULIO – CAPO D’ORLANDO (ME)

Giulio

Chi sarà mai questo Giulio? Forse quel ragazzone alla cassa, che nasconde senza coprire del tutto le foto con Silvio Berlusconi? O il padre dalla risata aperta e contagiosa che entra e esce dal laboratorio in perenne t-shirt bianca?

In realtà lo sono entrambi, essendo Giulio il loro cognome.

Il bar pasticceria si trova in una traversa di Capo d’orlando, fuori uno spazio ombreggiato, all’interno l’ammaliante vetrina con le celebri palle del presidente, dedicate a Berlusconi.

Per i turisti che affollano le spiagge d’estate la granita è un vero antidoto contro il caldo, il primato spetta al gusto mandarino, del resto lo sappiamo che ci vogliono pazienza e ingredienti locali di prima scelta.

Tutto è perfetto: colore, consistenza e aroma.

Giulio
GUSTI CONSIGLIATI:

Bar Giulio – ,  Via Giovanni Amendola, 25 – Capo D’Orlano (ME)

#8 CAFFE CIPRIANI – ACIREALE (CT)

Cipriani è il vanto degli acesi. Ne seguono le vicende come se avessero legami di sangue.

Sarà perché oltre al palato delizia anche l’occhio, situato com’è proprio di fronte la basilica di San Sebastiano, che è un vero trionfo del barocco siciliano.

Gustare una granita a un tavolino di questo bar e lasciarsi abbagliare dalla bellezza della facciata della chiesa dedicata al compatrono di Acireale, è un tutt’uno sconvolgente. Specie se quella granita è ai gelsi.

Chiesa San Sebastiano AcirealeCafe Cipriani - AcirealeGranita gelsi - Cipriani

Il colore è purezza, e al pari della consistenza che s’avvicina alla perfezione assoluta, rende la granita così desiderabile che viene voglia di prenderla a morsi.

La brioscia fa la sua parte.

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi

Cafffe Cipriani – ,  Piazza Leonardo Vigo n.3 – Acireale (CT)

#7 BAR NOVIZIATO – MESSINA

Le granite si vedono uscire da una finestrella del piccolo chiosco nella parte alta di Messina, al termine di una curva con scorcio mozzafiato su Sicilia e Calabria.

Se alla giovane titolare, che ha ereditato il posto dalla famiglia della madre, va il merito delle migliori granite di gelsi di tutta Messina, a porgerle ai clienti del bar Noviziato è il pacifico signor Quattrocchi, per nulla preoccupato dalla folla di clienti.

Si ha sempre la sensazione che stia per dire qualcosa d’importante ma poi si limita a esclamare “fragola e panna”, “gelsi e panna” e avanti un altro.

Bar Noviziato - Signor QuattrochiBar Noviziato - granita al caffeBar Noviziato - granita gelsiBar Noviziato - granita gelsi

Da provare tassativamente la panna, deliziosa, una vera rarità da queste parti, e i frutti che la guarniscono.

GUSTI CONSIGLIATI: Gelsi

Bar Noviziato – Viale Italia n.4 , Messina

#6 F.LLI PATANE’ – POZZILLO (CT)

La granita siciliana è una faccenda di famiglia. Spesso si parla di genitori e figli, il più delle volte di fratelli, mai di cognate.

Granita Fratelli Patanè - Pozzillo

Eppure sono loro il propulsore della F.lli Patanè, ogni giorno con i rispettivi mariti dietro lo stesso bancone. Tra malintesi, rospi inghiottiti, sguardi indispettiti, chiarimenti e improvvise intese, le vedi sempre pronte a evitare catastrofi e riportare il sereno.

L’espressione granita siciliana non significa nulla se non si è provata quella dei fratelli –e delle cognate– Patanè di Pozzillo, la provincia delle piscine naturali formate dal mare che s’interna da secoli.

Vi basta sapere che la granita ai gelsi si consuma di fronte l’albero da cui vengono colti?

Protagonista della granita di limone è unicamente il verdello, più adatto alla granita del limone giallo che facilmente potrebbe ossidarsi durante la lavorazione. Da queste parti abbonda ma resta costoso, lo usa soltanto chi vuole fare la differenza.

Granita Fratelli Patanè - PozzilloGranita Fratelli Patanè - PozzilloGranita Fratelli Patanè - PozzilloGranita Fratelli Patanè - PozzilloBrioscia Fratelli Patanè - Pozzillo

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi

Bar Fratelli Patanè – Via Chiusa degli Ulivi n.67, Pozzillo (frazione di Acireale (CT))

#5 BAR ALECCI – GRAVINA DI CATANIA (CT)

Un baluardo contro la granita che perde morbidezza, sapore, profumi, trasformandosi in un prodotto sempre più simile a una “granatina” o, peggio, a una “grattachecca” romana.

Ecco cos’è il signor Alecci, che con l’aiuto dei tre figli, due maschi e una femmina –luce dei suoi occhi– gestisce questo locale senza pretese, una veranda su una strada molto trafficata, annunciata da una vecchia cinquecento color crema.

Siamo a Gravina, piccolo paese un tempo terra di agrumi, ormai inglobato nella città etnea come un normale quartiere.

Allora, perché vengono qui da tutte le parti? Innanzitutto, come dice Alecci, perché nonostante abbia solo la terza media è “il numero uno nella ristorazione”.

 

Bar Alecci -Bar Alecci - Granita GelsiBar Alecci - Briosce

Della ristorazione non sappiamo, ma della granita al pistacchio senza discussioni, cremosa e con tanto di pistacchi interi, e poi di fragola o di gelsi.

Affollato durante la stagione estiva a causa di questi manufatti meravigliosi, invade la via intera con il profumo delle briosce in perfetto stile catanese, con il tuppo enorme.

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi, pistacchio

Bar Alecci – Via Antonio Gramsci n.62, Gravina di Catania (CT)

#4 BAR MUSUMECI – RANDAZZO (CT)

Si scrive ancora Santo Musumeci, in onore a un autentico maestro di pasticceria, ma si legge sempre più Giovanna Musumeci, che di Santo è la figlia.

Ci troviamo nell’unico locale di questa top ten noto tra i mostri sacri del gelato artigianale italiano, quest’anno al numero 22 della classifica di Dissapore. Santo e Giovanna Musumeci tengono alto il buon nome del gelato siciliano nel continente.

Ma a completare le proposte oltre alla pasticceria e all’ottima gelateria, non si possono tralasciare le granite. La combinazione brioscia calda – granita al pistacchio è da svenimento.

Giovanna Musumeci

Giovanna, viso da simpaticona, chiacchiera a mitragliatrice, è un’infaticabile ricercatrice dei prodotti migliori che l’Etna abbia da offrire. E’ ossessionata dall’idea di una granita dove tutto il sapore sia estrapolato dalla frutta, e dalla frutta provenga più dolcezza possibile. Così, più gli anni passano, più nella sua granita lo zucchero va giù.

Incredibile la sua “Mastrantonia”, granita che prepara solo nel mese di giugno, periodo di maturazione di queste ciliegie, le più ghiotte, corpose e come si dice da queste parti “cadduse” del vulcano. Voi compilatori di top ten delle cose-da-provare-una-volta-nella-vita ricordatevene.

Anche per questa meraviglia conquista la posizione numero 4 della nostra classifica.

Granita mastrantonia - Bar MusumeciGranita MAstrantonia - Bar MusumeciBrioscia - Bar Musumeci

GUSTI CONSIGLIATI: ciliegia mastrantonia

Bar Musumeci – Piazza Santa Maria n.5, Randazzo (CT)

#3 BAR LA TIMPA – SANTA MARIA LA SCALA | ACIREALE (CT)

Bar La Timpa

La ‘ranita alla mantola‘ della zia Tanina ha il sapore delle mandorle vere e non, come accade nella maggior parte dei bar, di “orzata” o, peggio ancora, di “Coccoina”, quella colla in pasta che si utilizzava anni fa e che odorava di mandorle amare.

Non sappiamo quanto zucchero ci metta, né la quantità di acqua, ma di frutta ne usa un cesto, di quello bello grande, e si sente benissimo nella granita. Di pesca in particolare.

Un semplice bar trattoria che più anonimo non si potrebbe, in una microscopica frazione di Acireale sotto la “timpa”, il costone lavico dalla natura selvaggia, incantevole e silenziosa.

Tutto è preparato a mano da questa donna siciliana d’altri tempi, non usa nessun macchinario, neanche lo spremiagrumi per il limone.

Avvertenze prima dell’uso:

1) Solo bicchieri di carta, raramente di vetro, come se il sapore vero non avesse bisogno di materiali importanti;

2) Vi aspettate la panna ad arricchire le granite? Ad Acireale! Le granite della zia Tanina non ne hanno di bisogno (ed è vero);

3) Le granite vanno a ruba e spesso mancano le brioche ma provatele con il pane di casa e non tornerete più indietro;

4) Se trovate il pavimento bagnato, abbiate l’accortezza di aspettare che si asciughi. Non fate i permalosi né gli spiritosi, avete di fronte una siciliana di grande intelligenza, dalla battuta salace e pronta.

Granita Zia Tanina

GUSTI CONSIGLIATI: che gli dei vi assistano facendovi arrivare nell’unico giorno dell’anno in cui la zia Tanina prepara la granita alla mela verde

Bar La Timpa – Via Tocco n.37, Santa Maria la Scala (CT)

#2 BAR EDEN – MESSINA

Una vecchia conoscenza dei lettori di dissapore, come testimoniano i tanti articoli orgogliosamente esposti nella bacheca del locale.

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

Per arrivare dovete costeggiare tutto il litorale dello Stretto, una buona occasione per osservare la pesca, le Spadare, la raccolta delle cozze.

Riconoscete il piccolo cancello che fa da ingresso al cortile dalla quantità di giovani in costume e infradito, seduti al tavolo o in attesa alla cassa.

Il Bar Eden, un posto fantastico in cui ogni gusto di granita rasenta la perfezione, in particolare caffè e fichi, per tacere di che meraviglia assoluta sia la panna montata, arriva in vetta alla top ten nonostante l’apertura limitata alla bella stagione.

Fregatevene, e fate attenzione se arrivate intorno alle 18, quando dal forno esce la brioscia calda e fragrante, l’appetito si fa incontrollato.

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

GUSTI CONSIGLIATI: pesca

Bar Eden – Via III Palazzo n.3, Messina

#1 BAR FIUMARA GIOVANNI – VILLAFRANCA TIRRENA (ME)

Se si è determinati nel cercare la granita siciliana migliore che ci sia basta non scoraggiarsi. Bisogna saperli trovare i posti giusti. Magari cercando tra quelli improbabili, dove apparenza e gastrofighetti non entrano neanche di striscio.

Tutte queste belle parole conducono al nome di Sebastiano Fiumara, impenitente maestro della granita del bar Fiumara Giovanni, a Villafranca Tirrena.

Eccolo è lui, nato col sorriso.

Bar Fiumara - Villafranca MessinaBar Fiumara - Villafranca MessinaBar Fiumara - Villafranca Messina

Bar Fiumara - Villafranca MessinaBar Fiumara - Villafranca MessinaBar Fiumara - Villafranca Messina

Il suo locale esteriormente è senza infamia e senza lode. Così anche le sue giornate, trascorse a cercare ingredienti migliori per le sue granite, arricchite di un concentrato di passione, storia e tradizione che non si esibiscono con le parole ma solo con il gusto e l’aspetto.

Fiumara lavora duro per mantenere ricette e manufattura, continuando a produrre altre specialità della casa, come “la mattonella” da mangiare con la paletta: fuori gelato gianduia, dentro semifreddo.

Le granite sono di una freschezza difficilmente raccontabile, proposte in un numero contenuto di gusti, dai gelsi alla fragola, dal cioccolato al caffè, dal limone alla pesca.

Da mitizzare la brioscia morbida, degno companatico per la granita dell’anno.

GUSTI CONSIGLIATI: caffe con panna, gelsi

Bar Fiumara Giovanni – Via Antonello da Messina n.12, Villafranca Tirrena (ME)

[CREDIT – FOTO ALFIO BONINA]

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Le migliori 50 granite siciliane del 2017

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Anno di grazia 2017: Dissapore presenta per la prima volta la sua classifica delle 50 migliori granite siciliane dell’anno divisa in tre post:

Le migliori 50 granite siciliane del 2017: da 50 a 31

Le migliori 50 granite siciliane del 2017: da 30 a 11

Le migliori 50 granite siciliane del 2017: da 10 a 1

Tutto bene, stima e citazioni a pacchi, al solito molto attiva l’informazione locale. Spicca tra gli altri il post pubblicato dal Comune di Villafranca Tirrena (Me) sulla sua pagina Facebook: Villafranca è l’amena località in provincia di Messina dove si trova il bar Fiumara, numero 1 della nostra classifica.


Non sono pochi i lettori che preferiscono compulsare la classifica in un unico post invece che in 3, e chi siamo in fondo noi per non accogliere il loro grido di aiuto?

Ecco allora “Le migliori 50 granite siciliane del 2017” in tutta la loro voluminosa ma ininterrotta interezza.

P.S. Ricordatevi che nel 2016 c’erano state le 10 migliori granite siciliane di CataniaMessina e del Resto dell’Isola, senza dimenticare i criteri di selezione della classifica.

#50 BAR VITELLI – SAVOCA

Curve e tornanti, salendo da Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina, portano dal mare a Savoca, borgo ideale della Sicilia bucolica e silenziosa.

Savoca - Messina

Luogo perfetto per ambientazioni coppola e lupara, il locale diventa bar Vitelli quando Francis Ford Coppola lo sceglie per girare una scena memorabile de “Il Padrino”.

Bar Vitelli - Savoca (ME)Bar Vitelli - Savoca (ME)

Oggi, con buona pace di chi s’indigna per certi tipi di turismo, frotte di croceristi si spingono fin qui solo per rivivere quelle scene. Arrivando troviamo un matrimonio nella piazzola di fronte, non ci crederete ma è davvero in stile Padrino.

All’interno immagini e oggetti provenienti dal backstage del film tanto osannato. Il turismo mordi e fuggi prevale, come dimostra l’accoglienza silenziosa e accigliata.

La granita migliore, inventata dalla zia defunta degli attuali proprietari, è quella al limone con zibibbo. Ideale per chi ama il dolce su dolce, con pochi sprazzi di aspro.

Bar Vitelli - Savoca (ME)

GUSTO CONSIGLIATO: limone e zibibbo

Bar Vitelli – Piazza Fossia 7 Savoca (ME)

#49 COLICCHIA – TRAPANI

Granulosità che rientra appena nei limiti per la granita di questa nota pasticceria del centro storico di Trapani, profumata di mandorle. Ma è comunque da premiare per il livello degli ingredienti impiegati.

Colicchia - TrapaniColicchia - Trapani

Il gusto gelsomino è una specialità molto amata nel trapanese, dove prende il nome di scorzonera.

Assaggiarlo significa portare al palato i profumi del fiore, per questo, per non compromettere il sapore, vi consigliamo di consumarlo da solo, senza la brioscia.

Colicchia - Trapani

Lui, il signor Colicchia, sempre alla cassa, è circondato dai ragazzi che servono ai tavoli. Giovanile malgrado l’età, è ancora multitasking: mentre chiacchiera amabile con un cliente prepara il conto per un altro. Sempre diretto e senza peli sulla lingua, non conosce convenevoli, nemmeno quando servirebbero.

GUSTO CONSIGLIATO: gelsomino

Colicchia – Via delle Arti nn.6/8, Trapani

#48 CAFFE CONCORDIA – AGRIGENTO

In piazza Pirandello, in un locale elegante e minuto accanto alla struttura composta da Municipio e chiesa del Rosario, proprio di fronte al museo archeologico, si trova la granita che –vox populi– è la migliore di Agrigento.

Caffe concordia - Agrigento

Corposa e ossequiosa dello stile siculo, giganteggia nella versione al pistacchio e alla mandorla. Buone anche le brioscia, dalla forma rivedibile.

GUSTO CONSIGLIATO: mandorla

Caffè Concordia – Piazza Pirandello n.36, Agrigento

#47 CAFFE ROMA – SCIACCA (AG)

Ci sono posti che restano immutati, e immutate sono le granite, anzi, la granita: quella al limone.

Perché lui, lo zio Aurelio, rifiuta di preparare altri gusti da cinquant’anni, da quando ancora doveva trovare una brava ragazza da sposare, la stessa che oggi –diventata sua moglie– ne condivide mille ricordi, come quello sulle granite servite per nove mesi a donne incinte.

Aurelio Licata - Bar Roma - Sciacca

Aurelio Licata - Sciacca - Granita limone

Nel suo bar, in stile Vecchia Sicilia, i nasi degli avventori impregnati dall’odore di pesce del porto di Sciacca, si prendono la doverosa pausa.

La granita al limone fatta ancora con i verdelli di Menfi avrebbe guadagnato un posto in più se fosse stata meno aspra.

#46 GELATERIA LIPAROTI – TRAPANI

Presente nella classifica delle 100 migliori d’Italia Dissapore, la gelateria di Maurizio Liparoti non poteva mancare in questa classifica.

Ma il gelato non è la granita, e questa volta si ritrova più distante dal podio.

Liparoti - TrapaniLiparoti - Trapani

Siamo nel centro di Trapani vecchia, proprio di fronte al mare. Dietro la semplicità di questa granita si nascondono impegno e una lavorazione non semplice.

Tra i migliori gusti la pesca unita al nero d’Avola, in un binomio goloso sulla carta, ma che non esprime ancora tutte le potenzialità.

Liparoti - Trapani

Si scioglie un po’ troppo rapidamente, però resta nelle retrovie della classifica a causa della panna congelata. Impresentabile in un posto notevole come questo.

GUSTO CONSIGLIATO: pesca e nero d’Avola

Gelateria Liparoti – Viale delle Sirene n.21, Trapani

#45 PASTICCERIA AMBRA – TREMESTIERI ETNEO (CT)

Ogni zona che si rispetti a Catania, ha il suo laboratorio pasticceria che, attenzione, non è la classica pasticceria, in quanto privo di bar e di tavolini per consumare un caffè.

Pasticceria Ambra - Catania

Quello di Canalicchio, grande quartiere catanese nonché zona di passaggio, è Ambra, il posto in cui i residenti della zona prendono una granita da portar via o da consumare nell’unico tavolino all’esterno

Pasticceria Ambra - Catania

Granita gelsi - Pasticceria Ambra - Catania

GUSTO CONSIGLIATO: mandorla

Ambra – Via Nuova Luce n.16, Tremestieri Etneo (CT)

#44 BAR DI PERRI – ROMETTA (ME)

Il grande Bar di Perri te lo immagini affollato di giovani vacanzieri, invece quando arriviamo a Rometta, tipico paese di mare della fascia tirrenica, è l’ora della siesta, nel paese bollente s’incontra giusto qualche temerario in bicicletta.

Bar di Perri - Rometta MareaBar di Perri - Granita albicocca

Molto apprezzato in zona per le granite, propone briosce anche in formato maxi, per 3 o 4 persone. Tra i gusti da provare spicca l’albicocca.

GUSTI CONSIGLIATI: albicocca

Bar di Perri – Via Mezzasalma n.24, Rometta Marea, (ME)

#43 C&G – CATANIA

Cioccolato, gelato, e pure granita, ovviamente al cioccolato. In piazza Abramo Lincoln, zona centrale di Catania, il locale, benché di recente apertura, è stato rivisto grazie a un ambiente moderno e spazioso, dominato dal bianco e nero e dal marchio, fin troppo invadente.

C&G - CataniaGranita al cioccolato - C&G - Catania

La presentazione della granita è scenografica ma perde un punto a causa del cioccolato –tu quoque– dal sapore fin troppo deciso, che stanca dopo i primi cucchiaini. Meglio ripiegare su altri gusti.

GUSTO CONSIGLIATO: mandorla

C&G – Piazza Abramo Lincoln, Catania

#42 EL CUBANO – FONTANE BIANCHE (SR)

Passando per Fontane Bianche, frequentata zona balneare del siracusano, spaventose costruzioni degli anni Ottanta precedono l’arrivo a El cubano, un paradiso per i turisti desiderosi di sfuggire alla canicola estiva che a queste latitudini entra nei polmoni insieme all’odore di bruciato.

La caratteristica del bar, gestito da oltre quarant’anni anni da due fratelli che più diversi non potrebbero essere, è la varietà dei gusti.

El Cubano

Quando a far da cavia erano i professionisti del luogo, che con i loro assaggi decretavano il successo o la morte dei nuovi gusti di granita, primeggiava l’ananas. Come oggi del resto.

La brioscia, come spesso capita nel siracusano, è spolverata con dello zucchero a velo, accorgimento mal visto da messinesi e catanesi.

Brioscia - El CubanoGranita El Cubano

GUSTI CONSIGLIATI: Ananas, cioccolato

El Cubano – Viale dei Lidi n.309, Fontane Bianche (SR)

#41 BAR MESSINA STELLARIO – MESSINA

Non sei un messinese se non hai il tuo ritrovo prediletto, e noi parliamo di granite, ovviamente. Anzi, i cittadini dello Stretto sono veri partigiani della granita. Particolarmente accaniti quelli di Stellario, che riesce a distinguersi anche in una strada ad alta concentrazione di pasticcerie.

Bar Stellario - MessinaBar Stellario - Messina

Tutto scorre velocemente nel bar, soprattutto le granite, polverizzate in pochi secondi.

Granita fragola - Bar Stellario - MessinaGranita fragola - Bar Stellario - Messina

GUSTO CONSIGLIATO: fragola con panna

Bar Messina Stellario – via Consolare Pompea, Piano Chiesa n.6, Messina

#40 VIA POLICASTRO – CATANIA

Come fanno tre fratelli non più giovani a lavorare ogni santo giorno nello stesso laboratorio da quarant’anni? Hanno imposto una regola alle consorti: “non mettete piede in laboratorio, solo così regnerà la pace”.

Venite pure, ripetono in coro, ma solo per mangiare la granita.

Via Policastro - CataniaVia Policastro - Catania

Non è maschilismo ma praticità, e comunque così i tre fratelli Calogero, figli d’arte, gestiscono l’omonima gelateria nota a Catania come via Policastro, dalla strada in cui si trova. Il quartiere è il popolare Picanello.

Niente servizio ai tavoli, sistemati su di uno stretto marciapiedi, per la granita semplice e buona, ricevuta dagli avventori nei bicchieri di plastica avvolti dal classico tovagliolo di carta per non ghiacciare le le mani.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla e limone

Gelateria Calogero – Via Policastro n.29 CATANIA

#39 PASTICCERIA CAMPIDOGLIO – SANT’AGATA MILITELLO (ME)

Un locale di pregio il bar Campidoglio, appiattito da una ristrutturazione anonima. Ricordavamo un’altra ricercatezza, una diversa cura dei particolari.

Bar Campidoglio

L’ex titolare, ormai ultraottantenne, autore di una panna capolavoro che smuove i siciliani per chilometri, ha lasciato l’attività ai figli.

Ma non riuscendo a separarsi dalla sua creatura, s’impone ostinatamente al centro dell’attenzione.

Padri e Figli - CampidoglioPadri e Figli - Campidoglio

Una garanzia per qualche avventore, e un limite secondo altri, perché lo spazio che resta ai nuovi gestori per scrivere la loro parte di storia del locale di Sant’Agata Militello è poco.

Ad ogni modo, promuoviamo a pieni voti la scelta di separare i gusti fragole e fragole di bosco, in barba alla teoria secondo cui la granita alla fragola andrebbe preparata per metà con le prime e per metà con le altre.

Qualche difettuccio nell’amalgama degli ingredienti evidenzia il fatto che ci stiamo allontanando dalla Sicilia Orientale. Per contro, niente difetti nella qualità della frutta e nel punto di maturazione. La panna, da sola, continua a valere il viaggio.

GUSTI CONSIGLIATI: fragole e fragole di bosco, con panna

Pasticceria Campidoglio – Via Campidoglio n.25 Sant’Agata Militello (ME)

#38 BAR AL SAN DOMENICO – ACIREALE (CT)

Magnifiche nelle loro facciate settecentesche, non c’è chiesa ad Acireale che non sia ambita per celebrare un matrimonio, da residenti e non.

Non fa eccezione la chiesa di piazza San Domenico, di fronte al piccolo bar omonimo, noto per la granita alla mandorla araba, con l’anice stellato che la rende più fresca e la sicilianissima spolverata di cannella.

Granita San Domenico

La piazza, quasi sempre ventosa, si presta molto a un momento di relax nelle ore più calde della giornata.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla araba, pesca

Pasticceria Bar Al San Domenico – Piazza San Domenico, Acireale (CT)

#37 SAVIA – CATANIA

Al centro di via Etnea, Savia, la più rinomata pasticceria di Catania, continua a far discutere.

Per molti la granita non è più quella di una volta. Per altri potrebbe dare di più perché la storia di Savia merita comunque il meglio.

Pasticceria SaviaPasticceria Savia

Noi notiamo che la granita al gusto fragola, con le fragoline di bosco, accompagnata da una panna al di sopra della media catanese, resta impeccabile.

La brioscia è l’unica di questa classifica decorata con zucchero semolato, scelta insolita che a Catania di solito accomuna i panifici.

Pasticceria SaviaPasticceria Savia

Nel periodo estivo si corre il rischio di fare un viaggio a vuoto per l’inusitata chiusura del locale a metà tra giugno e luglio.

GUSTI CONSIGLIATI: fragola e fragoline

Savia – Via Etnea, Catania

36# CAFFE FLORIO – LICATA (AG)

Testimonial eccellente della granita di questo piccolo bar di Licata è Pino Cuttaia, chef de La Madia, che proprio al Bar Florio, posto di fronte al suo ristorante due stelle Michelin da poco ristrutturato, fa colazione ogni mattina con granita al limone e brioscia.

Bar Florio - Licata

Gli ingredienti genuini e il garbo delizioso dei titolari ne fanno una tappa imperdibile per chi dovesse passare da Licata. Consigliata la granita di limone, specialità della casa dal 1952, e quella ai gelsi.

Granita Bar Florio - LicataGranita Bar Florio - Licata

GUSTI CONSIGLIATI: limone

CAFFE FLORIO – Licata (AG)

#35 BAR KENNEDY – SIRACUSA

Non esiste città senza una via Kennedy, e non esiste via Kennedy senza un omonimo Bar. Ma a Siracusa la famiglia che gestisce il posto, sembra essere legata al sempre compianto presidente americano da profonda devozione.

Bar Kennedy Siracusa

Il locale è piccolo e insolito, sviluppato in lunghezza, attraversato da un viavai di persone che consumano quantità industriali di votavota, ammucchiati in vetrina uno sopra l’altro.

Si tratta di un impasto salato tipico del siracusano, ripieno delle più varie prelibatezze e ripiegato su di sé.

Siamo combattuti, è ora di pranzo, astenersi è difficile ma dobbiamo provare le granite.

Non rimpiangiamo la scelta, grazie soprattutto alla brioscia meravigliosa, che non ha il tuppo, cioè il cappello, ma una forma allungata. Tra le migliori mai provate nell’impasto, nella lievitazione e nel profumo.

Bar Kennedy Siracusa
GUSTI CONSIGLIATI: limone e….votavota (ne prendiamo un paio dopo le granite)

Bar Kennedy – Via Tisia n.140, Siracusa

#34 PASTICCERIA RIZZO – SIRACUSA

Svoltando l’angolo dal bar Kennedy si arriva alla Pasticceria Rizzo, tutt’altro tipo di locale, dove ci si vuole ingraziare i clienti della Siracusa dabbene, specie le signore dedite al rito dell’aperitivo.

Bar Rizzo Siracusa

La pasticceria è nota nella zona perché fornisce dolci ai banchetti, ma la nostra attenzione è catturata soprattutto da una possibilità, accompagnare la granita con una prelibatezza unica: la brioscia mandorlata.

Brioscia mandorlata - Bar Rizzo SiracusaBar Rizzo Siracusa

Ricoperta da una glassa di mandorle, stile colomba di Pasqua, è incredibilmente fragrante, nel sapore ricorda una meringa da stella. Si mangia con la granita alla mandorle, è tassativo.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla accompagnata da brioscia mandorlata

Pasticceria Rizzo – Via Polibio 78, Siracusa

#33 PASTICCERIA QUARANTA – CATANIA

Ognina, lungomare di Catania, la scogliera su cui Ulisse approdò sospinto dal dio Eolo. Nei decenni scorsi zona balneare per i catanesi doc che affollavano i Bagni Ulisse e il lido Longobardo.

Oggi è un porticciolo turistico protetto dalla chiesa dedicata a ‘La Bambina’, ma resta uno dei luoghi più affascinanti e poetici della Sicilia, che preannuncia la bellezza e l’atmosfera di Acitrezza e Acicastello.

Bar Quaranta - Ognina

La pasticceria Quaranta consente agli occhia di appropriarsi dello spettacolo, proponendo la granita come momento di relax, che spezza la routine cittadina e fa sentire in vacanza anche nelle belle giornate autunnali.

Bar Quaranta - OgninaBar Quaranta - Ognina

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi

Pasticceria Quaranta – Piazza Mancini Battaglia n.17, Catania

#32 AL PORTICO – CARRUBA (CT)

Da Acireale a Giarre, prendendo la strada interna, si susseguono minuscole frazioni accumunate da un vezzo particolare: tirar fuori da ogni prodotto una sagra.

Così, attraversandole, colpiscono i manifesti che nel giro di venti metri propongono, uno dopo l’altro: sagra del pesce spada, del tonno bianco, dei maccheroni di casa o del pane condito.

Spingendosi più in là verso Riposto tanti piccoli agrumeti si mimetizzano con le maestose piante da vivaio nella frazione di Carruba.

Nuovo Caffe al Portico - Giarre

In una di queste piazze si trova “Al Portico” famoso per gli arancini al burro e al ragù fritti al momento.

All’interno domina il bancone illuminato da lunghi cilindri contemporanei. Giovane è anche la conduzione.

Al Portico - Carruba

Granita mandorla - Al Portico - Carruba

Tra tutti i gusti spicca e conquista la classifica di Dissapore la granita alle mandorle, pelate e poi raffinate con lo zucchero per farne sentire meglio la presenza e concedere il piacere di mordicchiare il frutto secco.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla

Nuovo Caffe Al Portico – Piazza San Martino 1, Carruba (CT)

#31 BAR KENNEDY – ACIREALE (CT)

Bar Kennedy - Acireale

Ancora Acireale. Questa volta siamo in una zona meno nobile e barocca della città, ma moderna e frequentata da molti giovani, che di sera si ritrovano nella piazzola per un panino mordi e fuggi.

Granita gelsi - Bar Kennedy - Acireale

Sarà per questo, o per la verde età del titolare, che il bar Kennedy è stracolmo di ragazzi innamorati della granita dalla consistenza piena, tipica di quelle acesi, perfino troppo cremosa nel gusto al pistacchio.

Granita gelsi - Bar Kennedy - Acireale

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla, gelsi

Bar Kennedy – Via John Fitzgerald Kennedy n.39L, Acireale (CT)

 

#30 BAR PRINCIOTTA – BRUCOLI (SR)

Tipico baretto datato e improbabile in cui entrando rischi di trovare la granita al limone della vita. Con i frutti al giusto punto di maturazione e una lunga storia alle spalle.

Bar Princiotta

Tutt’intorno accese sfide a carte e qualche bicchiere di granita sui tavoli per combattere afa e canicola.

Bar Princiotta - Brucoli

La burbera signora Princiotta concede rare parole, anche il marito è taciturno, ma solo perché concentrato su un unico obiettivo: preparare le granite nella solitudine del suo laboratorio, senza distrazioni.

Signor Princiotta - Brucoli

Le briosce non hanno per niente un bell’aspetto, eppure il sapore sorprende, simile a un buon panino al latte.

GUSTO CONSIGLIATO: limone

Bar Princiotta – Via Libertà n.127, Brucoli (SR)

#29 U TEDESCO – MESSINA

Alcuni, sbagliando, potrebbero ritenere U Tedesco un venditore ambulante di granite. Ma il suo camioncino è fisso lì, con i tavoli che dal marciapiede sconfinano nella villetta vicina.

Il tedesco - Messina

Lui, incarnato chiaro e i famosi occhi azzurri che gli sono valsi il soprannome, tiene banco contraccambiando con spirito battute scherzose e sfottò. I tanti habitué neanche sotto tortura negherebbero che la sua granita è l’autentica messinese.

Il tedesco - Messina

C’è da dire che rispetto al passato la granita del Tedesco ha ritrovato la consistenza originale e autentica, meno cremosa, senza perdere un’oncia della sua prelibatezza. Prezzo al solito imbattibile: granita con panna e brioscia 1,50 euro.

GUSTI CONSIGLIATI: Caffè con panna, Cioccolato

U Tedesco – Viale Europa, Messina

#28 CONDORELLI – ACIREALE (CT)

La migliore granita di Catania? Ad Acireale, risponderebbero gli acesi, che verso il vicino capoluogo hanno sempre mostrato un senso di orgogliosa inferiorità, su tutto ma non sulla granita. In un paio di posti in particolare, da Cipriani o al bar Condorelli, che si contendono il primato della granita migliore di Acireale.

Condorelli, sempre affollato, perde qualche posizione per una proposta esagerata. Quei gusti sono troppi!

Granita mandorla e cannella - Condorelli - AcirealeGranita gelsi e panna - Condorelli - Acireale

Al netto di questo peccato veniale, il bar che si è inventato la granita tutto l’anno (prima si faceva solo in estate), dimostra di conoscere ancora le tecniche per produrre una vera delizia.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla e cannella

Bar Condorelli – Via Oreste Scionti n.26/28, Acireale (CT)

#27 EDEN BAR – ACITREZZA (CT)

Acitrezza: ideale campo neutro per giocare il derby tra Catania e Acireale, in palio l’attribuzione della migliore granita siciliana. Sì, ma dove?

L’Eden Bar è un buon compromesso, vista l’attitudine dei catanesi, inforcate le loro decappottabili, di sfilare verso il locale già a marzo, nei primi giorni di caldo estivo,

Eden Bar Acitrezza
La granita è meno morbida rispetto a quella di Acireale ma dal sapore altrettanto intenso.

E finalmente riusciamo a trovare una panna montata vellutata anche in provincia di Catania.

Eden Bar AcitrezzaGranita AcitrezzaEden Bar Acitrezza

Passando di notte dal paese sentirete il profumo delle bellissime briosce, che l’Eden Bar serve sempre calde, avvolgere le strade.

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi con panna

Eden Bar – Via Provinciale n.89, Acitrezza (CT)

#26 LITTLE ROBERT – GIARRE (CT)

A Giarre, nel quartiere “Funnacu Baruni” –il fondo (agricolo) del barone– al termine dlla via principale, c’è un chiosco in legno noto per una formidabile granita al limone verdello.

Vito è il titolare, orecchino a croce in bella mostra, classico sguardo di chi la sa lunga.

Little Robert

Alle pareti, un accostamento audace mette insieme immagini di Totò, Massimo Troisi e Bruce Lee. Coesistono non tanto per un vezzo artistico del proprietario, ma perché un ambulante li ha venduti in blocco, al buio, a cinquemila lire.

Little Robert

Se gli altri gusti non sono proprio indimenticabili, la granita al limone è perfetta nella sua totale e creativa imperfezione, arricchita dalle bucce del verdello che si raccoglie in zona da maggio a settembre.

Per accompagnarla è preferibile il panino alla brioscia.

Little RobertGranita Verdello - Little Robert

GUSTI CONSIGLIATI: limone

Chiosco Little Robert – Via Gallipoli n.2, Giarre (CT)

#25 SUD CAFE – BRUCOLI (SR)

Percorrendo la tranquilla strada principale di Brucoli, fin troppo ravvivata di sera dalla movida estiva, si arriva all’incantevole quadretto del Sud Cafè, sul mare, con tavoli e panche basse che quasi carezzano gli scogli.

Tutta una serie di ragazze, intente a misurare la loro bellezza, servono distratte ai tavoli.

Brucoli - Sud Cafe - GranitaBrucoli - Sud Cafe - Granita

La granita viene prodotta altrove, un’eccezione per la classifica di Dissapore, ma il livello è alto e certo non si può dire che il posto non sia affascinante.

Granita - Sud Cafe - Brucoli

Guardando avanti, senza volgere le spalle al mare, perdonerete anche la granita alcolica o la presentazione modaiola nei barattoli di vetro

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi, granita alcolica.

SUD Cafe – Via Libertà n.4, Brucoli (SR)

#24 PLAZA DEL SOL – PORTOPALO (SR)

Plaza del sol - Portopalo

Immagini bellissime, colori struggenti, ma prima di arrivare l’isola di Capo Passero ti presenta il conto.

A poche centinaia di metri dalla meta la strada è interrotta per il crollo di un ponte, si deve tornare indietro di parecchi chilometri e poi arrivarci affrontando un percorso più lungo.

A questo punto, capirete come la granita risulti ancora più piacevole. Nonostante l’insolita esposizione in vasca e non nei tradizionali pozzetti, la consistenza è perfetta.

Interessante la versione ai fichi, prodotta con i frutti dalla buccia nera, ben riconoscibili nel gusto e nel colore della polpa.

GUSTI CONSIGLIATI: fichi, pesca

Plaza del Sol – Via Scalo Mandria, Portogallo di Capopassero (SR)

#23 CAFFE EUROPA – CATANIA

BAR EUROPA - Catania

Caffe Europa e Caffè Epoca si sono contesi a lungo il ruolo di salotto buono del capoluogo etneo.

Tra i due, il Caffè Europa continua ad attirare la meglio società catanese anche in virtù di una granita migliore.

BAR EUROPA - Catania

All’interno, sono diverse le specialità esposte nel lungo bancone in noce che catturano lo sguardo: le torte decorate dalle fragoline di bosco, i pasticcini, ovviamente le granite con panna.

BAR EUROPA - Catania

Morbida, soprattutto quella al pistacchio, la granita resta entro limiti accettabili di cremosità.

Nonostante il colore tenue è fresca e squisita la granita alla fragola, arricchita da una panna montata superiore agli standard catanesi.

BAR EUROPA - Catania - Granita fragola

GUSTI CONSIGLIATI: fragola con panna

Caffe Europa Corso Italia 302 – Catania

22 GRAN CAFE SOLAIRE – ACITREZZA (CT)

Venticinque passi contati. Tanto distano l’Eden Bar e il Gran Caffè Solaire, i due bar che si contendono la preferenza degli abitanti di Acitrezza. Eppure le granite sono molto simili.

Il Caffè Solaire, piccolo locale che consente di rimirare l’isola Lachea, presenta la granita nei bicchieri bassi e rotondi.

E’ fresca, digeribile, leggera e colorata. I gusti alla frutta prevalgono, specie i fichi (ma solo ad agosto, nel periodo della raccolta), e il melone cantalupo.

GUSTI CONSIGLIATI: melone

Gran Cafe Solaire – Via Provinciale n.81, Acitrezza (CT)

#21 IRRERA – MESSINA (CT)

Granita - Irrera - Messina

Essere una delle più note pasticcerie siciliane è una bella responsabilità. I giudizi, spesso ingiustamente critici, sono all’ordine del giorno.

Un destino che accomuna Savia a Catania e Irrera a Messina. Questa, in particolare, nella centralissima piazza Cairoli, ha il merito di allietare le estati dei residenti dal 1910 con una serie di dolci spettacolari, e di rinfrescarle con le granite.

Granita - Irrera - MessinaGranita - Irrera - MessinaGranita - Irrera - Messina

Soddisfazione garantita anche per la brioscia, soffice, dal sapore delicato, integrazione ideale della “mezza con panna”.

Granita - Irrera - MessinaGranita - Irrera - Messina

Invece la granita ai gelsi è troppo aspra, a conferma della superiorità dei bar catanesi nell’impiego del frutto che dev’essere né troppo né poco maturo per rendere al massimo. Se è molto maturo porta con sé il sentore del mosto in fermento, altrimenti è molto aspro, praticamente immangiabile.

GUSTI CONSIGLIATI: fragola con panna

Irrera – Piazza Cairoti n.12, Messina

#20 BAR BIVY – CATANIA

Via Caronda 365. Ci troviamo nel posto più catanese di questa tosta classifica.

Bar Bivy - Catania

Il proprietario è Vittorio Sant’Angelo, detto Bivy per una vaga quanto improbabile somiglianza nel modo di giocare a pallone con Edy Bivi, ex bomber del Catanzaro (?!).

Bar Bivy - Catania

Il locale è sempre quello che il signor Ranno, nome comune a molti pasticcieri catanesi, lasciò a Bivy affinché continuasse a produrre granite nel modo che sapeva. Del resto Sant’Angelo ci lavorava dall’età di 11 anni.

I suoi clienti possiamo definirli influencer del quartiere, catanesi veraci dalla battuta pronta che quando proviamo a fotografare dicono che no, non è il caso di finire sul giornale per la seconda volta.

Le granite imperdibili sono quelle alla frutta, specie pesca e cantalupo, il migliore provato finora.

GUSTI CONSIGLIATI: cantalupo, pesca

Bar Bivy – Via Caronda 365, Catania

#19 BAR F.LLI AVERNA – RIPOSTO (CT)

A Riposto, trovate la grande pasticceria gelateria dei fratelli Averna in Corso Italia. La recente ristrutturazione ha aiutato a mantenere viva l’attenzione dei residenti.

Bar Averna - Riposto

La granita è catanese in tutti i sensi, con la mandorla pastosa e intensa e il cioccolato rinfrescante.

Si consuma con impeccabili briosce calde o con i fragranti gemellini con la ciciulena.

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla, cioccolato

Bar F.lli Averna – Corso Italia n.41 , Riposto (CT)

#18 BAR AL PLATANO – MESSINA

Ortaggi, fiori, frutti come cetriolo, gelsomino e mandarino: la granita del bar Al Platano si distingue per i gusti atipici e sfiziosi, sorprendendo i messinesi abituati alla classica “mezza con panna”.

Il Platano - MessinaGranita Zenzero - Platano

Una consistenza maggiore avrebbe portato il piccolo bar messinese ancora più in alto nella classifica di Dissapore

GUSTI CONSIGLIATI: zenzero, gelsomino

Bar Al Platano – Via Consolare Pompea n.79, (CT)

#17 ZZU ORAZIO – ACITREZZA (CT)

Mercato Ittico Acitrezza

Acitrezza. Tre di notte. La movida notturna si confonde con i pescatori locali che caricano e scaricano il pesce, mentre l’aroma delle briosce profuma le vie del paese.

Lui, lo Zzu Orazio, con la sua sicilianissima “lapa” (Ape) è sempre lì, ogni santissima notte, una garanzia per chiunque lo conosca. Di poche parole, si limita a qualche raro gesto del capo per dire ‘si’ oppure ‘no’.

ZZu Orazio - Acitrezza

Zzu Orazio - Mercato Ittico Acitrezza

Tratta tutti con la stessa brusca cortesia, i ragazzi usciti dalla discoteca per consumare il rito della granita, come i pescatori ancora sporchi di sangue del pesce che hanno spezzettato in tranci.

La granita ha il sapore di quella che i siciliani adulti mangiavano da bambini. La granita delle “lape”, che giravano e girano ancora suonando il fischietto per annunciarsi, e riponendo le granite nei “panari” calati dai balconi.

I gusti migliori sono gelsi e limone, l’orario preferibile le 3:00 del mattino, quando al mercato arriva il pesce migliore e le briosce servite dallo Zu Orazio sono ancora calde.

GUSTI CONSIGLIATI: limone, gelsi

Zzu Orazio – la notte al mercato ittico di Acitrezza (CT), di giorno in via Livorno all’altezza del civico 43, Acutezza (CT)

#16 DODDIS – MESSINA ()

Dodds Messina

Da Doddis i messinesi consumano la granita come momento di pausa conviviale. L’odore penetrante dei mobili in noce porta indietro nel tempo, complice l’atmosfera della sala interna che ricorda le pasticcerie francesi.

Doddis - Messina

La granita è preparata e servita con attenzione certosina. Quella al caffè, sulla cui panna vengono adagiati uno per uno i chicchi di caffè, colpisce per le sfumature del colore.

Un aspetto impeccabile che vale a questa granita il titolo di “mezza con panna” migliore di Messina.

Granita caffè e panna - Doddis - MessinaDoddis Granita al CaffèCaffè con panna Doddis

GUSTI CONSIGLIATI: fragola con panna, caffe con panna

Doddis – Via Giuseppe Garibaldi n.414, Messina

#15 IL TUO GELATO 2 – MARZAMEMI (SR)

Due fratelli appassionati di gelato e granite. Una gelateria più micro che mini, ben inserita nel paesaggio della piazza di Marzamemi, luogo dalla bellezza struggente non ancora sopraffatto dai turisti.

Il tuo gelato 2 - MarzamemiIl tuo gelato 2 MArzamemi

La granita non è di quelle istintive, anzi, i due fratelli studiano in continuazione il modo di renderla migliore.

Granita - Il tuo gelato 2 - MArzamemiBrioscia - MArzmamemi - Il tuo gelato 2

Strappiamo la promessa di un impegno maggiore anche per la brioscia, rotonda, senza tuppo, ma meno morbida di quanto ci si aspetta guardandola.

Marzamemi

GUSTI CONSIGLIATI: fragola e limone

Il tuo gelato 2 – Via Letizia n.7, Marzamemi (SR)

#14 BAMBAR – TAORMINA

Rosario Bambara, in arte Saretto, non passa inosservato. Né il locale, né lui, né tantomeno le sue granite.

Bambar TaorminaBambar Taormina

La rappresentazione della Sicilia inscenata dal Bam Bar di Taormina, dove tutto è carico come in un grande e variopinto carretto siciliano, è ormai nota.

Sullo sfondo delle maioliche colorate, idolo dei turisti che lo amano smodatamente, “Saretto” sembra il monopolista delle granite.

Bambar Taormina

Una molla più che un uomo: serve ai tavoli mentre rimprovera teatralmente un dipendente che non tiene il passo, poi snocciola le 24 diverse granite passando dall’idioma cinese, a quello turco o al giapponese.

Intanto nel micro laboratorio si preparano granite in continuazione, di tutti i gusti, che nonostante ricordino dei buoni frullati, sanno accontentare non solo i turisti, ma anche i siciliani.

GUSTI CONSIGLIATI: kiwi

BAMBAR – Via Giovanni di Giovanni n.45, Taormina (ME)

#13 CAFFE SICILIA – NOTO (SR)

Il caffè nella strada principale della città, protetta dall’Unesco, a pochi passi dal Duomo dorato, è proprietà di Corrado Assenza, mostro sacro della pasticceria siciliana, e della sua famiglia.

Eppure il Caffe Sicilia, a Noto, resta una pasticceria di nicchia, come di nicchia è la sua granita.

Caffè Sicilia - NotoCaffè Sicilia - Noto

E’ un fatto a sé, con regole proprie, servita in piccole ciotole di porcellana bianca, rigorosamente monogusto.

Caffè Sicilia - NotoCaffè Sicilia - NotoCaffè Sicilia - NotoCaffè Sicilia - Noto

Corrado Assenza sottrae il ridondante della pasticceria isolana lasciando spazio al gusto naturale, al sapore di ciò che è: mandorla di Noto, arancia rossa di Sicilia, caffè espresso.

Se il miracolo della granita siciliana è di rinfrescare e allo stesso tempo arricriàre (ricreare, rigenerare) questa rinfresca soltanto, finisce per somigliare al sorbetto.

La panna, molto buona, viene preparata con latte di pecora, mentre la brioscia dalle forme imperfette, di grande sostanza, è il completamento ideale per questa granita.

Granita fragola e pomodoro - Caffè Sicilia - Noto

GUSTI CONSIGLIATI: fragola e pomodoro

Caffe Sicilia – Corso Vittorio Emanuele n.125, Noto (SR)

#12 BAR TORINO – MESSINA

A Messina, il rito della granita prevede anche il consumo in piedi, magari davanti al bancone. In particolare quando le granite sono leggere e finiscono presto come al bar Torino.

Aiuta molto la panna, eterea e francamente irresistibile.

Il rito si consuma nel bar di corso Cavour, che quest’anno festeggia i 50 anni di attività, dove la signora Marzullo, moglie del titolare, s’impegna senza sosta con la fierezza e l’orgoglio tipici dei messinesi.

Il locale di dimensioni contenute deve il nome alla passione calcistica del padre del titolare, noto ai più come signor Torino.

Bar Torino Messina

Il bancone del bar alterna le granite al mezzofreddo (caffe) macchiato.

GUSTI CONSIGLIATI: nemmeno a dirlo: caffè con panna

Bar Torino – Corso Cavour n.153 , Messina

#11 BAR DE LUCA – BRIGA MARINA (ME)

A pochi chilometri da Messina, la gelateria colpisce per il grande bancone, capace di secretare i gusti in una serie infinita di pozzetti.

Bar De Luca - Briga Marina

Il bar De Luca, amato da intenditori siciliani e non, occupa con i suoi tavolini una piccola piazza in questi giorni di fine luglio bardata a festa.

La cornice non è certo delle più spettacolari.

Eppure qui vengono da tutte le parti in qualsiasi periodo dell’anno per gustare una granita come si deve: a renderla speciale sono soprattutto gli ingredienti, come dimostrano le fragoline di bosco da accompagnare con la panna.

Bar De Luca - Briga MarinaBar De Luca - Briga Marina

A parte le regine delle granite, fragola, mandorla e caffè, colpiscono gusti come la banana, ma più per la stranezza che per il sapore.

GUSTI CONSIGLIATI: fragole e fragoline

Bar De Luca – Via Nazionale n.208, Briga Marina, (ME)

#10 PASTICCERIA RUSSO – SANTA VENERINA (CT)

pasticceria russo, ingresso barGranita mandorla - Fratelli Russo

Per trovare buone granite, espressione di arte gelatiera di prim’ordine –non dite di no, in Sicilia potrebbero offendersi–, è soprattutto alla provincia che bisogna guardare.

Acireale l’abbiamo già detta. Ma pure Santa Venerina, con le strade profumate da mosto cotto, canditi, chiodi di garofano, mandorle e liquirizia della Pasticceria Fratelli Russo, gestita da Anna, Salvatore e Maria Nevia.

Fedeli alla ricetta originale dell’antica pasticceria celebrata pure da poeti e scrittori, si superano nella granita ai gelsi, grazie all’intensità dei frutti raccolti sulle pendici dell’Etna. In evidenza poi le mandorle, sempre magnificamente lavorate.

Per una volta, non accompagnate la granita con la brioscia, il croissant al miele dell’Etna come lo fanno i fratelli Russo, nessun altro in Sicilia.

Granita mandorla - Fratelli RussoGranita mandorla - Fratelli Russo

GUSTI CONSIGLIATI: mandorla con cornetto al miele

Pasticceria Russo Di Maria Nevia Russo & C – Via Vittorio Emanuele n.105, Santa Venerina (CT)

#9 BAR GIULIO – CAPO D’ORLANDO (ME)

Giulio

Chi sarà mai questo Giulio? Forse quel ragazzone alla cassa, che nasconde senza coprire del tutto le foto con Silvio Berlusconi? O il padre dalla risata aperta e contagiosa che entra e esce dal laboratorio in perenne t-shirt bianca?

In realtà lo sono entrambi, essendo Giulio il loro cognome.

Il bar pasticceria si trova in una traversa di Capo d’orlando, fuori uno spazio ombreggiato, all’interno l’ammaliante vetrina con le celebri palle del presidente, dedicate a Berlusconi.

Per i turisti che affollano le spiagge d’estate la granita è un vero antidoto contro il caldo, il primato spetta al gusto mandarino, del resto lo sappiamo che ci vogliono pazienza e ingredienti locali di prima scelta.

Tutto è perfetto: colore, consistenza e aroma.

Giulio
GUSTI CONSIGLIATI:

Bar Giulio – ,  Via Giovanni Amendola, 25 – Capo D’Orlano (ME)

#8 CAFFE CIPRIANI – ACIREALE (CT)

Cipriani è il vanto degli acesi. Ne seguono le vicende come se avessero legami di sangue.

Sarà perché oltre al palato delizia anche l’occhio, situato com’è proprio di fronte la basilica di San Sebastiano, che è un vero trionfo del barocco siciliano.

Gustare una granita a un tavolino di questo bar e lasciarsi abbagliare dalla bellezza della facciata della chiesa dedicata al compatrono di Acireale, è un tutt’uno sconvolgente. Specie se quella granita è ai gelsi.

Chiesa San Sebastiano AcirealeCafe Cipriani - AcirealeGranita gelsi - Cipriani

Il colore è purezza, e al pari della consistenza che s’avvicina alla perfezione assoluta, rende la granita così desiderabile che viene voglia di prenderla a morsi.

La brioscia fa la sua parte.

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi

Cafffe Cipriani – ,  Piazza Leonardo Vigo n.3 – Acireale (CT)

#7 BAR NOVIZIATO – MESSINA

Le granite si vedono uscire da una finestrella del piccolo chiosco nella parte alta di Messina, al termine di una curva con scorcio mozzafiato su Sicilia e Calabria.

Se alla giovane titolare, che ha ereditato il posto dalla famiglia della madre, va il merito delle migliori granite di gelsi di tutta Messina, a porgerle ai clienti del bar Noviziato è il pacifico signor Quattrocchi, per nulla preoccupato dalla folla di clienti.

Si ha sempre la sensazione che stia per dire qualcosa d’importante ma poi si limita a esclamare “fragola e panna”, “gelsi e panna” e avanti un altro.

Bar Noviziato - Signor QuattrochiBar Noviziato - granita al caffeBar Noviziato - granita gelsiBar Noviziato - granita gelsi

Da provare tassativamente la panna, deliziosa, una vera rarità da queste parti, e i frutti che la guarniscono.

GUSTI CONSIGLIATI: Gelsi

Bar Noviziato – Viale Italia n.4 , Messina

#6 F.LLI PATANE’ – POZZILLO (CT)

La granita siciliana è una faccenda di famiglia. Spesso si parla di genitori e figli, il più delle volte di fratelli, mai di cognate.

Granita Fratelli Patanè - Pozzillo

Eppure sono loro il propulsore della F.lli Patanè, ogni giorno con i rispettivi mariti dietro lo stesso bancone. Tra malintesi, rospi inghiottiti, sguardi indispettiti, chiarimenti e improvvise intese, le vedi sempre pronte a evitare catastrofi e riportare il sereno.

L’espressione granita siciliana non significa nulla se non si è provata quella dei fratelli –e delle cognate– Patanè di Pozzillo, la provincia delle piscine naturali formate dal mare che s’interna da secoli.

Vi basta sapere che la granita ai gelsi si consuma di fronte l’albero da cui vengono colti?

Protagonista della granita di limone è unicamente il verdello, più adatto alla granita del limone giallo che facilmente potrebbe ossidarsi durante la lavorazione. Da queste parti abbonda ma resta costoso, lo usa soltanto chi vuole fare la differenza.

Granita Fratelli Patanè - PozzilloGranita Fratelli Patanè - PozzilloGranita Fratelli Patanè - PozzilloGranita Fratelli Patanè - PozzilloBrioscia Fratelli Patanè - Pozzillo

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi

Bar Fratelli Patanè – Via Chiusa degli Ulivi n.67, Pozzillo (frazione di Acireale (CT))

#5 BAR ALECCI – GRAVINA DI CATANIA (CT)

Un baluardo contro la granita che perde morbidezza, sapore, profumi, trasformandosi in un prodotto sempre più simile a una “granatina” o, peggio, a una “grattachecca” romana.

Ecco cos’è il signor Alecci, che con l’aiuto dei tre figli, due maschi e una femmina –luce dei suoi occhi– gestisce questo locale senza pretese, una veranda su una strada molto trafficata, annunciata da una vecchia cinquecento color crema.

Siamo a Gravina, piccolo paese un tempo terra di agrumi, ormai inglobato nella città etnea come un normale quartiere.

Allora, perché vengono qui da tutte le parti? Innanzitutto, come dice Alecci, perché nonostante abbia solo la terza media è “il numero uno nella ristorazione”.

 

Bar Alecci -Bar Alecci - Granita GelsiBar Alecci - Briosce

Della ristorazione non sappiamo, ma della granita al pistacchio senza discussioni, cremosa e con tanto di pistacchi interi, e poi di fragola o di gelsi.

Affollato durante la stagione estiva a causa di questi manufatti meravigliosi, invade la via intera con il profumo delle briosce in perfetto stile catanese, con il tuppo enorme.

GUSTI CONSIGLIATI: gelsi, pistacchio

Bar Alecci – Via Antonio Gramsci n.62, Gravina di Catania (CT)

#4 BAR MUSUMECI – RANDAZZO (CT)

Si scrive ancora Santo Musumeci, in onore a un autentico maestro di pasticceria, ma si legge sempre più Giovanna Musumeci, che di Santo è la figlia.

Ci troviamo nell’unico locale di questa top ten noto tra i mostri sacri del gelato artigianale italiano, quest’anno al numero 22 della classifica di Dissapore. Santo e Giovanna Musumeci tengono alto il buon nome del gelato siciliano nel continente.

Ma a completare le proposte oltre alla pasticceria e all’ottima gelateria, non si possono tralasciare le granite. La combinazione brioscia calda – granita al pistacchio è da svenimento.

Giovanna Musumeci

Giovanna, viso da simpaticona, chiacchiera a mitragliatrice, è un’infaticabile ricercatrice dei prodotti migliori che l’Etna abbia da offrire. E’ ossessionata dall’idea di una granita dove tutto il sapore sia estrapolato dalla frutta, e dalla frutta provenga più dolcezza possibile. Così, più gli anni passano, più nella sua granita lo zucchero va giù.

Incredibile la sua “Mastrantonia”, granita che prepara solo nel mese di giugno, periodo di maturazione di queste ciliegie, le più ghiotte, corpose e come si dice da queste parti “cadduse” del vulcano. Voi compilatori di top ten delle cose-da-provare-una-volta-nella-vita ricordatevene.

Anche per questa meraviglia conquista la posizione numero 4 della nostra classifica.

Granita mastrantonia - Bar MusumeciGranita MAstrantonia - Bar MusumeciBrioscia - Bar Musumeci

GUSTI CONSIGLIATI: ciliegia mastrantonia

Bar Musumeci – Piazza Santa Maria n.5, Randazzo (CT)

#3 BAR LA TIMPA – SANTA MARIA LA SCALA | ACIREALE (CT)

Bar La Timpa

La ‘ranita alla mantola‘ della zia Tanina ha il sapore delle mandorle vere e non, come accade nella maggior parte dei bar, di “orzata” o, peggio ancora, di “Coccoina”, quella colla in pasta che si utilizzava anni fa e che odorava di mandorle amare.

Non sappiamo quanto zucchero ci metta, né la quantità di acqua, ma di frutta ne usa un cesto, di quello bello grande, e si sente benissimo nella granita. Di pesca in particolare.

Un semplice bar trattoria che più anonimo non si potrebbe, in una microscopica frazione di Acireale sotto la “timpa”, il costone lavico dalla natura selvaggia, incantevole e silenziosa.

Tutto è preparato a mano da questa donna siciliana d’altri tempi, non usa nessun macchinario, neanche lo spremiagrumi per il limone.

Avvertenze prima dell’uso:

1) Solo bicchieri di carta, raramente di vetro, come se il sapore vero non avesse bisogno di materiali importanti;

2) Vi aspettate la panna ad arricchire le granite? Ad Acireale! Le granite della zia Tanina non ne hanno di bisogno (ed è vero);

3) Le granite vanno a ruba e spesso mancano le brioche ma provatele con il pane di casa e non tornerete più indietro;

4) Se trovate il pavimento bagnato, abbiate l’accortezza di aspettare che si asciughi. Non fate i permalosi né gli spiritosi, avete di fronte una siciliana di grande intelligenza, dalla battuta salace e pronta.

Granita Zia Tanina

GUSTI CONSIGLIATI: che gli dei vi assistano facendovi arrivare nell’unico giorno dell’anno in cui la zia Tanina prepara la granita alla mela verde

Bar La Timpa – Via Tocco n.37, Santa Maria la Scala (CT)

#2 BAR EDEN – MESSINA

Una vecchia conoscenza dei lettori di dissapore, come testimoniano i tanti articoli orgogliosamente esposti nella bacheca del locale.

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

Per arrivare dovete costeggiare tutto il litorale dello Stretto, una buona occasione per osservare la pesca, le Spadare, la raccolta delle cozze.

Riconoscete il piccolo cancello che fa da ingresso al cortile dalla quantità di giovani in costume e infradito, seduti al tavolo o in attesa alla cassa.

Il Bar Eden, un posto fantastico in cui ogni gusto di granita rasenta la perfezione, in particolare caffè e fichi, per tacere di che meraviglia assoluta sia la panna montata, arriva in vetta alla top ten nonostante l’apertura limitata alla bella stagione.

Fregatevene, e fate attenzione se arrivate intorno alle 18, quando dal forno esce la brioscia calda e fragrante, l’appetito si fa incontrollato.

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

Bar Eden - Messina

GUSTI CONSIGLIATI: pesca

Bar Eden – Via III Palazzo n.3, Messina

#1 BAR FIUMARA GIOVANNI – VILLAFRANCA TIRRENA (ME)

Se si è determinati nel cercare la granita siciliana migliore che ci sia basta non scoraggiarsi. Bisogna saperli trovare i posti giusti. Magari cercando tra quelli improbabili, dove apparenza e gastrofighetti non entrano neanche di striscio.

Tutte queste belle parole conducono al nome di Sebastiano Fiumara, impenitente maestro della granita del bar Fiumara Giovanni, a Villafranca Tirrena.

Eccolo è lui, nato col sorriso.

Bar Fiumara - Villafranca MessinaBar Fiumara - Villafranca MessinaBar Fiumara - Villafranca Messina

Bar Fiumara - Villafranca MessinaBar Fiumara - Villafranca MessinaBar Fiumara - Villafranca Messina

Il suo locale esteriormente è senza infamia e senza lode. Così anche le sue giornate, trascorse a cercare ingredienti migliori per le sue granite, arricchite di un concentrato di passione, storia e tradizione che non si esibiscono con le parole ma solo con il gusto e l’aspetto.

Fiumara lavora duro per mantenere ricette e manufattura, continuando a produrre altre specialità della casa, come “la mattonella” da mangiare con la paletta: fuori gelato gianduia, dentro semifreddo.

Le granite sono di una freschezza difficilmente raccontabile, proposte in un numero contenuto di gusti, dai gelsi alla fragola, dal cioccolato al caffè, dal limone alla pesca.

Da mitizzare la brioscia morbida, degno companatico per la granita dell’anno.

GUSTI CONSIGLIATI: caffe con panna, gelsi

Bar Fiumara Giovanni – Via Antonello da Messina n.12, Villafranca Tirrena (ME)

L'articolo Le migliori 50 granite siciliane del 2017 proviene da Dissapore.

Sherbeth Festival 2017: 10 gusti di gelato che ci sono piaciuti parecchio

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Dal 28 settembre al 1° ottobre nelle vie del centro storico di Palermo è andato in scena Sherbeth 2017.

L’entusiasmo dei residenti per il festival internazionale del gelato artigianale –edizione numero 9– ha preso corpo con il passare dei giorni. L’apertura di giovedì sera sembrava non avere scaldato più di tanto il cuore di palermitani e turisti.

Finirà con un vero bagno di folla nel fine settimana, le presenze sono state 400mila.


Cose da sapere prima di andare a Sherbeth Festival 2017


Domenica pomeriggio, in ognuno degli stand, le file di persone in attesa di provare i 45 gusti proposti dai gelatieri erano impressionanti.

Atmosfera generalizzata di festa, chioschetti, sorbetti e granite, laboratori, cooking show, incontri e spettacoli in giro per le strade e le piazze di Palermo.

Caos calmo, divertimento, passeggiate, famiglie, moltissimi giovani. E ancora, assaggi appassionati, chiacchiere, molti apprezzamenti, qualche bocciatura.

Sherbeth 2017

L’evidenza è che i palermitani desiderano una città pulsante, ad accontentarli questa volta sono stati alcuni tra i migliori gelatieri artigianali italiani felici di essere la vera attrazione della festa.

Allo Sherbeth hanno portato sapore e piacere, euforia e impegno, al diavolo la stanchezza!

SherbethSherbethDettaglio gelato

Ma se permettete ora veniamo a noi. Quali sono stati i gusti presentati a Sherbeth 2017 che si sono stampati nei nostri palati e che ci piacerebbe riprovare subito?

ASSOLUTO DI ZENZERO – STEFANO FERRARA

Sherbeth 2017Sherbeth 2017Zenzero Assoluto

Equilibrato, calmo, sorridente, sincero. Da Stefano Ferrara (Il Pinguino di Roma) non ti aspetti un gelato intransigente che va dritto al punto. Invece.

“Assoluto di zenzero”: non poteva che chiamarsi così il gusto di zenzero in purezza che stuzzicava il palato spingendo sul piccante e lo rinfrescava a lungo. Bello a vedersi, dal colore solare, è rimasto impresso a lungo.

Gradevolmente eccessivo anche “Stragianduia”, in concorso, premiato dalla giuria tecnica dello Sherbeth con la terza posizione.

RESPIRO D’ESTATE – TAIZO SHIBANO

SherbethSherbeth 2017 - Taino Shibano

Forse il presidente della giuria tecnica con un verdetto discusso ha voluto scuotere i gelatieri italiani. Forse, invece, è solo meritocrazia, fatto sta che la vittoria di due giapponesi al festival del gelato artigianale italiano ha lasciato di stucco.

Ex aequo al concorso Procopio Cutò, Taizo Shibano, considerato un fuoriclasse in Giappone, ha convinto anche noi con “Respiro d’estate”, sorbetto di ananas, sedano e mela. Un gelato non creato a immagine di quello nostrano, ma che lo ha rispettosamente interpretato, sentendolo proprio.

E se la struttura sembrava un po’ sabbiosa, il sapore riusciva a sorprendere. Spiazzante quanto volete ma buono.

NOCE E ZENZERO CANDITO – GIANFRANCESCO CUTELLI

Gianfrancesco Cutelli - Sherbeth 2017 Noce e zenzero candito

Insomma, l’aspetto nel gelato, conta o non conta?

Per l’uomo di sostanza Gianfrancesco Cutelli (De Coltelli, a Pisa e Lucca), l’aspetto del gelato non conta più di tanto. Del resto lui studia la struttura ma punta tutto sul sapore.

Un Babbo Natale chic, pigro, schietto ma abbastanza impenetrabile, molto interessato ai migliori spaghetti ai ricci di mare di Palermo.

Il suo gusto, “Zenzero candito e noci”, era tecnico, malizioso e pungente, pizzicava con accortezza poi ammiccava alla dolcezza.

AMARETTO DI MOMBARUZZO – VINCENZO PACE

Amaretto - Sherbeth

Vincenzo Pace (Il Pinguino di Torino), riservato e mite, ha proposto un gelato all’amaretto di Mombaruzzo (provincia di Asti) che si è scoperto una grande rivelazione.

Amaro ma non troppo, dolce ma non troppo, ha rapito gourmet e golosi, ecumenico, veniva apprezzato da giovani e meno. Lodato persino da chi non ama l’amaretto (sentito con queste orecchie) forse per l’uso delle armelline, gli amari semi di albicocca che mitigavano la dolcezza dell’amaretto.

ORZO ANTICO – SIMONE DE FEO

Sherbeth 2017 - Simone De FeoOrzo antico Sherbeth Tirato, meno giocoso del solito, Simone De Feo non è l’orso che poteva sembrare allo Sherbeth. E per convincersi della sua bontà bastava provare il gusto portato a Palermo: orzo antico.

Modernità scritta a chiare lettere che affonda nella nostalgia da ex bambini capricciosi come noi, cresciuti a orzo perché il caffè, a quell’età, non si poteva.

Un gelato dalla struttura soave, la migliore.

COFFE BREAK – ANTONIO MEZZALIRA

Antonio MezzaliraSherbeth Coffe Break Sherbeth 2017 - Coffe Break

Gusto tecnico e ruffiano per Antonio Mezzalira (Golosi di Natura a Gazzo Padovano).

Pronto, capace, disponibile, il gelatiere veneto ci tiene a piacere, questa volta c’è riuscito con un gelato dalla struttura leggera ma intenso nel sapore di caffè tostato macinato a freddo.

INGAUNO – ROBERTO GALLIGANI

Sherbeth 2017IngaunoIngauno

Il nome del gusto è dedicato agli abitanti di Albenga, in provincia di Savona, dove Roberto Galliani (Casa del Gelato) ha la sua gelateria.

Curioso l’uso della noce di Macadamia, ingrediente dolce e sensuale, abbinato alla più consueta nocciola, contrappuntati dall’acidità dei frutti di bosco.

PANE BURRO E MARMELLATA – SIMONA CARMAGNOLA

Simona Carmagnola, Sherbeth 2017Sherbeth 2017 - Pane Burro e marmellataPane Burro e Marmellata

Capelli rasati, piercing e tatuaggi. Eppure l’aspetto di Simona Carmagnola (Pavè, Milano), allieva di Gianfracesco Cutelli, fa a cazzotti con la ragazza timida che è.

Se l’aspetto inganna, il gusto rivela. Dolce, poco interessato ai richiami salutisti presenti ormai anche nel mondo del gelato, “pane, burro e marmellata” riesciva non si sa come a far sentire ognuno dei 3 ingredienti, e persino la giusta croccantezza del pane in mezzo al gelato.

FIOR DI LAVANDA – ALFANI, BALERNA, BERNARDINI e NANETTI

Sherbeth 2017Fior di Lavanda

Chiunque sia stato almeno una volta nella piccola gelateria di Valerio Alfani, Jacopo Balerna, Maurizio Bernardini e Fabio Ninetti, sa che i 4 bolognesi, gelatieri molto amati in città (Galliera 49), conoscono l’importanza, anche promozionale, dei gusti “diversi” e sperimentali.

“Fior di Lavanda”, quello proposto allo Sherbeth, era in realtà meno eccentrico del loro aspetto, colpiva per freschezza e leggiadria, e per il bel colore tenue.

SORBETTO DI SENAPE DI DIGIONE – OSVALDO PALERMO

Osvaldo Palermo Il gelato gastronomico non è precisamente la nostra passione, difficile capire quel sottile desiderio di mettere ingredienti salati nel gelato, probabilmente perché d’impeto ordiniamo nocciola e pistacchio.

Riconosciamo però nel gelato alla senape di Digione ideato da Osvaldo Palermo (Fiordipanna a Cornaredo, Milano) per accompagnare l’hamburger di asina con formaggio Piacentinu di Enna e maionese d’acciuga di un locale molto amato a Palermo, Fud di Andrea Graziano, un collante fresco e piacevole per legare tutti gli ingredienti.

Operazione, credeteci sulla parola, tutt’altro che facile.

[CREDITI: FOTO ALFIO BONINA]

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